• 5 Febbraio 2025
Ambiente

Il fenomeno della «goccia fredda» si verifica quando l’aria polare fredda viene intrappolata da quella temperata calda

È stata la peggiore goccia fredda degli ultimi decenni la causa scatenante delle alluvioni in Spagna. Noto in spagnolo come Dana – «Depresion Aislada en Niveles Altos» (depressione isolata ad alta quota) – o gota frìa. Il fenomeno meteorologico si verifica quando una massa d’aria fredda,proveniente dalla circolazione polare, viene intrappolata e circondata

dall’ aria più calda e umida delle zone temperate, assumendo appunto la forma di una goccia d’aria fredda in mezzo ad aria calda. Tipico dell’autunno, iI contrasto tra le masse d’aria porta alla condensazione dell’umidità e alla formazione di piogge come quelle hanno provocato l’esondazione dei corsi d’acqua e la morte di 212 persone, accertate nella Comunità di Valencia, con gravi danni nel Sud Est della Spagna e in Andalusia. La goccia fredda o Dana è tipica della costa orientale della Spagna, ma può interessare anche altre aree del bacino del Mediterraneo, come è accaduto a giugno sul Nord Italia, quando ha portato per diversi giorni piogge e temperature sotto la media del periodo.

L’aria polare è entrata in contatto con le acque mediterranee surriscaldate dopo l’estate e ha generato piogge intense e persistenti. Secondo il servizio meteorologico spagnolo, in alcune zone della regione di Valencia sono caduti 445 millimetri di pioggia, ovvero 445 litri di acqua per ogni metro quadrato di territorio. Una quantità prossima alle precipitazioni di un intero anno e non lontana dal record della regione: i 520 millimetri del settembre 1996.

La Dana in passato ha causato eventi disastrosi come la «Pantanada de Tous» del 1982, con il crollo della diga di Tous, nella Comunità Valenciana.

Il 1 primo allarme rosso è stato lanciato dall’autorità meteo nazionale (Aemet) martedì alle 7, undici ore dopo l’inizio dell’evento, quando tutta la zona era già travolta dell’inondazione, significa che questo sistema di all’erta funziona a male,non è utile!

Il fenomeno è stato sottovalutato e non si è avuta contezza dell’evento catastrofico che si stava verificando. Negli ultimi anni ci sono stati diversi episodi di Dana in Spagna, ma secondo quanto riferisce il governo, quello di quest’anno si può decisamente considerare il peggiore del secolo. Dopo l’alluvione del 16 ottobre del 1957, un’altra Dana significativa risale al 1982, definita la “Pantanada de Tous” e provocò il crollo di una diga e causò 30 morti poco più a Sud della zona attuale. Nel 1987 un altro caso; e nel 2019 stessa storia. Sempre in autunno, quando le correnti fredde si scontrano con le temperature del mare ancora caldo dall’estate. Nel 1957 Valencia subì lo stesso simile disastro: tre giorni di Dana provocarono 81 morti, quartieri con 5 metri di acqua da terra, il 75% delle attività commerciali danneggiate, 5.800 case distrutte e circa 3.500 famiglie senza casa.

Non c’è nulla di nuovo!

I fenomeni metereologici del passato non insegnano niente all’ uomo che ha una memoria corta.

Questi eventi estremi: cicloni tropicali, niño, dana, fronti temporaleschi del Mediterraneo, si sono sempre verificati e si verificheranno.

Cosa fa l’uomo per proteggersi?

Quali sono gli interventi che ha posto

e pone in essere per mettere in sicurezza il territorio?

Questo è un fenomeno frequente e ricorrente, si è verificato di recente nel 1957, 1982,1987, 2019.

Di chi è la colpa se non siamo in grado di salvaguardare la vita umana da questi fenomeni?

Se oggi si verificano con “maggiore intensità”, domandiamoci il perché;

forse delle concause le dobbiamo trovare nelle azioni dell’uomo che non considera il territorio come un bene da conservare, proteggere e salvaguardare.

Nell’inquinamento che non accenna a diminuire e nei grandi sistemi economici mondiali che ” impunemente” continuano a contaminare, sporcare, avvelenare, rovinare, infettare, appestare, guastare | falsificare, alterare e manomettere acqua, suolo e aria ?

Lo ripeto fino alla noia, quando si vuole nascondere le responsabilità, si usano termini per giustificare questo scempio e questi disastri che fanno sprofondare l’uomo al periodo delle ” caverne”. Sono le nostre azioni che condizionano la nostra vita e la vita delle future generazioni.

Smettiamola di dare la colpa ai “cambiamenti climatici” , che per essere valutati, hanno bisogno di tempi lunghi,

fino a 100 anni.

L’uomo di oggi che “d’eternità si arroga il vanto”, ubriaco delle sue certezze, del suo egoismo e della sua stessa ignoranza, è incapace di guardarsi intorno e godere del Paradiso che lo circonda…..

Autore

Eraldo Rizzuti geologo, già docente nei licei e negli istituti superiori. Impegnato in un percorso di fede dal 1988, ama raccontare la vita e ne cattura colori e sfumature attraverso la fotografia. Vive a Rende, dove è stato prima Consigliere Comunale e poi assessore alla Cultura e all'Ambiente. Nel 2010 ha pubblicato per l'Editore Pellegrini di Cosenza il volume "Alle Sorgenti della Vita" .Nel 2012 è stato coautore per la Casa Editrice Urban-Terr di Vibo Valentia del volume " PSC/PSA Nuovi piani urbanistici" .Nel 2013 ha pubblicato per l'editore Pellegrini il volume " Catastrofi Naturali o Incuria dell'Uomo" ? Nel 2019 ha pubblicato il volume “liberi dentro” (liberi dentro in contrapposizione alla morte).È stato autore di numerosi saggi e articoli su quotidiani nazionali e regionali e su siti di reti sociali.