• 21 Novembre 2024

Siamo ostaggi di guerre combattute, guerre annunciate, guerre minacciate, guerre guerreggiate. Non so se i giorni che viviamo sono il preludio della Terza guerra mondiale, come va dicendo qualcuno. Certo è che il sinistro rumore delle armi si ode ai quattro angoli della Terra e in molte aree martoriate  miete numerose  vittime innocenti.

L’ultimo allarme arriva dal Sudan dove continua ad aggravarsi il bilancio della guerra civile  dopo il sanguinoso confronto  tra le forze armate e il gruppo paramilitare Rsf. Secondo quanto dicono i medici sudanesi, sono almeno cinquantasei  le persone uccise,  mentre i feriti sono diverse centinaia. Nella sola  capitale Khartoum  sarebbero  venticinque i morti ed oltre trecento i  feriti  tra la popolazione civile ed i militari.

Lo scontro di potere in atto tra il capo dei paramilitari Mohamed Hamdan Dagalo ed il leader della giunta al potere Abdel Fattah al-Burhan è ciò che appare. Ma dietro le quinte della guerra, che rischia di coinvolgere altre aree africane, ci sarebbe una guerra  per procura tra Usa e Russia.

Così come tra Russia ed Ucraina dove si combatte da mesi, dopo il preludio del 2014, per evitare la prima di farsi accerchiare dalla NATO, ossia dagli Stati Uniti, mentre la seconda risponde al fuoco nemico per non farsi derubare dei territori che le appartengono, dalla Crimea al Donbass. Il teatro russo-ucraino è certamente quello che tiene maggiormente in apprensione il mondo, e coinvolge militarmente, politicamente e diplomaticamente tutta l’Europa che, sostanzialmente, sta combattendo per fare un favore agli Stati Uniti. Fino a quando dalle nazioni dell’Unione europea continueranno ad arrivare armi a Kiev non ci sarà nessuna speranza che il conflitto si attenui. Ed i morti, dell’una e dell’altra parte, continueranno a seppellirsi cinicamente.

L’appello del Papa abbiamo l’impressione che resterà lettera morta. Anche perché non ci sembra che affiorino sintomi di buona volontà da parte di nessuno.

È una guerra di conquista e di sopravvivenza. Russia e Ucraina non sanno come smettere e soprattutto perché dovrebbero farlo, mentre l’Europa, debolissima tra i giganti in campo, non è capace di disarmare i contendenti. Si limita, come la Finlandia, a reggere l’urto di un possibile allargamento del conflitto costruendo muri, mentre Polonia, Moldavia e Georgia sono sotto lo scacco di Mosca. E temono per il loro futuro.

Le milizie di Putin, in particolare i mercenari della Wagner, stanno facendo le pulizie di primavera, mentre una guerra sommersa, di stampo terroristico si fa sentire confusamente nella stessa Federazione Russa dove il tempo sembra scandire regolamenti di conti interni che s’intrecciano con la guerra contro l’Ucraina.

Quanto durerà il massacro? Impossibile dirlo. Se solo l’Europa fosse una potenza vera ci sarebbe qualche speranza di fermarlo. Ma disgraziatamente non lo è.

Intanto il Pacifico risente della escalation delle tensioni tra Cina e Taiwan. Pechino mostra i denti come non mai,  ha la capacità di invadere Taiwan entro il 2025, si teme,  e le tensioni con la Repubblica Popolare Cinese sono le peggiori degli ultimi quaranta anni, ha avvertito il ministro della Difesa di Taipei, Chiu Kuo-cheng, dopo che centinaia di  aerei da combattimento dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese hanno solcato lo spazio aereo di difesa innumerevoli volte.

Si dice che  la Cina, complice il partito del Kuomintang, quello che occupò Taiwan con Chiang Kai-Sheh dopo la sconfitta inflittagli da Mao Ze Dong, passato agli ordini di Xi Jinping, si prepari all’offensiva finale. Non si sa quando accadrà, ma per opposti motivi , dalla Corea del Nord al Giappone nessuno dorme sonni tranquilli.

Ma non basta. Si combatte in Nigeria, tra Pakistan e India, in Messico contro i cartelli della droga, nello Yemen, in Etiopia, in Afghanistan, nella Repubblica democratica del Congo, tra Israele e Palestina. Guerre che vengono definite a “bassa intensità”, ma che mietono morti e feriti e pertanto sono ad altissima intensità soprattutto per le popolazioni coinvolte.

Il mondo è in guerra. E se quella “europea” è la più vistosa, non meno male fanno le altre.

Noi tutti siamo ostaggi di guerre che non vediamo e che ognuno ci racconta dal proprio punto di vista. Uno spettacolo terrificante.

Autore

Giornalista, saggista e poeta. Ha diretto i quotidiani “Secolo d’Italia” e “L’Indipendente”. Ha pubblicato circa trenta volumi e migliaia di articoli. Ha collaborato con oltre settanta testate giornalistiche. Ha fondato e diretto la rivista di cultura politica “Percorsi”. Ha ottenuto diversi premi per la sua attività culturale. Per tre legislature è stato deputato al Parlamento, presidente del Comitato per i diritti umani e per oltre dieci anni ha fatto parte di organizzazioni parlamentari internazionali, tra le quali il Consiglio d’Europa e l’Assemblea parlamentare per l’Unione del Mediterraneo della quale ha presieduto la Commissione cultura. È stato membro del Consiglio d’amministrazione della Rai. Attualmente scrive per giornali, riviste e siti on line.