• 23 Novembre 2024
Alimentazione

Il dolce natalizio per eccellenza, a Napoli, sono gli struffoli. Dolci palline di pasta fritta avvolta nel miele. Dal greco “strongoulos”, ossia dalla forma arrotondata, e “pristòs”, che vuol dire tagliato, deriverebbe il nome struffoli, cioè piccole palline di pasta arrotondate. E pare che proprio negli antichi Greci risieda la loro origine che, al tempo di Partenope, li esportarono nel golfo di Napoli.

Ma c’è chi dice che siano stati importati durante il periodo del Viceré spagnolo, che adorava le pinonate, un dolce molto simile agli struffoli ma di forma più allungata.

Sul nome però, un’altra versione li legherebbe a “strofinare”, il gesto che si fa per lavorare la pasta arrotondandola a cilindro prima per poi tagliarla a palline. O, anche,  che sono tanto gustosi da “strofinare”, ossia “solleticare”, il palato per la loro bontà.

Aldilà delle origini su nome e provenienza a Napoli non è pranzo di Natale se non termina con gli struffoli.

Anticamente le suore dei conventi partenopei li preparavano per portarli in dono a Natale alle famiglie nobili che si erano distinti per atti di carità.

Un dolce che arricchisce le festività natalizie con la sua croccante morbidezza avvolta nel miele, soprattutto in passato quando le festività comandate miglioravano la qualità della vita che era molto più breve e più misera. Si mangiava poco e male. Sempre. Tranne che a Natale.

La caratteristica degli struffoli è la forma tonda e piccola. E più sono piccoli e più sono buoni, perché così ogni singola pallina sarà avvolta da più miele che ne esalterà il sapore. D’obbligo, poi, decorarli con cedro, arancia, zucca canditi e confettini colorati. 

Così li si definiva a Napoli: “A fa ‘e struffoli è nu sfizio. Cumminciamm dall’inizio: faje na pasta sopraffina, e po’ tagliala a palline, cu na bona `nfarinata. Dopp’a frje. Già t’e stancate? Chest è a parte chiù importante! Mò ce vo’: miele abbondante e na granda cucuzzata (a cocozza nzuccherata). N’è fernuto ancora, aspiette! S’anna mettere ‘e cunfiette: aggrazziate, piccerille, culurate: ‘e diavulille… Ma qua nfierno, è Paraviso! Iamme, falle nu’ surriso! Comme dice? ‘Mamma mia, stanne troppi ccalurie so’ pesante, fanno male?’Si va buò,ma è Natale!”

Ecco la ricetta .

Buon lavoro e buon appetito.

STRUFFOLI

Ingredienti per l’impasto:

300 gr. di farina

3 uova

3 cucchiai di olio

un pizzico di bicarbonato

un pizzico di sale

mezzo bicchiere di liquore strega

Per la salsa al miele:

600 gr. di miele ( q.b. e comunque secondo il gusto)

100 gr. di zucchero 

la buccia grattugiata di un limone

Olio di semi per friggere

Nella farina a fontana su di una spianatoia, mettere le uova, l’olio, il bicarbonato, il sale, la strega e amalgamare il tutto fino ad avere un composto omogeneo. Farne una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e far riposare circa mezz’ora.

Fare poi tante strisce sottili e tagliarle in piccoli pezzettini (grandi come dei ceci). 

Friggere in abbondante olio bollente e metterli a scolare su carta assorbente.

In una teglia grande tanto da contenere tutti gli struffoli preparare la salsa.

Mettere nella teglia il miele con lo zucchero e, non appena giunge a bollore, spegnere la fiamma.

Lasciate intiepidire un  poco e aggiungere la buccia grattugiata di un limone. Appena la salsa è tiepida, mettere gli struffoli e mescolare abbondantemente. Disporli nel piatto da portata e, a piacere, cospargerci dei confettini colorati.

Autore

Babette è una studiosa di cultura materiale ed in particolare di alimentazione. Si dedica a sperimentare soprattutto piatti d'epoca rivisitandoli senza alterarne la natura. Sta per pubblicare un libro di storia culinaria corredato da ricette