E’ evidente che in tempi come quelli moderni i giovani sono sottopposti ad una serie continua di sollecitazioni che, fin troppo spesso, li inducono a percorrere strade non sempre piane e senza rischi. Proprio a questo scenario, analizzato nel dettaglio, è dedicato il saggio auto-pubblicato a firma del giornalista, fotoreporter, ricercatore e scrittore ternano Marco Petrelli, intitolato “I giovani devono” (dicembre 2023).
Si tratta di un volumetto molto interessante che, completato dalla prefazione del criminologo Francesco Galvano, in poche pagine focalizza l’attenzione, come specificato nel sottotitolo, sui “pericoli della manipolazione spiegati alla Generazione Z”. Il lavoro, come spiega l’autore, nasce dalle sue osservazioni sulle tecniche di controllo della vita altrui e sui conseguenti danni che l’applicazione delle stesse può recare a chi le subisce, con particolare attenzione per ragazzi e genitori.
La frase scelta come titolo, dice ancora Petrelli, se la sono sentita rivolgere in molti “come sprone ad impegnarci in qualcosa che chi ci ha preceduti avrebbe mancato”. Risulta dunque spesso come “una frase fatta, inserita a forza alla fine di interventi orientati su tematiche sociali, culturali, religiose, ambientali. Una esortazione pregna di retorica”. Ma “a nome di chi? E per quale scopo?”. Da queste domande l’autore trae spunto per sottolineare che “influenzare le menti delle persone è sempre stato l’ambito obiettivo di politici, statisti, pensatori. Se poi le menti sono quelle dei giovani ancora meglio”, perché sono menti “permeabili alle esperienze ed alle tendenze del mondo. D’altronde lo slancio, l’idealismo e la genuina semplicità dei ragazzi e delle ragazze è interpretato da alcuni come viatico da sfruttare” per proprio tornaconto personale o a vantaggio di una propria causa, dato che si può facilmente fare “leva sulla passione e sulle forze fresce dei giovani che, se ben inquadrati, sono capaci di darsi anima e corpo per un obiettivo”.
Petrelli punta il dito appunto su coloro che mettono in atto la descritta manipolazione, che a suo dire rappresentano “un pericolo enorme. Pericolo che sopravvive al mutamento dei tempi e dei costumi” e che attraversa i secoli “sacrificando ai propri fini la libertà e la vita di milioni di persone” che, come emerge dall’analisi approfondita dei “contesti nei quali è maggiore il rischio di esporsi e finire per essere usati” – analisi che l’autore fa anche condividendo pro e contro di sue esperienze personali – sono soprattutto giovani.