• 9 Marzo 2025
Cultura

Chi era Iside? Iside era una dea egizia, che rappresentava la magia e la maternità, e che era una delle divinità più popolari nell’antico Egitto e nell’Impero Romano. Iside era considerata la madre di tutti gli dei, la protettrice delle donne, dei bambini e dei poveri, e la guaritrice delle malattie. Iside era anche associata alla fertilità, alla natura e all’acqua, e aveva il potere di resuscitare i morti. Iside era raffigurata come una donna con un trono sulla testa, o con delle corna e un disco solare, e con delle ali e un’ancora. Iside era spesso accompagnata da due animali sacri, il falco e il cobra.

Perché Diocleziano volle costruire un tempio dedicato a Iside a Benevento? Diocleziano fu un imperatore romano, che regnò tra il 284 e il 305 d.C., e che fu famoso per le sue persecuzioni contro i cristiani, ma anche per le sue riforme amministrative, militari e religiose. Diocleziano cercò di promuovere il culto di Iside, come una religione universale, che potesse unire i diversi popoli e le diverse culture dell’Impero, e che potesse garantire la sua legittimità e il suo potere. Diocleziano fu affascinato dalla religione egizia, e in particolare dal concetto di immortalità dei faraoni, che si riteneva fossero discendenti di Iside e del suo consorte Osiride, il dio della morte e della resurrezione. Diocleziano si identificò con questi due dei, e si fece chiamare “Iovius” e “Herculius”, i nomi latini di Giove e di Ercole, che erano le loro corrispondenze romane. Diocleziano fece costruire dei templi dedicati a Iside in diverse città dell’Impero, tra cui Benevento, che era una delle più importanti della regione sannitica.

Qual è il contesto storico, religioso e politico in cui si inserisce questa vicenda? Questa vicenda si inserisce in un periodo storico cruciale per l’Impero Romano, in cui si verificano dei cambiamenti e delle trasformazioni profonde, sia a livello interno che esterno. A livello interno, l’Impero Romano era in crisi, a causa di problemi economici, sociali e militari, che avevano portato a una serie di guerre civili, di usurpazioni e di invasioni barbariche. Diocleziano cercò di risolvere questi problemi, dividendo l’Impero in due parti, l’Oriente e l’Occidente, e instaurando una forma di governo chiamata “tetrarchia”, in cui quattro imperatori si dividevano il potere e la responsabilità. Diocleziano cercò anche di riformare l’amministrazione, l’esercito, la moneta, la fiscalità e la legislazione, per rendere l’Impero più efficiente e più stabile. A livello esterno, l’Impero Romano era in contatto e in conflitto con diverse culture e religioni, tra cui quella egizia, che esercitava un grande fascino e una grande influenza sui Romani. Diocleziano cercò di integrare e di armonizzare queste culture e religioni, promuovendo il culto di Iside, che era una dea che aveva molti aspetti e molti nomi, e che poteva essere adattata e assimilata alle diverse tradizioni locali. Diocleziano cercò anche di contrastare e di reprimere le culture e le religioni che si opponevano al suo progetto, in particolare il cristianesimo, che era una religione monoteista, che rifiutava il culto degli dei pagani, e che predicava la povertà e la semplicità come stile di vita per la salvezza dell’anima.

Vogliamo narrare quindi la storia del tempio di Iside a Benevento, voluto da Diocleziano, e evidenziare il contesto storico, religioso e politico in cui si inserisce questa vicenda. Per farlo, ci baseremo su alcune fonti e testimonianze che ci parlano di questa costruzione, e che ci permettono di ricostruire le motivazioni, le caratteristiche e le conseguenze di questa opera. Inoltre, faremo dei paralleli con altri personaggi storici, come Giulio Cesare, che fu il primo a sposare una regina egizia, Cleopatra, e che fu attratto dalla cultura e dalla religione egizia, in particolare dal concetto di immortalità dei faraoni. Faremo anche dei riferimenti a altri culti e religioni, come quello della Magna Mater, una dea di origine troiana, che era molto vicina ai patrizi romani, per via della leggenda della loro discendenza dal dio Marte e da Enea, e che era simile a Iside per alcuni aspetti. Parleremo anche del rapporto tra il culto di Iside e l’economia, in particolare con la questione dell’oro, che era una risorsa preziosa e rara, che si trovava in abbondanza in Egitto, e che era oggetto di desiderio e di conflitto tra i Romani. Parleremo anche del rapporto tra il culto di Iside e la società, in particolare con la questione dei cristiani, che erano i principali oppositori di questa religione, e che professavano al contrario la povertà e la semplicità come stile di vita per la salvezza dell’anima. Parleremo anche del rapporto tra il culto di Iside e la politica, in particolare con la questione del mitraismo, un altro culto orientale, che era diffuso tra i soldati e i funzionari romani, e che era usato come uno strumento di controllo e di manipolazione delle masse, basato sul concetto di male e di peccato, introdotto nell’Impero Romano per volontà di Nerone quale instrumentum regni.

