“IA” ossia Intelligenza Artificiale è la capacità di un sistema artificiale di simulare l’intelligenza umana ottimizzandone le funzioni. In parole povere una macchina che sostituisce le capacità umane come l’apprendimento, il ragionamento, la creatività.
Siamo in un secolo dove i figli si fanno in provetta, dove si clonano pecore, dove si lasciano a casa dei robot con sembianze umanoidi, dove si hanno macchinari scientifici che permettono di scoprire malattie e di salvare vite umane. Siamo figli e genitori di generazioni nuove e futuristiche con ricercatori e studiosi che sperimentano schemi tecnici che dovrebbero essere un tantino studiati e limati.
La ricerca medica scientifica ha fatto si che possano essere trapiantati organi vitali, che si possano curare malattie fino a qualche anno fa totalmente sconosciute, che si possa andare in giro nelle galassie per studiare il cosmo. Tutto ciò è fenomenale e di inestimabile ed indiscutibile ricchezza per l’uomo.
Nel 2014 Stephen William Hawking (fisico, cosmologo, astrofisico e matematico) mise in guardia il mondo riguardo all’intelligenza artificiale considerandola come una seria minaccia per la sopravvivenza dell’umanità. Era il lontano 2014, dieci anni dopo il discorso viene ripreso da Papa Francesco al G7 a Borgo Egnazia che ha detto:” Il vigoroso avanzamento tecnologico rende l’intelligenza artificiale uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso ed impone una riflessione all’altezza della situazione, parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica”.
Le applicazioni di intelligenza artificiale a contatto o integrate del corpo umano possono essere seriamente pericolose se impropriamente usate e mal progettate soprattutto per un uso non regolamentato negli armamenti che potrebbe provocare una perdita di controllo su armi distruttive! Ma l’uso dell’IA è divenuto la scelta più abituale per gli scopi più elementari come per scrivere e per i calcoli matematici. Quale vantaggio si ottiene nel creare una macchina capace di scrivere libri, articoli, componimenti, compiti per la scuola quali tesine per gli esami e addirittura ad oggi tesi di laurea? Dov’è finita l’arte della scrittura? Cosa ne sarà del cervello umano ormai quasi totalmente sostituito da cervelli artificiali?
Si potrebbe ben accettare l’intelligenza artificiale per la trascrizione di documenti, per abbreviare le tempistiche, ma non per scrivere integralmente testi. L’animo che scrive attraverso i sentimenti, attraverso i profumi che riaffiorano nei ricordi, attraverso le immagini che regalano le memorie di un esatto contesto, il piacere di descrivere cieli infiniti e oceani profondi, di dipingere le emozioni dove finirà? I nostri figli sapranno ancora cosa significa scrivere un tema? Sapranno cos’è la poesia? Come svilupperanno la loro fantasia se non sapranno riportare su un foglio bianco le frasi giuste per descrivere una determinata tematica? Sempre più pseudo-giornalisti scrivono i loro articoli partendo da una semplice frase affidata all’IA per poi pubblicare contenuti che non conoscono neanche e che non appartengono a loro. Affidandosi alle macchine robotiche l’umanità si estinguerà e diverrà obsoleta nel mondo totalmente sostituita da macchine sofisticate e distruttive. Scrittori e poeti come Omero, Leopardi, Manzoni, Pirandello, che hanno riscritto e tramandato poemi, odi, opere poetiche, chi li conoscerà nel futuro? Tutti i loro insegnamenti a chi serviranno? Gli antichi scribi sostituiti da cavi elettrici, fusibili, contatti elettrici e cervelli alieni. E noi umani fatti di sentimenti ed emozioni dove finiremo? Nel dimenticatoio del tempo come antichi esseri primitivi considerati incapaci di scrivere e certamente messi da parte per sempre, reperti storici del millennio, generazioni inutili e noiose. E non servirà di certo una profezia per capire che siamo vicini alla devastazione dell’intelligenza umana, alla distruzione della storia vera, quella vissuta e poi studiata grazie a chi l’ha riscritta cento e cento volte ancora.
Il solo modo per usare le nuove tecnologie sarebbe nel metterle al nostro servizio con coscienza e capacità e non di metterci noi alla mercé robotica. Non diamo adito a chi ci serve su un piatto d’argento la possibilità di scrivere senza nessuna fatica e di riportare lavori perfetti. Conserviamo la passione di chi parola dopo parola sa creare delle frasi che si incarnano nel cuore che batte vivo nel corpo umano creando emozioni vere. Bisogna avere il coraggio di non diventare schiavi della tecnologia oltre limiti. Bisogna avere la forza di continuare a sentirsi vivi e veri e di sfruttare al massimo l’intelligenza che ci appartiene e che è ben custodita dal cervello all’interno di un cranio umano e non di una macchina attaccata a microprocessori. Scrivere ed emozionare è la più bella delle passioni.