• 4 Dicembre 2024
Editoriale

Dal 2010 a oggi la spesa per i danni da dissesto idrogeologico in Italia è triplicata raggiungendo 3,3 miliardi di euro l’anno.

Inclusi i terremoti, sono più di 350 miliardi l’ammontare in 80 anni, con una media annua, tra il 1944 e il 2009, di 4,2 miliardi, salita a 6 miliardi tra il 2010 e il 2023.

Lo stato di rischio del territorio italiano aumenta invece di diminuire e dimostra tutta l’incapacità dei governanti e degli amministratori, a tutti i livelli, di assicurare ai cittadini, la sua messa in sicurezza.

Nel nostro Paese, i costi del non controllo del territorio, dai danni prodotti da terremoti, alluvioni e dissesti, sono notevolmente aumentati, nel 2023 hanno raggiunto la cifra di 500 euro pro capite compreso i bambini.

In Italia negli ultimi 12 anni si sono verificati ben 120 eventi alluvionali”, causando 170 vittime, circa 70 feriti e oltre 60mila evacuati. Considerando gli eventi di dissesto in termini di danni arrecati, tra gli anni peggiori si ricorda il 2014, quando si verificarono 13 eventi alluvionali che provocarono ingentissimi danni economici.

Mentre la spesa per riparare i danni degli eventi sismici è rimasta sui livelli storici (2,7 miliardi nel periodo 2009-2023 contro 3,1 del passato), per il dissesto idrogeologico la spesa è triplicata passando da una media di 1 miliardo all’anno a 3,3 miliardi. Le aree a pericolosità idraulica elevata coprono il 5,4% del territorio nazionale, quelle a pericolosità media il 10% e quelle a pericolosità bassa, allagabili in caso di eventi rari o estremi, raggiungono il 14% del territorio nazionale con 12,3 milioni di  cittadini esposti a questo rischio.

Tra le Regioni italiane l’Emilia-Romagna e il Veneto che presentano vaste aree di pianura sotto il livello del mare e ancora da bonificare, sono sicuramente le più esposte al rischio di allagamento in termini di superficie; a livello di percentuale di popolazione,  Veneto, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana sono i territori con valori superiori alla media nazionale per tutti gli scenari di pericolosità.

A livello provinciale Venezia è la provincia italiana con più persone residenti a rischio elevato (circa 150 mila persone), mentre tra le grandi città emerge Roma con quasi 42 mila abitanti.

In materia di “Tutela del territorio e della risorsa idrica”, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prima della revisione prevedeva un’importante riforma finalizzata alla semplificazione e accelerazione degli interventi di contrasto al rischio idrogeologico, nonché lo stanziamento complessivo di 15 miliardi di euro, riservando circa 2,49 miliardi di euro agli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 1,287 miliardi di euro di competenza del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica per progetti in essere finanziati da risorse già esistenti nel bilancio e 1,200 miliardi di euro assegnati al Dipartimento della protezione civile. Tuttavia, con la revisione del Pnrr le risorse per il rischio idrogeologico sono scese a 1,53 miliardi, di cui 1,2 miliardi destinati all’alluvione dell’Emilia-Romagna.

Superano i 2 milioni e 115 mila gli edifici italiani che insieme alle 727 mila imprese si trovano nelle
aree più esposte al rischio idrogeologico. Di queste, 84 mila ricadono nelle aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, con oltre 220 mila addetti esposti a rischio; più di 640 mila imprese ubicate in aree a pericolosità per alluvioni. 1 milione e 300 mila abitanti e 548 mila famiglie vivono in zone a rischio frane e 7 milioni di abitanti in aree a pericolosità idraulica media.

Tra il 2000 e il 2023 in Italia sono avvenuti 4.507 terremoti con magnitudo uguale o superiore a 3.0, di questi 21 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 5.0. Oltre 700 le vittime direttamente o indirettamente provocate dagli eventi, la maggior parte delle quali connesse agli episodi de L’Aquila del 2009 e del sisma dell’Italia centrale del 2016.

Dal punto di vista dei territori, la maggior parte dell’Italia si divide tra sismicità 2 (medio alta) e sismicità 3 (medio bassa): 2.375 comuni sono in zona 2, circa tremila in zona 3. In zona 1, quella a rischio maggiore, si trovano 739 comuni, soprattutto in corrispondenza dell’Appennino. Secondo questa classificazione, si calcola che in queste tre zone risiedano oltre 50 milioni di persone, mentre restringendo il campo alla zona 1, la popolazione coinvolta supera i 3,2 milioni di persone. È la Calabria la regione con maggiore superficie in zona sismica 1.

