Nell’ultimo anno si vede spesso una particolare pubblicità, quella di una meta turistica che fino a pochi anni fa era impensabile. Lionel Messi è uno dei testimonial più influente insieme ad un altro calciatore che ha scelto questo strano paese, forse come per fine carriera, Cristiano Ronaldo.
L’Arabia Saudita è una terra misteriosa, ricca di miti, leggende e storia. Il giovane principe Mohammad bin Salman Al Sa’ud sta avviando il proprio paese verso l’apertura al mondo esterno, al turismo e ad ulteriori investimenti futuri. Sembra tutto perfetto verso un progresso ma restano delle vere e proprie limitazioni alla democrazia. In poche parole non è tutto oro quello che luccica in questo paese del Medio Oriente.
Iniziamo dalla sua capitale, Riyadh, una città di quasi 8 milioni di abitanti, con immense strade che l’attraversano e un flusso di auto incredibile. Una città immensa, che anno dopo anno si espande nel deserto arabico con l’obiettivo di competere con Dubai ma senza sperarci troppo. Non vi è un vero centro ed è quasi impossibile passeggiare in questa metropoli in quanto non vi sono tanti marciapiedi. Questa città è in perenne evoluzione, ci sono gru ovunque e centri culturali, d’affari e sportivi che stanno sorgendo in ogni punto. Purtroppo ci sono degli aspetti poco gradevoli a questo sviluppo economico ed è quello di restare ancora chiuso verso le donne. Infatti ben il 90 per cento di esse sono ancora coperte con il burqa completamente nero. Solo pochissime donne sono scoperte in volto e sono quelle di altri paesi islamici meno integralisti. Non è difficile, infatti, vedere persone di altre nazionalità ben integrate nel mondo del lavoro anche se vi sono delle lamentele con stipendi bassi per il caro vita del paese e una sorta di razzismo verso nei loro confronti da parte degli arabi.
In soli due giorni, in questo paese, ho incontrato filippini, bengalesi, indiani, pakistani e tunisini, tante persone in cerca di fortuna in questa nazione ricca dove la maggior parte è impiegata e sottopagata nei lavori più umili e contribuisce alla crescita e pulizia della città, infatti, molti di loro si sono lamentati sui turni massacranti. L’Arabia Saudita offre la possibilità di lavorare e di vivere in un paese sicuro, in quanto non c’è criminalità per le leggi severe che esistono, tecnologicamente avanzato e ben organizzato. Ma allo stesso tempo non ti permette di avere una vita come siamo abituati noi occidentali in quanto qui non si può ballare, bere alcolici, mangiare carne di maiale, navigare in siti considerati rischiosi dal governo e, addirittura, non si può fare una chiamata whatsapp.
Qui non c’è spazio per la diversità, per i diritti o per qualcosa che sia contrario all’ordine prestabilito dalla monarchia assoluta islamica che governa il paese.
Dirigendomi verso nord ovest, sulla costa del Mar Rosso, intravedo un territorio arido e poco popolato ma pieno di bellezze naturali, famosa anche per la costruzione di The Line, la nuova città a emissione zero, super tecnologica e senza macchine, che dovrebbe estendersi in lunghezza e non in larghezza come le altre città, intravedendo anche i primi lavori. L’Arabia Saudita in questi ultimi anni cerca sempre nuove sfide e di porsi nuovi limiti, basti pensare all’idea di organizzare i prossimi campionati del mondo di calcio dopo il Qatar.
Quello che si intravede in questo paese particolare è la sua pulizia sui marciapiedi, lungo le strade, nei parchi e nella stessa natura incontaminata dell’Arabia Saudita. Sentir dire dagli abitanti di stare attenti a non sporcare perché le forze dell’ordine possono punirti severamente fa seriamente pensare. Pensare che forse sotto tanti aspetti dobbiamo ancora imparare molto verso la tutela del nostro territorio. Ovviamente resta un paese dittatoriale e senza veri diritti umani, sotto alcuni aspetti potrebbe realmente insegnarci come comportarsi nel nostro quotidiano.