• 3 Dicembre 2024
Alimentazione

È sicuramente il dolce più amato dagli italiani. E non solo, visto che, grazie ai nostri pasticceri emigrati all’estero, soprattutto in America, è il dolce italiano più conosciuto al mondo.

Ha origini antichissime, rilevabili da uno scritto del 70 a.c. di Marco Tullio Cicerone: “tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus “ (tubo di farina farcito con un ripieno dolcissimo fatto con il latte). Questo sarebbe l’antenato del cannolo che durante la dominazione araba in Sicilia inizia a prendere forma e gusto diverso. La ricotta, per esempio, è un prodotto tipico dell’isola, ma sono stati gli arabi a mescolarla con lo zucchero facendone una crema che è la base della maggior parte dei dolci siciliani. E sono state le donne degli harem di Caltanissetta ad unire forma e crema. Il nome Caltanissetta infatti deriva dall’arabo Qal’at al-Nissa, che significa Castello delle donne, proprio per gli innumerevoli harem presenti nella zona. Nel palazzo dell’ Emiro le donne arabe durante il tempo libero, amavano sperimentare ricette sempre nuove rielaborando dolci tipici della tradizione saracena con quelli della Sicilia. Vollero così inventare, per ingraziarsi il proprio uomo, un dolce simbolo delle sue doti sessuali e allo stesso tempo di buon auspicio per la fecondità dell’harem.  Nasce il cannolo, che prende il nome dalle canne su cui viene avvolta la pasta per essere prima fritta e poi riempita di crema di ricotta.

Quando i cristiani riconquistarono la Sicilia, alcune donne degli harem si convertirono al cristianesimo e diventarono suore all’interno dei vari monasteri dell’isola dove portarono le loro ricette, tra cui quella del cannolo che le consorelle siciliane ebbero modo di scoprire e rivedere fino ad arrivare alla creazione di quello che oggi si può dire sia uno dei dolci più famosi al mondo.

Ma c’è chi afferma che il cannolo sia un dolce tipico del Carnevale.

Come il giornalista e storico Gaetano Basile, che ci parla del cannolo come un dolce che doveva essere uno scherzo, ossia formato da una scorza di pasta esterna dalla forma fallica, ripieno di ricotta. Ma , non potendo essere presentato così come progettato, vennero fatti dei tagli da entrambi i lati. Così nasce il cannolo che conosciamo oggi.

Non è una ricetta facile, ma vale la pena provarci.

Buon lavoro e buon appetito.

CANNOLI ALLA SICILIANA

Ingredienti per un kg. di cannoli

Per la pasta

250 gr. di farina

Un cucchiaio di cacao

Un cucchiaio di zucchero

Un bicchiere di Marsala

Un cucchiaio di burro

Un pizzico di sale

Una chiara d’uovo

Per il ripieno

400 gr. di ricotta

200 gr. di zucchero

100 gr. di canditi tagliati a dadini

Due cucchiai di acqua di fiori d’arancio

50 gr di gocce di cioccolato

Olio di oliva per friggere 

Zucchero vanigliato per guarnire

Su una spianatoia mettere a fontana la farina, lo zucchero, il cacao e impastare aggiungendo il burro già ammorbidito, il Marsala, il sale e, una volta ben amalgamati, lasciare riposare in luogo fresco, coperto da un telo, per circa un’ora.

Preparare intanto il ripieno.

Passata al setaccio la ricotta mescolarla con lo zucchero, i canditi tagliati a dadini, acqua di fiori d’arancio a piacere, le gocce di cioccolato e mettere in frigo.

(Volendo si può aggiungere in metà ripieno qualche cucchiaio di cacao e fare così dei cannoli sia bianchi che al cioccolato).

Trascorsa un’ora stendere la sfoglia in circa 3 millimetri di altezza e ricavarne con una formella tanti pezzi ovali o rettangolari. Avvolgerli sugli appositi cannelli di latta unti d’olio e dove la pasta si sovrappone –nel punto più largo – spennellare con la chiara d’uovo sbattuta. Friggere in una grossa padella con abbondante olio caldo. Appena la pasta diventa dorata scolare i cannoli, togliere i cannelli di latta e farli raffreddare su carta assorbente.

Riempirli con il ripieno (anche inserendone metà bianco e metà scuro) e guarnire le estremità con striscioline di candito. 

Spolverare con lo zucchero a velo

Autore

Babette è una studiosa di cultura materiale ed in particolare di alimentazione. Si dedica a sperimentare soprattutto piatti d'epoca rivisitandoli senza alterarne la natura. Sta per pubblicare un libro di storia culinaria corredato da ricette