• 24 Novembre 2024
Religione

La Fede Cattolica è costellata di devozioni nate dal “sensum fidei” della gente comune, cioè da quella Fede semplice e sincera che anima il Popolo di Dio da due millenni; tra le varie forme di devozione, il culto verso la Vergine Maria, la Madre di Gesù, occupa un posto speciale nel cuore dei cattolici.

Fino agli inizi del XX secolo si credeva che tale culto fosse sorto tardivamente in seno alla Chiesa, finché un protestante: Colin Henderson Roberts, non scoprì un papiro antichissimo, risalente al III secolo d.c. e contenente un’ interessante preghiera alla Vergine Maria, quella che in latino si chiama il “sub tuum praesidium”, e nella quale gli antichi cristiani attestavano di “cercare rifugio” sotto la tua protezione della Madre di Dio e le chiedevano di essere liberati da ogni pericolo, terminando l’invocazione con le parole: “Vergine gloriosa e benedetta”. Un bel colpo, dato che l’opinione vigente all’epoca era che non vi fosse traccia di devozione mariana fino al concilio di Efeso, indetto nel V secolo, che attestò, contro l’eresia di Nestorio, la Divina Maternità di Maria; alcuni storici ritenevano che tale dogma non fosse presente, come convinzione di fede, prima del V secolo, ma nel “Sub tuum praesidium” la Vergine è chiamata “theotokos”: Madre di Dio, appunto.

Il prezioso papiro del III secolo contenente questa invocazione venne acquistato dalla John Rylands Library di Manchester nel 1917 e pubblicato per la prima volta solo nel 1938. Ma la devozione mariana sembra essere ancora più antica: il celebre archeologo italiano Bellarmino Bagatti, a Nazareth, al di sotto di alcuni mosaici bizantini del V secolo rintracciò attestazioni di culto più antiche: alcuni resti murari e ottantadue elementi  architettonici. Questi, comprendenti basi e rocchi di colonne, per la loro forma rimandano agli edifici sinagogali del II secolo. 

Sull’intonaco di alcuni di essi, il professor Bagatti identificò graffiti ed iscrizioni in greco, tracciati dai primi pellegrini cristiani; tra i disegni figurano, croci e barche, tra le scritte vi sono nomi propri, preghiere e la celebre invocazione Ch[aire] Maria, (rallegrati, o Maria), considerata la più antica attestazione epigrafica di culto mariano, in quanto risalente a solo un secolo dopo la Passione, Morte e Resurrezione del Signore.

Da allora, per duemila anni i cattolici di tutto il Mondo hanno pregato, gioito, pianto con la Vergine Maria, confidando in lei come in una dolce Madre; infatti, come Madre ci fu donata dall’alto della Croce, come attesta il Vangelo di Giovanni. Infatti, gli ex voto nei santuari e soprattutto l’affetto dei fedeli dimostrano che questo ruolo tenero e materno è vissuto in modo profondo dalla Madre di Dio e madre nostra; ciò ha spinto i detrattori di tale culto a classificare come “adorazione” la venerazione a lei rivolta, ma ogni cattolico sa bene che il culto di adorazione, detto” latria” in greco, spetta solo a Dio mentre il culto di “dulia”: venerazione e imitazione di una creatura di Dio che abbia vissuto pienamente la propria Fede in modo eroico, spetta agli angeli e ai santi. 

Tuttavia, è vero che la venerazione spettante a Maria ha un’importanza particolare che ha spinto i teologi a classificarla come “Iperdulia”: il riconoscimento dell’unicità del ruolo di Maria nella Storia della Salvezza, oltre alla presa di coscienza dell’eccellenza della sua santità e dei suoi privilegi (in particolare la divina maternità, la verginità perpetua, l’immacolata concezione e l’assunzione in Cielo in anima e corpo). Questo rende il culto mariano  fondamentale nell’ottica della Fede Cattolica; non per niente “ad Jesum per Mariam” (a Gesù per mezzo di Maria), motto coniato da S. Luigi De’Montfort, fu fatto proprio da un grande innamorato della Madonna: San Giovanni Paolo II.

Papa Francesco parlando della devozione mariana ha sempre specificato come questa debba essere semplice e confidente: nonostante tutte le sue prerogative, la Madonna non è un essere lontano e inaccessibile: è una mamma che si abbassa ad accarezzare e consolare i figli che soffrono, una madre che piange con loro e li aiuta dolcemente a rialzarsi; ascolta con amore chiunque si rivolga a lei e, come Madre di Misericordia, veglia sui suoi figli. La Chiesa inoltre insegna che la Vergine è il mezzo migliore per giungere a Cristo e per ottenere la Salvezza, tanto che sant’Alfonso De’Liguori nel suo libro “le glorie di Maria” arriva a dire che la devozione a lei è un grande segno di predestinazione al Cielo; questo grande santo e dottore della Chiesa ci spiega come la Vergine Maria, “porta del Cielo” come viene chiamata nelle litanie lauretane, come nuova Eva spalanca le porte del Paradiso che la prima Eva, sedotta dal serpente, aveva chiuso e ci aiuta a vivere una relazione vera con Cristo che si concretizza nella vita di tutti i giorni. Un altro dottore della Chiesa: S. Teresa di Lisieux, nella sua autobiografia si lamenta dei sacerdoti che, parlando di Maria Vergine, ne esaltano solo la potenza e la grandezza, minimizzando il suo ruolo materno. La santa confida che a causa di ciò, inizialmente, aveva quasi timore di avvicinarsi alla Madonna, salvo poi scoprire grazie a Gesù che non c’è nulla di severo, nulla che susciti soggezione in lei, al contrario! Maria è la tenerezza fatta Donna: il suo unico desiderio è quello di proteggerci e farci del bene.

Per essere sicuri di non cadere in devozioni false (pensiamo ad alcune “apparizioni” molto dubbie che ultimamente sono state oggetto di dibattito sui giornali e nei tribunali) il culto alla Madonna deve essere legato strettamente alla fedeltà ed obbedienza alla Chiesa, al sommo pontefice Francesco e ai suoi successori, ricordando che la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, ci insegna il vero culto a Maria; ogni devozione mariana o apparizione mariana che in qualche modo ci allontani da Cristo e dalla sua Chiesa deve essere ritenuta come illegittima. Concludo ricordando come i santi e i dottori della Chiesa ci assicurano del fatto che qualsiasi cosa accada nella nostra vita, per quanto grandi possano essere le sfide, i limiti e le sofferenze, Gesù e la Vergine Maria non ci abbandoneranno mai e insieme a loro vivremo in pace questa vita per poi essere felici per sempre nella Vita che non ha fine.

Autore

Docente, autore ed editor; ha lavorato come ghost writer per diversi autori, è curatore di due collane editoriali: "ruah" e "fragili": la prima, incentrata sulla spiritualità; la seconda, dedicata alle persone fragili.