• 23 Febbraio 2025
Tradizioni & Leggende

Sono le montagne che si adagiano a baciare la terra, che colorano di colori caldi la fredda stagione e che spalmano di verde i vigneti in primavera donando all’estate i filari più preziosi. Sono le montagne che catturano lo sguardo da lontano, lungo la strada di ritorno di chi ha dovuto allontanarsi per la professione scelta. In cima, il cielo si posa con leggerezza nell’azzurro striato di nuvole. Ogni ramo muove le proprie foglie in una danza dove il vento ricrea le note più armoniose. Sono voli di falchi e di farfalle che si competono territori meravigliosi fra splendide acque tra torrenti e fiumi. Percorrere le stradine ai piedi dei monti è come intrufolarsi nelle pagine di un vecchio album fra immagini di storie e vissuti, dove ancora oggi l’odore dei muri delle case emana il profumo del bucato steso al sole e delle cantine chiuse con dentro custodito vino e olio.

Nel bisogno incessante di aprire le finestre al mondo, in questi paesi che si tengono per mano nel Sannio, si ha quasi la sensazione che si voglia tenere stretta fra le dita, la forza di stare uniti senza lasciarsi scivolare nessun momento. Gli occhi sotto i bianchi capelli raccolti di qualche vecchina, ancora sopravvissuta alla modernità, mi sorridono, speranzosi di ritrovare ancora un nuovo tempo che non sia destinato a cancellare il passato. Sono racconti fra magia e vita reale, sono silenzi che gridano e passi che non vogliono fermarsi.

Ogni casa riflette il sole sulle finestre che da sempre è rimasto lo stesso e che riscalda le giornate più gelide anche quando tutto sembra perduto. Chi è restato ha avuto il coraggio di non arrendersi, di continuare a impastare il pane quotidiano, di mettersi ancora in gioco, predicando per far rivivere la fede. Sono chiese e candele, arazzi e odore d’incenso, sono Parole Sacre del Vangelo che ancora qualcuno riesce a spiegare e a far comprendere fra le panche stanche resistenti agli anni. Anime gioiose contemplano gli istanti rallegrandosi alla bellezza di questo piccolo fazzoletto di mondo, dal quale con orgoglio ogni tanto ritorna chi lo aveva lasciato. Un ragazzino del paese, in una sua poesia risultata vincitrice ad un concorso scolastico, ha scritto che non bisogna mai cedere, che non bisogna mai perdere la speranza, che bisogna sognare e inseguire i propri sogni, i propri desideri per riuscire a realizzarli. Ed è proprio così, mai dimenticare, mai abbandonare la voglia di realizzare ancora, di far rivivere certi luoghi, apprezzandone ogni spazio, ogni vicoletto, ogni cortile.

In ogni angolo recondito si cela una bella emozione, se ne avvertono i sentimenti impressi fra i sassi e le antiche porte dove ancora si sente il tocco delle mani che le socchiusero per poi rientrare a sera e sedersi al tavolo imbandito in modo semplice ma ricco di rispetto, di bontà e di fatica, quella che si ottiene con sacrificio ogni giorno e che fa crescere i figli con quei valori, che oggi molto spesso non si conoscono più.

Nelle notti quando il buio chiudeva ermeticamente case e campagne ritornava la paura delle vecchie leggende di janare e lupi mannari, ad oggi, quando scende la sera, incombe la paura di ladri e malviventi. La quiete di un passato di serena condivisione che si fa,l’altra faccia della stessa medaglia, con l’ansia dell’immancabile vecchia quiete. Sono sempre di più i vecchietti che se ne vanno e sono sempre meno i bambini che nascono, sono sempre meno i racconti fra nonni e nipoti e sono sempre più le case vuote senza più luci accese e finestre appannate di buono ai fornelli. Eppure, nei vecchi comò delle nonne i merletti seppur chiusi nei cassetti, restano a mostrare la loro bellezza, un po’ ingialliti ma pur sempre caldi di manualità e amore. Una volta dalla montagna quando scendeva la sera e si restava accampati con tende di fortuna, insieme ai pastori che dalle mucche mungevano il buon latte usato poi per fare ottimi formaggi, la vallata mostrava pochissime luci, ora fermandosi dalla cima più alta della Dormiente, la vallata sembra offrire il riflesso di un manto di stelle.

Cambiano gli anni le cose, cambiano le case, mutano le persone in ciò che fanno ma i cuori restano fermi all’essere parte integrante di un mondo che ci appartiene, dove il sole che brilla sui monti ci appartiene, dove i profumi sono la nota caratteristica del nostro ossigeno, dove certi canti risuonano ancora e ci fanno emozionare.

Siamo noi, la storia  delle mani dei nostri avi che scavando tra sassi e terra hanno costruito il nostro futuro, lacerandosi la pelle, bagnando di sudore la vita, scrivendo la corsa contro il tempo, schivando le mine delle guerre, rifacendo chilometri di strada emigrando dall’altra parte del mondo, per poter mandare ai figli i soldi per restare nelle loro case, affinché restassero, in quelle case, sì diroccate ma pur sempre preziose, perché fondate sull’amore. Allora c’era il rispetto, figlio dei valori, c’era il saluto che si diceva “apparteneva all’angelo”, c’era l’educazione che permetteva di diventare uomini e donne rispettabili. C’era l’oro nelle parole e i diamanti nel cuore ed eranoqueste le vere grandi ricchezze. Non dimentichiamo tutto questo, quando percorriamo le vie di questi borghi, non smettiamo di guardare le montagne che dominano con maestosa resilienza. Non perdiamoci i profumi, esaltandone ogni minuscola virtù perché noi, Apparteniamo a questa eterna Terra, noi apparteniamo alla Restanza!

Autore

Carmela Picone nasce nel 1969 a Solopaca , in provincia di Benevento. Dopo aver conseguito il Diploma di Maturità Classica, leggendo Pirandello scopre la passione per il teatro. Partecipa e vince un concorso letterario con La Libroitaliano Editore e vede le sue poesie pubblicate in un’antologia. Scrive il romanzo “Gocce d’Amore” che ottiene immediato successo tanto da interessare un regista romano che chiede all’autrice di scrivere una sceneggiatura tratta dal proprio libro per la progettazione di un film. Nel 2021 scrive “La poesia delle parole semplici” una silloge pubblicata dalla Atile Editore. Le passioni restano la scrittura, i viaggi ,la recitazione e la pittura . Ama molto viaggiare, scoprire nuove culture, ammirare nuovi paesaggi e far tesoro delle emozioni che ne scaturiscono dopo ogni luogo ammirato. La sua ambizione più grande resta quella di promuovere il territorio nel quale è nata, e dove oggi s’impegna nel sociale per tenere vive le tradizioni e per portare alla conoscenza di tutti la meraviglia e i tesori della sua terra. piccola perla del Sannio.