Per approfondire la storia del tempio di Iside a Benevento, dobbiamo analizzare le motivazioni, le caratteristiche e le conseguenze di questa costruzione, che fu voluta da Diocleziano, l’imperatore romano che regnò tra il 284 e il 305 d.C., e che fu famoso per le sue persecuzioni contro i cristiani, ma anche per le sue riforme amministrative, militari e religiose. Come abbiamo detto, le motivazioni di Diocleziano erano legate al suo progetto di riforma religiosa dell’Impero Romano, che aveva lo scopo di promuovere il culto di Iside, come una religione universale, che potesse unire i diversi popoli e le diverse culture dell’Impero, e che potesse garantire la sua legittimità e il suo potere.

Le caratteristiche del tempio di Iside a Benevento erano legate alla sua funzione di centro di culto e di propaganda per la religione di Iside, che era una dea che aveva molti aspetti e molti nomi, e che poteva essere adattata e assimilata alle diverse tradizioni locali. Il tempio di Iside a Benevento era uno dei più grandi e dei più ricchi, e conteneva delle statue, dei bassorilievi, dei mosaici e dei sarcofagi di origine egizia, che rappresentavano Iside, Osiride, Horus, Anubi e altri dei e personaggi del pantheon egizio. Il tempio di Iside a Benevento era anche dotato di un sistema idraulico, che permetteva di creare degli effetti scenografici, come il suono dell’acqua, il movimento delle statue e la comparsa di fiori di loto, che erano i simboli di Iside. Il tempio di Iside a Benevento era anche il luogo dove si svolgevano dei riti e delle cerimonie, come le processioni, le offerte, le preghiere e le iniziazioni, che coinvolgevano i sacerdoti, i fedeli e i candidati al culto di Iside.

Le conseguenze del tempio di Iside a Benevento erano legate al suo impatto sulla società e sulla politica dell’Impero Romano, che era in una fase di crisi e di trasformazione, in cui si verificavano dei conflitti e delle tensioni tra le diverse culture e religioni, tra cui quella egizia e quella cristiana. Il tempio di Iside a Benevento era una testimonianza della diffusione e della popolarità del culto di Iside, che era una religione che attraeva molti seguaci, soprattutto tra le donne, i bambini, i poveri, gli schiavi, i soldati e i funzionari, che trovavano in Iside una dea protettrice e benefica, che li aiutava nei momenti difficili e che li guariva dalle malattie. Il tempio di Iside a Benevento era anche una testimonianza della resistenza e della repressione del culto di Iside, che era una religione che incontrava molti ostacoli e molti nemici, soprattutto tra i cristiani, che erano i principali oppositori di questa religione, e che la consideravano una forma di idolatria e di superstizione, che andava contro il monoteismo e il messaggio di Gesù. Il tempio di Iside a Benevento fu infatti distrutto nel 410 d.C. dai Visigoti, che erano dei barbari convertiti al cristianesimo, che saccheggiarono e incendiarono la città, e che misero fine al sogno di Diocleziano di creare una religione universale basata su Iside.

Per comprendere ancora meglio le motivazioni che spinsero Diocleziano a propagandare il culto di Iside dobbiamo fare dei paralleli con altri personaggi storici, come Giulio Cesare e Crasso, e con altre motivazioni economiche, che hanno influito sulla diffusione e sulla popolarità del culto di Iside nell’Impero Romano.

Giulio Cesare fu il primo imperatore romano a sposare una regina egizia, Cleopatra, e a essere attratto dalla cultura e dalla religione egizia, in particolare dal concetto di immortalità dei faraoni. Giulio Cesare si recò in Egitto nel 48 a.C., per inseguire il suo rivale Pompeo, che era stato ucciso dai sostenitori di Tolomeo XIII, il fratello e il marito di Cleopatra. Giulio Cesare si innamorò di Cleopatra, che era la figlia di Tolomeo XII, il precedente faraone, e che aspirava a diventare la sovrana indiscussa dell’Egitto. Giulio Cesare aiutò Cleopatra a sconfiggere suo fratello, e a salire sul trono, e la rese sua alleata e sua amante. Giulio Cesare e Cleopatra ebbero anche un figlio, chiamato Cesareone, che fu riconosciuto da Giulio Cesare come suo erede. Giulio Cesare fu affascinato dalla religione egizia, e in particolare dal culto di Iside e di Osiride, che erano i genitori di Horus, il dio-faraone, che incarnava la sovranità e la divinità. Giulio Cesare si identificò con Horus, e si fece rappresentare con le sue insegne, come il falco e il disco solare. Giulio Cesare volle anche introdurre il culto di Iside a Roma, e fece costruire un tempio dedicato a lei sul Campo Marzio, che era il centro della vita politica e religiosa della città.

