L’autunno bussa alle porte lasciando che l’estate diventi un ricordo da conservare fra le fotografie e i profumi dei mesi appena trascorsi. Il caldo esagerato che ha messo a dura prova tutti lascia alle fresche rugiade mattutine il sapore che presto farà esaltare le bellezze e le bontà di fine settembre con l’odore del mosto e dei tini che rallegrano la fatica di chi tutto l’anno ha accudito come un bambino il vigneto tanto caro. I tramonti diventano più veloci ad affacciarsi negli occhi di chi ammira l’orizzonte, la sera cade leggera sui vetri delle case che si preparano ad ospitare la legna scoppiettante nei camini dormienti. Un risveglio che a breve alimenterà con le calde fiammelle il buon umore con le castagne e le bruschette del pane che il fornaio ogni mattino sforna ancor prima dell’alba. Le strade si riempiono di bambini sotto il peso di grossi zaini sulle piccole ed esili spalle, la loro faccia porta i segni di un risveglio difficile dopo essersi abituati a dormire come ghiri fino a tarda mattinata da giugno a settembre. Hanno ancora il colore delle vacanze sulla pelle ma il profumo dei quaderni nuovi desta un misto di entusiasmo e malinconia nel ritornare sui banchi di scuola. Grembiulini bianchi o rosa per le bimbe e a quadrettini bianco e celeste o blu per i maschietti tutto collegato al grado di scuola da frequentare.
Ricordo che la mia generazione, negli anni 70, andava a scuola con grembiulini con grandi fiocchi che sistematicamente si slegavano e si ricorreva all’aiuto della paziente maestra che ci sistemava. Si andava da soli, già dalle elementari, la mamma non ci accompagnava sempre e così si passava prima al negozio di alimentari che era di strada verso scuola, si comprava il panino con la mortadella con 250 lire e quel profumo bisognava sopportarlo facendo finta di nulla fino all’ora della ricreazione quando finalmente l’odore della mortadella diventava una certezza sotto al palato.
I pomeriggi autunnali scorrono velocemente fra le attività dei bambini che si barcamenano fra studio e sport e di certo anche i genitori non hanno più il tempo per sé stessi districandosi fra lavoro, compiti, sport, corsi di catechismo. Ed è così che si comprende, con la mancanza di libertà che ritorna imperterrita, di dover decidere cosa crearsi per impegnare la mente lungo il sentiero che dall’autunno poi conduce all’inverno.
Le lunghe serate fra le stradine dei borghi passeggiando tra storia e bellezza paesaggistica insieme agli amici di sempre hanno sicuramente impreziosito il tempo trascorso che difficilmente con il freddo potrà ripetersi. La Piazzetta Perlingieri di Solopaca detta anche piazzetta Belvedere per il panorama meraviglioso che si offre, ogni sera dal primo luglio alla metà di Agosto si trasformava in una vera Agorà dove ci si dava appuntamento per condividere serate danzanti, ottimo cibo, chiacchierate, scambi di idee, risate e dove nascevano nuove amicizie. I bambini avevano un appuntamento che permetteva loro di giocare con altri bimbi dopo giornate di caldo afoso che li costringeva a non poter uscire. Non a caso forse il posto ricreato come un piccolo paradiso, aveva il nome del ristorante appartenente all’ideatore del progetto” EST’ATE INSIEME” .
Da poco a Solopaca si è conclusa la 45esima Festa dell’Uva, con la spettacolare creazione di carri allegorici ricoperti di acini di uva. Opere d’arte che sono nate come creature dalle mani di vecchi veterani ma anche dalle nuove generazioni che sempre più numerose contano ragazzi e ragazze pieni di fantasia, volontà e impegno. I vicoletti si sono vestiti di addobbi che richiamavano all’appello i diversi rioni e si coloravano a festa arricchendosi di allegria.
L’ odore di carne alla brace, di pizza e di piatti tipici accompagnati dal vino solopachese ha condotto con allegria tutti verso la fine dell’estate fra spettacoli di canti popolari e danze di altri tempi che ben si alternavano alla disco dance con dj e cover di grandi artisti. E come le più belle e desiderate vacanze anche l’estate si accinge a spegnere i riflettori sulla frenetica voglia di intrattenersi fino a notte fonda. Ed eccoci con l’aria frizzantina di settembre e i suoi primi improvvisi temporali che fanno calare le temperature e che fanno coprire le braccia con i primi golfini di caldo cotone.
Inizia l’estate che ci porterà a San Martino dove la poesia di Pascoli ci ricorda che dagli albicocchi in fiore si passa al cadere fragile delle foglie verso l’estate più fredda, l’estate del silenzio, l’estate della nebbia, quella dei morti. Ma quella velata tristezza che ci cattura con l’arrivo dell’autunno ci attrae con il quadro dai colori tenui e caldi della natura che inizia a cambiare veste per portarsi pian pianino verso i luccichii e la magia che trasformerà il freddo e la nebbia nel fantastico mondo che sa creare solo l’arrivo di ogni Natale!
Ed ora che siamo ancora lontani dal tirare fuori dalla soffitta il vecchio abete da addobbare godiamoci ogni istante di questa nuova stagione assaporandone ogni rumore protagonista in ogni silenzio. L’ingrediente che lega bene una giusta ricetta si basa sull’equilibrio, lo stesso che fra sensazioni, speranze e progetti riesce ad amalgamare il tempo da impiegare ad apprezzare i minuti che scivolano dalla clessidra della nostra vita. Si colorino i borghi, cambi abito la montagna, sia pungente l’aria ma ciò che conta davvero è nell’accogliere il dono che la vita ci offre di anno in anno permettendoci di osservare le stagioni che si susseguono.