• 22 Dicembre 2024
Editoriale

A soli dieci giorni al Santo Natale, all’inizio del nuovo anno si respira nelle strade l’atmosfera magica che solo in questo periodo si ricrea in ogni parte del mondo. La corsa ai regali nei grandi e piccoli negozi, ma non solo, tantissimi ordinano online i loro acquisti vedendosi consegnati pacchi dai tantissimi corrieri che sembrano folletti in missione speciale direttamente dal polo Nord. L’aria trasognante dei bimbi davanti alle vetrine, le richieste dirette dei ragazzi che complottano per ottenere quel telefono cellulare di ultima generazione, i sogni messi da parte delle madri che annullano i loro desideri per realizzare quelli dei propri figli. E poi ci sono i papà, quelli veri, che mettono al primo posto le esigenze delle loro famiglie senza pensare minimamente ai propri interessi. Sono quelli che amano incondizionatamente senza riserve. Sono quelli che guadagnano con sacrificio e tanto lavoro ma che riescono alla fine a costruire momenti felici che sembrano non mancare di nulla.

La normalità inesistente si enuncia dalle macerie dove i droni studiano i luoghi “vivi” e danno il via a lanciare l’attacco attraverso i missili che razionano sempre di più energia elettrica e acqua. Missili e munizioni a grappolo lacerano la terra, riducono in polvere i mattoni che erano case, ospedali, scuole. Non ci sono atmosfere magiche ma solo tenebre e terrore.  Non ci sono vetrine di dolciumi ma la fame che riempie le bocche di polvere. Gli occhi di chi si trova a dieci giorni da Natale fra bombe e sangue vedono solo disperazione e dolore, freddo al corpo e gelo nell’anima. Molti bambini non conoscono nemmeno il Natale perché generati dalla violenza e nati fra i proiettili. Non c’è bisogno di specificare terre o religioni, il Natale dovrebbe essere rinascita per tutti i Credo, l’uomo e la donna sono figli della vita dove nessun colore e nessuna appartenenza debba negare la libertà di vivere.

In questi giorni gli aerei ramificano scie nel cielo con traiettorie studiate a portare in paesi meravigliosi coloro che hanno scelto di trascorrere le feste natalizie in vacanza. Formule all inclusive che permettono di godere appieno dei soggiorni che di certo segneranno in modo indimenticabile il meritato riposo. E ancora, flotte navali che si distribuiscono dal Mediterraneo al Mare dei Caraibi, fino ai confini del pianeta con destinazioni incredibilmente stupende, per segnare un Capodanno esclusivo con crociere da favola per attendere e accogliere con gioia il nuovo anno.

Eppure, il mondo nella sua perfetta sfericità racchiude imperfezioni che pungono la vita e fra povertà, guerre, violenze, dolori, fame, sofferenza si districa a fatica fra i valori nel vivere in modo semplice. Il futuro delle qualifiche ecologiche spinge a preservare il pianeta riavviando cantieri che vanno verso il nucleare per creare energia e posti di lavoro. La digitalizzazione avvia gli esseri verso l’intelligenza artificiale che ormai sta portando l’umanità a mettere in soffitta il proprio cervello. Qualche chiesa ha sperimentato la confessione attraverso la figura virtuale del Cristo capace di ascoltare e rispondere dal confessionale incamerando peccati e omissioni da tenere in segretezza. Certi padri, con il divorzio, mettono al posto del significativo nome di “figli” il pronome dimostrativo “questi” scartando con freddezza il diritto di amarli e viverli a cadenze prestabilite da un giudice, uomini privi di anima e di sentimenti destinati a perdersi un giorno nella loro stessa meschina vergogna di essere stati solo strumenti biologici di vita. E madri che partoriscono e seppelliscono i figli decidendo così di tagliare cordoni ombelicali come per i fili di burattini. Braccialetti elettronici che smagnetizzano anche la possibilità di respirare, a vittime che si ritrovano per errore in pozze del loro sangue versato per incuria di chi dovrebbe tutelare. Minorenni che sfasciano delle staccionate e ripagano a chi li ha rimproverati, tra l’altro persone anziane, con delle coltellate, minacciando di ritornare successivamente per finire il lavoro e uccidere. Spedizioni punitive, botte, atti violenti, un dato inquietante che si ripete ogni giorno. Fatti di cronaca che ci conducono a pensare come questo pianeta sia destinato a cadere nel baratro dell’impossibile.

Allora siamo portati a chiederci se questo periodo di festa, come quelli trascorsi sia solo apparenza di gioia che vede in realtà una aleatoria copertura a dei protagonisti che distruggono la vita attraverso la disumana incoerenza dell’umanità.  Siamo diventati troppo superficiali tutti, siamo diventati tutti poco umani e poco concentrati a dare valore ai valori. Riusciremo dunque a far rinascere il Natale?

Autore

Carmela Picone nasce nel 1969 a Solopaca , in provincia di Benevento. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Classica, leggendo Pirandello scopre la passione per il teatro. Partecipa e vince un concorso letterario con La Libroitaliano Editore e vede le sue poesie pubblicate in un’antologia. Scrive il romanzo “Gocce d’Amore” che ottiene immediato successo tanto da interessare un regista romano che chiede all’autrice di scrivere una sceneggiatura tratta dal proprio libro per la progettazione di un film. Nel 2021 scrive “La poesia delle parole semplici” una silloge pubblicata dalla Atile Editore. Le passioni restano la scrittura, i viaggi ,la recitazione e la pittura . Ama molto viaggiare, scoprire nuove culture, ammirare nuovi paesaggi e far tesoro delle emozioni che ne scaturiscono dopo ogni luogo ammirato. La sua ambizione più grande resta quella di promuovere il territorio nel quale è nata, e dove oggi s’impegna nel sociale per tenere vive le tradizioni e per portare alla conoscenza di tutti la meraviglia e i tesori della sua terra. piccola perla del Sannio.