• 21 Novembre 2024
Itinerari

Roccamonfina è un’area protetta che si estende su ben 11.000 ettari, dalle cui viscere nascono sorgenti di acqua mineralizzata dalle proprietà benefiche, un vero dono per la salute e benessere, attraversato dal fiume Garigliano, in cui sono presenti suggestive cascate, nella zona dell’alta Campania, che raccoglie cinque comuni dell’area Montana: la stessa Roccamonfina, la succitata Tora e Piccilli, Conca della Campania, Galluccio e Marzano Appio. 

Parte essenziale del parco naturale, nel cuore della Campania, tra le dolci colline e gli affacci sul golfo di Gaeta, sorge un gigante maestoso più grande della regione, superando persino il Vesuvio in grandezza, il  Roccamonfina. La sua caldera è avvolta da secolari castagneti che si vestono di un verde smeraldo, creando uno spettacolo visivo unico. 

Questa terra vulcanica è incredibilmente fertile e ospita una varietà di coltivazioni uniche; oltre ai castagneti, si trovano uliveti, vini di alta di alta qualità, funghi prelibati e porcini rinomati, noti per il sapore ineguagliabile. 

Le ultime eruzioni risalgono a 50.000 anni fa, durante le quali si formarono i “domi”, rilievi formati dalla lava accumulata e solidificata. Chiunque sia appassionato di escursioni o di piacevoli passeggiate nei boschi, non può non conoscere l’Orto della Regina, una magnifica opera poligonale,  sita sulla cima del monte Frascara. 

Il termine orto potrebbe significare sia recinto, o rifarsi all’idioma Hortus, come gli antichi popoli italici erano soliti designare i luoghi sacri. Il termine Regina invece deriva dalla divinità Mefitis, collegata ad una pietra tufacea di epoca romana, dove appare il nome della dea, ritrovata nella città da alcuni studiosi. Il nome Mefitis avrebbe sollevato diverse interpretazioni, alcuni la collegano alle sorgenti e alle emissioni solforose, secondo altre invece, significherebbe pietra di confine, giacché in epoca preromana gran parte del territorio di Roccamonfina delimitava la frontiera orientale tra il territorio Aurunco è quello dei Sidicini. 

Secondo una terza interpretazione che è la maggiormente plausibile, pone l’Orto della Regina come Santuario, utilizzato successivamente come forte strategico per fronteggiare gli attacchi dei nemici. 

Secondo una leggenda, una principessa di nome Gina, la cui bellezza era paragonata ad una dea, nipote dell’imperatore romano Filippo l’Arabo, che per sfuggire a Decio si rifugiò con la famiglia presso i monti vulcanici di Roccamonfina, senza riuscirci, fu assassinato insieme a suo figlio, affinché Decio potesse diventare imperatore di Roma, nulla sembrava poter scalfire l’agguerrito condottiero, tranne l’unica forza alla quale non poteva opporsi:l’amore. Regnò dal 249 al luglio del 251, e in questi anni conobbe la bellissima principessa Fina, che secondo la leggenda, si era rifugiata proprio nell’Orto della Regina, protetta e al sicuro assieme ai suoi cari. 

La leggenda narra anche che il nome della città, Roccamonfina, derivi proprio da quello della nobile fanciulla. Inoltre, all’interno del parco regionale si trovano delle impronte impresse in una formazione piroclastica, che a lungo le popolazioni locali hanno attribuito al Diavolo. Le “Ciampate del Diavolo” sono resti fossili del passaggio di due individui, che lo studioso Paolo Miletto ha attribuito a un “parente” dell’uomo di Neandertal, ominidi alti circa un metro e sessanta, con un piede che corrisponde all’attuale misura 36, e vivevano in organizzazioni sociali di tipo gerarchico. La leggenda principale, al quale il sito archeologico deve il nome, è legata al fatto che , in tempi lontani, si pensava che solo il diavolo potesse camminare a piedi nudi sulla lava, tanto da lasciare delle impronte.

Autore

Laureata in Giurisprudenza e pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano. Proprietaria e direttrice resposanbile della Testata giornalistica “Sannio Matese Magazine”, registrata presso il tribunale di Benevento, che ha come obiettivo informare, formare e valorizzare il territorio a cui è particolarmente legata del Sannio e del Matese. Presidente dell’Associazione Incanto, da lei stessa fondata, volta alla realizzazione di eventi culturali, sociali, editoriali, mirante principamente a collaborare con le scuole trattando temi socialmente delicati tramite la sensibilizzazione, attraverso il suo format da lei stesso idealizzato “Love Life”.