Inefficienza, incuria, incopetenza e scarso senso civico hanno caratterizzato l’impegno degli organi dello stato sulla messa in sicurezza e difesa del territorio dai rischi idrogeologici e sismici.

Non c’è dubbio che tutta la classe politica miope e sorda è totalmente responsabile di queste catastrofi ambientali; il territorio non va abbandonato, ma monitorato, curato e salvaguardato e non c’è dubbio che tutti questi danni e in primis i morti pesano, come un macigno, sulla coscienza del governo e di tutti gli organi dello stato.

Come è possibile che i responsabili di tutto questo disastro non provano vergogna?

Si può esprimere solidarietà e non sentire vergogna quando chi è delegato alla gestione del territorio , da anni si è completamente dimenticato di salvaguardare e curare l’ambiente che è la casa dell’uomo?

L’assicurazione sulle case dai rischi naturali è pura follia perché le agenzie assicurative applicheranno tariffe molto alte, specialmente nelle aree a maggiore rischio, e con franchigie molto alte, per cui alla fine chi ci rimetterà sarà sempre l’assicurato.

Anzi l’assicurazione sulle case favorirà le agenzie assicurative e le banche che invece di essere tassate sugli extra profitti riceveranno ulteriori finanaziamenti.

La competenza della sicurezza delle abitazioni e il ripristino territoriale post evento deve essere a carico dello Stato perché è stato sempre così.

I cittadini, con il rispetto delle norme, il pagamento degli oneri urbanistici e le svariate tasse, dirette e indirette, sulla casa hanno delegato queste competenze agli organi di governo del territorio.

Lo stato, a tutti i livelli, ha validato e approvato i progetti e rilasciato le relative autorizzazioni a costruire e con le quali, si è assunto la responsabilità sulla sicurezza e ricostruzione delle abitazioni, come bene pubblico, dopo un evento idrogeologico, sismico e ambientale.

No, no, lo Stato non può scaricare tutte le proprie colpe, l’inerzia, le responsabilità, la messa in sicurezza del territorio dai rischi naturali e la salvaguardia dell’ambiente su i cittadini; se “ il governo e le istituzioni ” non riescono a garantire i servizi pubblici, e la casa è un bene pubblico primario, a cosa servono ?

Lo stato e la politica devono vergognarsi della loro incapacitò amministrativa e di governo e si devono assumere le responsabilità istituendo un fondo di garanzia nazionale, regionale e comunale (Cassa Sacra) capace di far fronte alle emergenze ambientali, idrogeologiche e sismiche.

Non si tratta di indennizzi, che non risolvono il problema, ma l’obbligo di chi amministra la “res pubblica” di intervenire  per il ripristino ambientale e la messa in sicurezza del territorio e la ricostruzione delle abitazioni, dopo un evento naturale.

Questi annunci arroganti di uomini che “ governano senza pensare”, dimostrano i limiti e la superficialità di chi amministra i soldi della collettività, non per i cittadini amministrati, ma contro di essi. Se nel 2023, per sanare i danni causati dal dissesto idrogeologico e sismico sono triplicati, rispetto al passato,rappresentano un quadro poco rassicurante, e sicuramente un peggioramento dell’attenzione del governo sulla difesa del suolo, il monitoraggio delle azioni ambientali e la messa in sicurezza del territorio edificato.

Autore

Eraldo Rizzuti geologo, già docente nei licei e negli istituti superiori. Impegnato in un percorso di fede dal 1988, ama raccontare la vita e ne cattura colori e sfumature attraverso la fotografia. Vive a Rende, dove è stato prima Consigliere Comunale e poi assessore alla Cultura e all'Ambiente. Nel 2010 ha pubblicato per l'Editore Pellegrini di Cosenza il volume "Alle Sorgenti della Vita" .Nel 2012 è stato coautore per la Casa Editrice Urban-Terr di Vibo Valentia del volume " PSC/PSA Nuovi piani urbanistici" .Nel 2013 ha pubblicato per l'editore Pellegrini il volume " Catastrofi Naturali o Incuria dell'Uomo" ? Nel 2019 ha pubblicato il volume “liberi dentro” (liberi dentro in contrapposizione alla morte).È stato autore di numerosi saggi e articoli su quotidiani nazionali e regionali e su siti di reti sociali.