Secondo le statistiche più recenti, se sei vergine significa che non ti vuole nessuno, se sei disponibile diventi una a cui tutti mettono le mani addosso, se porti leggings e top “vuoi” che ti mettano le mani addosso, se non bevi non socializzi, se ti ubriachi finisci su YouTube con orribili commenti.
L’immaginario estetico è modulato sul porno, un’industria da 97 miliardi di dollari che ha cambiato l’approccio delle ultime generazioni. Il sesso ha smesso di essere qualcosa di segreto e misterioso, non più una virtù raggiungibile tramite il sacramento matrimoniale o raggiungibile attraverso un legame affettivo solido e prolungato, ma il più delle volte, un incontro occasionale, privo di conoscenze . È uno dei tanti riti, sempre più social e sempre più quantitativo e meno qualitativo. Credo che la vera esplorazione e comprensione del desiderio e delle paure nelle ragazze di oggi debba ancora cominciare. Senza docenti preparati, spazi scolastici in cui insegnare le ricettività delle famiglie nel partecipare a questa formazione, avremo sempre più giovani insicuri, incapaci di sentirsi a loro agio con se stessi e con ciò che provano.
E c’è un’aggravante: tra webcam, sexting e filmini erotici, le Millennials sono cariche di competenze, mentre sul piano della conoscenza di sé, del corpo, di ciò che fa bene o male, una ricerca Durex, rileva una profonda ignoranza su metodi contraccettivi e malattie sessualmente trasmissibili, infatti il 40 per cento ha rapporti non protetti, l’ignoranza è grande.
“L’immaginario pornografico che separa la capacità erotica del sesso da quella affettiva era soltanto maschile. Ora questa “cultura” è anche femminile. Dieci-vent’anni fa l’unicità dell’attrazione era meravigliosa ed esclusiva, adesso non più. In 10-12 anni l’erotismo è stato fortemente oggettualizzato, i corpi sono diventati intercambiabili e il porno non scandalizza più. I giovani non fanno più sesso? In Italia un ragazzo su tre fa sesso ma solo virtualmente. A dirlo è una recente indagine promossa dalla Società Italiana di Andrologia (SIA) che ha studiato i cambiamenti delle abitudini sessuali della Gen Z in seguito alla pandemia”.
Questo dato mette in luce un rapporto con la sessualità molto diverso dalle altre generazioni. Dunque la tecnologia da un lato velocizza le informazioni, a volte non protette e veritiere, che soprattutto la nuova generazione fa fatica a comprendere, nato inizialmente per “avvicinarsi” a persone lontane, paradossalmente però nel tempo ha negativizzato e destabilizzato i rapporti e le relazioni, pertanto “La digitalizzazione ha peggiorato anche l’approccio al sesso ha reso i rapporti sessuali sempre più slegati dalla relazione o dalla procreazione.Sappiamo tutti che le generazioni contemporanee sono molto più esposte ad immagini e messaggi sessuali rispetto a quelle precedenti, mentre i tabù sociali una volta legati alla sessualità vengono meno in maniera sempre crescente, rendendo l’approccio degli adolescenti al sesso molto diverso rispetto a quello dei loro genitori. Le nuove tecnologie permettono ai giovani non solo di accedere a contenuti espliciti con maggiore facilità, ma anche di praticare nuovi tipi di attività sessuale mediata, come ad esempio il sexting. Questo li rende inevitabilmente maggiormente esposti sia a rischi preesistenti ad esempio l’essere adescati da malintenzionati che a pericoli completamente nuovi, come la messa in circolo e la condivisione di immagini intime attraverso la rete. I rischi sono reali e tangibili, ma non tutti gli aspetti di questa “digitalizzazione” della sessualità sono necessariamente dannosi o negativi.Secondo alcuni, l’accresciuta disponibilità di materiale sessuale garantita dalla rete potrebbe infatti non avere effetti deleteri di per sè. Uno studio indica una differenza di percezione tra giovani e meno giovani significativa: mentre gli adulti intervistati pensano che internet abbia contribuito in maniera marcata alla iper-sessualizzazione degli adolescenti, questi ultimi invece sostengono che il loro comportamento sessuale non ne venga particolarmente influenzato. Sebbene sia ammissibile che gli adolescenti intervistati fossero semplicemente meno consapevoli del cambiamento generazionale che i più anziani sembravano aver osservato, la discrepanza tra i due gruppi sembra indicare un fraintendimento generazionale riguardo al modo in cui gli adolescenti vivono la sessualità al giorno d’oggi.Se il cambiamento dell’approccio al sesso è particolarmente evidente per gli adolescenti, in realtà si tratta di un fenomeno sempre più esteso anche alle generazioni adulte.
“Si sta verificando sia un calo che una trasformazione del desiderio. Da una parte c’è un uso smodato della pornografia online, dall’altra le pulsioni vengono orientate verso rapporti occasionali . Molti ragazzi praticano sexting ma al di fuori di determinati contesti si comportano come se fossero assessuati”.
Quali sono le problematiche che lamentano più spesso? “Il problema più grave è l’ansia da prestazione”, proprio perché, come detto prima, tutto viene proposto loro come una performance. Le persone che soffrono di ansia da prestazione a volte preferiscono evitare le situazioni che generano disagio, non solo sessuali, ma saltando persino incontri sociali, presentazioni di lavoro o, nei casi più gravi, attuando scelte di vita differenti rispetto a quelle che le renderebbero felici, pur di non dover affrontare questi stati di ansia. Evitare le situazioni che provocano ansia, tuttavia, può portare a vivere la propria vita “al ribasso”, senza mai ottenere ciò che davvero si desidera. Quando ci si rende conto di soffrire di ansia da prestazione, quindi, la cosa giusta da fare è affrontarla.