Lungo il sentiero che porta verso la consapevolezza di sovente s’inciampa contro i ciottoli dell’ignoranza. Le buche accolgono i passi incauti e cadere sulla strada dell’inimmaginabile è routine. Consapevolmente ignari.
L’umana ragione di chi si perde fra i meandri dell’imprevisto. La sorprendente vita che ha da presentare quando meno ci si aspetta,la sorpresa che modificherà radicalmente il quotidiano vivere. Ogni cosa paradossalmente si capovolge,il tempo modifica i ritmi, il sistema delle abitudini diventa stipula per l’acquisto di nuovo essere. Ogni piccolo insignificante movimento diventa prioritario, ogni banale gesto si ripropone come significativo per vivere. Il passare del tempo,lo scorrere della sabbia fine nella trasparente clessidra segna gli istanti che negli anni trasportano verso la fine dei giorni. Undissipare di ricordi, di immagini, di frasi, di sogni. Tutto diventa leggero quanto un involucro di carta velina capace solo di contenere un lieve soffio di memoria.
Labile ogni cosa. Silenziosamente gli occhi si posano sulle cose, sugli oggetti , sulle proprie mani cercando di ricavarne dallo sguardo risposte a domande ormai dimenticate. Il colore del “fuori” dal proprio io diventa grigio, nonostante l’inoltrata primavera. Le esplosioni di prati in fiore, si spengono agli occhi ma prima di tutto alle emozioni. La voce fioca e martellata da vocali e consonanti singhiozzanti avanza verso i confini ristretti delle sole pareti per rimbalzare come palline di vetro che cadono in frantumi. La forza interiore lega con una corda d’argento l’antica ed energica vitalità del corpo ad un albero di pioppo, per finire poi come radici in fondo alla terra, fra muschio e rugiada.
I femori irrigidiscono il passo, la schiena si prostra come un lieve eterno inchino a salutare il mondo. Tremante il capo annuisce ad un fastidioso gioco al quale si fa fatica a dettarne la fine. Fra minuti e discorsi il sonno piomba prepotentemente senza preavvisarne l’arrivo, in un attimo si è avvolti dall’assenza di se stessi, per essere poi catapultati improvvisamente nel contesto appena lasciato con un sussulto fra stupore o incomprensione. I suoni arrivano alle orecchie senza note reali, voci che non giungono dall’esterno ma che dall’interno della testa formano persone che parlano vestite da fantasmi interiori. D’un tratto non conta più nulla, se non una manciata di cocciuto egoismo. Lo specchio che da anni rifletteva la beltà dell’esser giovani ora segna solchi fra pelle e carne, fioco il colore degli occhi privi di luce che brilla. Le labbra ruvide e sottili, i capelli d’argento come baciati dalla luna,le spalle appesantite dal macigno degli anni. Nasce il giorno e nasce la notte,cicli che si rincorrono senza potersi rendere conto delle albe e dei tramonti.
Sono loro, saremo noi, saranno quelli dopo di noi, i guerrieri del tempo, i fiori appassiti, i colori sbiaditi, le storie vissute, i dolori, le piaghe delle malattie, i soffocanti silenzi, l’inerzia tremenda del soffio di vita che gela gli ultimi battiti custoditi nel cuore.