Esiste un piccolo Stato sull’isola del Borneo, nel sud-est asiatico, circondato completamente dalla Malaysia, ad eccezione di un tratto di costa che si affaccia sul Mar Cinese Meridionale, di nome Brunei, ufficialmente denominato Stato del Brunei, Dimora della Pace.
Questo piccolo Stato è una monarchia assoluta di stampo islamico, ossia un vero e proprio sultanato. Sicuramente sono in tanti a conoscere il sultano del Brunei, non proprio il suo nome Hassanal Bolkiah, ma per la sua ricchezza che ammonta a circa 20 miliardi di dollari. La sua ricchezza deriva dal controllo economico e politico che detiene sul suo sultanato e dagli introiti di tanti pozzi di petrolio che possiede. La sua immagine è ovunque nel paese, si trova ritratto sulle banconote, francobolli, e perfino sulle gigantografie in divisa sparse per il paese. Nonostante la sua ricchezza e il suo palazzo reale più grande del mondo, non si può dire che il paese vive nelle stesse condizioni, come accade spesso in queste monarchie assolute o paesi di stampo dittatoriale.
La sua capitale, Bandar Seri Begawan, è una città particolare, costruita grazie al denaro proveniente dall’estrazione del petrolio, dove la vita dei cittadini si concentra per lo più attorno ai suoi piccoli centri commerciali. Nella città si possono visitare due enormi moschee ma anche piccoli luoghi di culto dedicato al buddismo. Infatti il Brunei, nonostante di stampo islamico e, dal 2014 introdotta la legge della shari’ah, permette, anche se con molta limitazione, praticare altri culti di origine indocinese. Di fronte alla città vi è il più grande villaggio sull’acqua del mondo, un posto curioso da visitare e si possono vedere bambini giocare e vedere gente davvero calorosa, sempre con il sorriso e molto gentile nei loro modi di fare. Mi hanno colpito da subito nella loro disponibilità, molto disponibili e pronti ad aiutarti ma nello stesso tempo anche molto curiosi verso il turista.
Quando viaggio mi piace molto confrontarmi con gli altri popoli, costumi e abitudini, mi è successo anche qui ed ho chiesto loro della vita in Brunei, sembrano contenti per come vivono, anche se vorrebbero maggiori libertà che nel loro paese non possono permettersi. In Brunei, a differenza di noi che possiamo permetterci di criticare i nostri governi di turno, non si sentono sicuri nel parlare male del loro sultano e non hanno mai conosciuto la pratica del voto.
Nel 2019 il Sultano Hassanal introdusse la pena di morte per lapidazione verso l’adulterio, lo stupro e l’omosessualità. Dopo diverse pressioni della comunità internazionali e il boicottaggio verso i suoi hotel di lusso, ha dovuto fare marcia indietro su questa posizione non estendendo più la pena di morte su casi di adulterio, stupro e omosessualità.
Sicuramente è un paese particolare con i propri cittadini che vivono nella loro tranquillità ma nello stesso tempo non hanno diritti e costretti a venerare il loro Sultano come un Dio. Fino a che punto si può realmente vivere in questo modo?