Non so se sia vero che Adorno, quello di “Negative Dialektik” che fa rima con Diabolik, disse “il cinema rende stupidi” ma ciò che mi pare indubitabile è che fatta eccezione per Totò e Peppino e i western di Sergio Leone, beh, il cinema soprattutto di oggi genera non pochi mostri di stupidità. Ma, in definitiva, che ce ne frega? Basta non guardare i film o, sceglierli con cura. Invece, ciò che non possiamo non fare – che non potete non fare – è procurarvi l’ultimo libro di Diego Gabutti alias El Gabutt’: “Evasioni” (Milieu edizioni). Qui sarete in compagnia di Adorno ad Avellino, Cocco Bill a casa di Jacovitti, l’umorismo involontario di Amadeo Bordiga e Montanelli, Borges, Orwell, Berlin, Tex Willer e Pecos Bill e Marx (Groucho) e tutta la banda di scarpa sciolta di cui è capace El Gabutt’ per mostrarvi e dimostrarvi quanto siano stupide e presuntuose e pericolose le ideologie di ieri e di oggi pensate e diffuse da chi ha tutte le virtù tranne quella necessaria e seria: non prendersi troppo sul serio. Ma come ci finì Adorno ad Avellino? Con il servizio militare, ma del giovane Diego che si portò con sé il tomo adorniano “Dialettica negativa”. Come al solito erano più i caporali che gli uomini e così il giovane El Gabutt’ oltre a scattare sull’attenti doveva anche capire come avere un po’ di giorni di licenza. Si presentò con il tomone adorniano e sostenne di dover sostenere esami all’università e dover studiare. Lo studio francofortese, però, non era facile ma ciò che contava era la negatività dialettica che “negava puramente e semplicemente senso all’ambaradan della rivoluzione per finta” e tutte quelle cavolate marxiste, maoiste, gosciste di ieri e, ahimè, di oggi che Jacovitti avrebbe liquidato con i suoi pistoleri e salami con pistole così: “Raglia, raglia, giovane Itaglia”. Come non vedere che anche oggi, con tanta gentaglia infanatichita, le sparate di Cocco Bill sono oltre che belle ed eleganti anche disperatamente attualissime? Sul teorico e fortunatamente anti-pratico Adorno, El Gabutt’ – che ha lavorato in non poche redazioni da Il Giorno a il Giornale e ha fatto tesoro dei consigli di Montanelli – scrisse con Paolo Pianarosa negli anni Settanta anche un volumetto: “Adorno sorride” che polemizzava sulla “censura” di “Minima Moralia”. Decenni dopo quel libretto venne citato da Cesare Cases, censore einaudiano, che non ci capì un casos e rievocò l’epoca sciagurata “in cui si riteneva che la rivoluzione fosse stata mancata per un libro non tradotto”. La banda di scarpa sciolta aveva colpito ancora una volta. Bang!