Crasso fu uno dei più ricchi e potenti oligarchi romani, che fece parte del primo triumvirato, insieme a Giulio Cesare e a Pompeo. Crasso fu uno dei principali responsabili della svalutazione della moneta romana, che era prima basata sul bronzo e sul rame, materiali comuni e facilmente reperibili. Crasso si arricchì con la speculazione immobiliare, con la corruzione e con la guerra, e accumulò una grande quantità di oro, che era un metallo raro e prezioso, e che era il simbolo del potere e della ricchezza. Crasso fu attratto dall’Egitto, che era una delle principali fonti di approvvigionamento di oro, e che era governato da Cleopatra, la regina egizia che era stata sposata da Giulio Cesare. Crasso voleva conquistare l’Egitto, e sottrarre a Giulio Cesare la sua alleata e la sua amante, e si mise in competizione con lui per il controllo dell’Impero. Crasso però fallì nel suo tentativo, e fu ucciso nel 53 a.C. dai Parti, che erano i nemici dei Romani in Oriente. Crasso fu ucciso in modo crudele, e gli fu colato in bocca dell’oro fuso, per punirlo della sua avidità e della sua ambizione.

Questi due personaggi storici ci mostrano come il culto di Iside fosse legato a delle motivazioni economiche, che influenzarono la politica e la società dell’Impero Romano. Il culto di Iside era una religione che esaltava la fertilità, la prosperità e la protezione, e che era adatta a una società che era in cerca di stabilità e di sicurezza. Il culto di Iside era anche una religione che era in contrasto con il cristianesimo, che era una religione che predicava la povertà, la semplicità e la salvezza dell’anima, e che era in opposizione al potere e alla ricchezza degli imperatori e degli oligarchi. Il culto di Iside fu quindi una religione che fu promossa e repressa, a seconda delle circostanze e degli interessi, e che fu testimone e protagonista di un periodo storico cruciale per l’Impero Romano, in cui si verificò il passaggio dal paganesimo al cristianesimo.

Questa è la storia del tempio di Iside a Benevento, voluto da Diocleziano, e abbiamo evidenziato il contesto storico, religioso e politico in cui si inserisce questa vicenda. Abbiamo anche fatto dei paralleli con altri personaggi storici, come Giulio Cesare e Crasso, e con altre motivazioni economiche, che hanno influito sulla diffusione e sulla popolarità del culto di Iside nell’Impero Romano.

In conclusione, possiamo dire che il tempio di Iside a Benevento è una testimonianza di un periodo storico cruciale per l’Impero Romano, in cui si verificò il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, e in cui si manifestarono dei conflitti e delle tensioni tra le diverse culture e religioni, tra cui quella egizia e quella cristiana. Il progetto di Diocleziano fallì, perché non riuscì a imporre il culto di Iside a tutto l’Impero, e perché incontrò la forte opposizione dei cristiani, che erano una religione monoteista, che rifiutava il culto degli dei pagani, e che predicava la povertà e la semplicità come stile di vita per la salvezza dell’anima. I cristiani furono perseguitati e martirizzati da Diocleziano, ma non si arresero, e continuarono a diffondere il loro messaggio e la loro fede. Nel 313, due imperatori romani, Licinio e Costantino, emisero il famoso Editto di Milano, che sanciva la libertà di culto per tutti i cittadini dell’Impero, e che metteva fine alle persecuzioni contro i cristiani. Questo editto segnò l’inizio della fine del paganesimo, e l’avvento del cristianesimo, che divenne la religione ufficiale dell’Impero nel 380, sotto l’imperatore Teodosio. Il tempio di Iside a Benevento fu distrutto nel 410 dai Visigoti, che erano dei barbari convertiti al Cristianesimo, che saccheggiarono e incendiarono la città, e che misero fine al sogno di Diocleziano di creare una religione universale basata su Iside.

Autore

Rinaldo Pilla è un traduttore e libero professionista nato a Torino, ma originario del Sannio e attualmente risiede a Fermo, nelle Marche. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli per poi conseguire una laurea presso la Nottingham Trent University e successivamente un master in sviluppo e apprendimento umano dopo il suo rimpatrio dagli Stati Uniti. È un autore molto prolifico, che vanta una vasta e approfondita produzione letteraria sul tema dell’antichità, con particolare attenzione al periodo del I secolo d.C. e alla storia e alla cultura dei Sanniti, un popolo italico che si oppose e si alleò con Roma. Tra le sue opere, si possono citare romanzi storici, saggi, racconti e poesie, che mostrano una grande passione e una grande competenza per il mondo antico, e che offrono al lettore una visione originale e coinvolgente di quei tempi e di quei personaggi. Questo autore è considerato uno dei maggiori esperti e divulgatori dell’antichità, e in particolare del Sannio, una regione storica che ha conservato molte testimonianze e tradizioni della sua antica civiltà.