• 23 Novembre 2024
La mente, il corpo

Il nome Halloween in irlandese Hallow E’en, deriva dalla parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, si celebra il 31 ottobre, e, quando pensiamo alla festa di Halloween non possiamo fare a meno di immaginarci zombie, streghe, mostri, vampiri e zucche, dove i bambini, ma spesso anche gli adulti, girano di casa in casa mascherati da creature mostruose per il famoso rito del “dolcetto o scherzetto” e gli abitanti della casa potranno allora salvarsi dai terribili scherzi a tinte macabre solo regalando dolcetti ai bambini.

Halloween affonda le sue radici in un passato remoto e nel corso della storia ha subito molte trasformazioni, traendo origini nella festa celtica di Semhain, che coincide con il capodanno celtico. I celti come altri popoli antichi, misuravano il tempo in base alle stagioni e ai cicli del raccolto, così che Semhain era la festa che segnava la fine dell’estate e l’ inizio dell’inverno e allo stesso tempo l’ultimo raccolto prima della stagione fredda. Per questo motivo era la festa più importante per i celti e rappresentava un momento di passaggio, fuori dal tempo, facendo nascere il carattere mortuario della festa.

Successivamente furono i Romani a farla coincidere con la festa dei morti, che aveva luogo in maggio, i Cristiani istituirono la festa dei morti il 2 Novembre, il giorno dopo di Ognissanti. Nel corso dell’800 molti irlandesi, spinti dalla povertà, decisero di emigrare verso le nuove terre americane, portarono con se molte delle loro tradizioni, tra cui quella del capodanno celtico, ovvero Halloween, legata ad un’antica leggenda irlandese: quella di Jack o lantern, che era un fabbro irlandese ubriacone, che riuscì a più riprese a ingannare il diavolo.

Al primo incontro Jack chiede al diavolo di trasformarsi in una moneta per un’ultima bevuta, prima di consegnargli la sua anima. Ma una volta che il diavolo si è trasformato, Jack estrae una croce e il diavolo paralizzato non riesce più a tornare se stesso; pur di riottenere la libertà e non restare per sempre una moneta, il diavolo promette a Jack che non lo avrebbe infastidito per i dieci anni successivi, ma quando il diavolo torna dopo dieci anni, Jack lo inganna nuovamente chiedendogli di cogliere una mela dall’albero, e una volta che il diavolo è salito, Jack posiziona la croce alla base dell’albero , così da impedirgli di riscendere, così il diavolo per scendere gli promette di risparmiargli l’inferno.

Dopo morto però a Jack gli venne negato l’ingresso in Paradiso essendo stato un peccatore e pertanto da allora è costretto a vagare da morto nel mondo dei vivi. Il diavolo come ultimo dono gli regala una fiamma eterna dell’inferno, impossibile da spegnere, che Jack posiziona all’interno della rapa.

La leggenda narra che durante la notte di Halloween, Jack vaghi alla ricerca di un rifugio e gli abitanti devono appendere una rapa-lanterna fuori di casa per indicare a Jack che lì non c’è posto per lui. In seguito quando la festa fu celebrata anche negli Stati Uniti, la rapa divenne zucca, perché era più facile da trovare.

Ma la leggenda di Jack nella cultura dell’Occidente si lega a quella di uno scienziato tedesco di nome Faust che vendette la sua anima al diavolo con un patto in cambio di denaro, amore e successo; per questo Halloween è considerata una festa maledetta e ingannevole dove dietro all’innocua festa in maschera dei bambini, cela misteri occulti condannati dalla Chiesa Cattolica!

Autore

Laureata in Giurisprudenza e pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano. Proprietaria e direttrice resposanbile della Testata giornalistica “Sannio Matese Magazine”, registrata presso il tribunale di Benevento, che ha come obiettivo informare, formare e valorizzare il territorio a cui è particolarmente legata del Sannio e del Matese. Presidente dell’Associazione Incanto, da lei stessa fondata, volta alla realizzazione di eventi culturali, sociali, editoriali, mirante principamente a collaborare con le scuole trattando temi socialmente delicati tramite la sensibilizzazione, attraverso il suo format da lei stesso idealizzato “Love Life”.