Sui monti del Taburno, nei boschi apparentemente silenziosi, scricchiolano le foglie ed i rami secchi che ricordano lo spegnersi dell’autunno. Le nuove chiome verdeggianti dei faggeti s’innalzano verso le candide nuvole fra le quali si nasconde timido il sole di Maggio. I campanacci delle mucche risuonano lungo il pendio scosceso che porta nella distesa di Camposauro. Un alternarsi di muggiti e campanacci e un turbinio armonioso di note della natura. I ciottoli rotolano senza curarsi di chi muove i passi sfidando il terriccio umido e scivoloso. Un vitellino è indaffarato a scegliere la mammella più ricca di latte per soddisfare la sua fame, intanto mamma mucca rumina pensando a quanto sia meraviglioso il profumo dei boschi e della libertà . Itinerari da scoprire nel Parco Regionale Taburno – Camposauro, nel massiccio isolato dal resto degli Appennini, chiuso in tre valli, Caudina, Telesina e Vitulanese e alle pendici le sue innumerevoli ricchezze.Fra centinaia di piccoli borghi e natura, girovagare fra le stradine lastricate porta inevitabilmente ad assaporare il tepore che emana la gente che ancora abita nei borghi. Nelle domeniche benedette dal Signore, le strade profumano di prodotti sani e genuini.
Le nonne,quelle che ancora esistono, quelle “resistenti” di un tempo, preparano il ragù della domenica, che deve cuocere minimo tre ore e le loro dita cavano uno ad uno i cavatelli, fatti rigorosamente di acqua, farina e sale! Mai aggiungere le uova, non sarebbero più cavati ma tagliatelle venute male! Le fave appena raccolte nei campi fanno a gara con la pancetta ed il pecorino riunendo così le famiglie fra discorsi di progetti e racconti del passato, il tutto davanti ad un buon bicchiere di vino , sia esso corposo e rosso o che sia Sua Maestà “La Falanghina”, in ogni caso vino della terra dei vigneti conosciuto in tutto il mondo, come il “Solopaca”, prodotto grazie ai filari di perle bianche e nere proprio ai piedi del Taburno, nella valle Sannita più antica e prestigiosa della nostra storia.
Il Parco del Taburno conta una distesa di oltre tredicimila ettari e raccoglie in sé ben 14 comuni: Bucciano, Cusano, Foglianise, Frasso Telesino, Melizzano, Moiano, Solopaca, Montesarchio, S.Agata de’ Goti, Torrecuso, Montesarchio, Bonea, Paupisi , Tocco Caudio .
Natura,Fauna,Flora,Storia,Gastronomia,Vigneti,Frutteti,Uliveti costituiscono il cuore pulsante del Sannio, nel fulcro della Campania. Molte le proposte itineranti,offerte a chi decide di scoprire queste terre meravigliose, dalle passeggiate libere al trekking con il Club Alpino Italiano, ai percorsi per Mountain Bike ed Enduro, accompagnati da guide professionali, al percorso avventura per i più piccoli a quello impegnativo per i temerari, oppure semplicemente riempirsi lo sguardo di bellezza trovandosi dinanzi a cavalli selvaggi in libertà, cinghiali, caprioli e tantissime mucche. E dopo una giornata ricca negli occhi e negli animi, il tramonto si posa sulle gemme dei ciliegi, sulle più forti e fortunate, sopravvissute alle torrenziali piogge improvvise dei giorni trascorsi. Le viti sono rigogliose e possenti, ora che i tralci inutili sono stati eliminati. Proprio come si dovrebbe fare non solo con le viti nei campi ma soprattutto con la vita, eliminando i tralci cattivi che lederebbero soltanto.
Risplendono le stelle lungo il cammino di chi calpesta strade degli avi, dove il silenzio è un vociferare di odi e canti,dove riecheggiano le note che facevano danzare le janare sotto il Noce di Maleventum.
Si apre la notte ad accogliere la Luna che illumina Monte Pizzuto ed insieme al canto che assopisce la civetta si prepara l’alba con la sua rugiada ad irrorare il Parco di sole, a svegliare i popoli con la brezza mattutina, a risalire la china innalzando gli occhi verso il nuovo giorno sull’eterno scenario di terre antiche.