• 21 Novembre 2024
Cultura

Quando il 9 aprile 2022 mi giunse la notizia della morte di Vincenzo Pacifici, dire che restai sgomento è poco. Mi accingevo, per le edizioni Fergen, a dare alle stampe la sua monografia su Francesco Ercole, una delle figure più eminenti della cultura italiana tra le due guerre. Ovviamente il libro si fermò anche perché il professor Pacifici intendeva darci ancora uno sguardo e limarlo in qualche sua parte.

Per quanto ammalato, nessuno, tantomeno il sottoscritto, immaginava la sua improvvisa e repentina fine. La carte ancora abbozzate  del libro rimasero sulla sua e sulla mia scrivania con l’obbligo morale assunto anche presso i familiari che sarebbe diventato presto un volume. Poi, problemi editoriali connessi anche alla stesura finale del lavoro ci hanno fatto perdere tempo prezioso, ma ora eccolo qui, questo “Profilo” di un uomo, nato a La Spezia il 30 marzo 1884 e morto a Gardone Riviera nel 1945,  che è stato storico, ideologo, scrittore e ministro dell’Educazione nazionale dal 20 luglio 1932 al 24 gennaio 1935, collaborando con intelligenza e lealtà nel governo presieduto da Benito Mussolini.

Precedentemente aveva svolto l’attività di  docente dal 1912 di Storia del diritto italiano all’Università di Urbino e poi professore  nelle università di Sassari e di Cagliari fino al 1920 quando si trasferì a Palermo, dove aderì al partito nazionalista divenendo membro del Comitato centrale. Dal 1924 al 1932 è stato Rettore della Università di Palermo e ordinario di Storia moderna. Nel 1923, con lo scioglimento dell’ANI passò al PNF. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto da Giovanni Gentile .Fu eletto in Sicilia deputato del partito fascista nel 1929 e nel 1934 fino al 1939. Fu nominato ministro dell’educazione nazionale nel governo Mussolini, tra il 1932 e il 1935. Nel 1934 il ministro Francesco Ercole escluse dai programmi scolastici ogni dialetto o idioma o lingua diversi dall’italiano per tutelare la nostra identità culturale e la nostra specificità linguistica.

Nel 1935 ottenne la cattedra di storia moderna dell’Università Sapienza di Roma e fu Presidente dell’Istituto storico italiano per l’età moderna. Fu anche socio dell’Accademia dei Lincei dal 18 giugno 1936. Considerato uno storico delle istituzioni giuridiche e del pensiero politico medievale, studiò in particolare le problematiche riguardanti il passaggio dal comune alla signoria e la nascita del principato. Notevoli restano anche i suoi numerosi studi su Dante politico.

Pacifici si appassionò alla figura di Ercole perché lo sentiva affine culturalmente e poi per la comune passione per lo studio della storia che lo avvicinava ad un nazionalista . Nacque, questo saggio da motivi umani ed accademici, dunque, e ricordo bene la sua felicità quando mi consegnò il dattiloscritto ancorché incompleto.

Pacifici nacque a Tivoli il 2 settembre 1945, formandosi in quella città dove frequentò tutte le scuole prima di laurearsi il Giurisprudenza il 25 Giugno  1970  all’Università di Pisa. Dopo qualche anno, il 23 Gennaio 1979, conseguì anche il Diploma di Laurea in Lettere all’Università di Roma “La Sapienza”.

Negli anni successivi ,Pacifici  ha insegnato  nella scuola media statale “Alfredo Baccelli” di Tivoli prima di intraprendere la carriera universitaria dal 1975 come ricercatore e successivamente professore Ordinario di Storia contemporanea all’Università “La Sapienza”, ruolo che ha ricoperto dal 2003 al 2015.  

Un ruolo importante nella formazione culturale di Vincenzo è stato l’incontro con il prof. Camillo Pierattini, suo insegnante nelle scuole medie, che ha saputo con il suo modo di proporsi agli studenti, di affascinarlo con la sua profonda cultura letteraria e storica.

Conoscitore tra i più dotati in Italia di storia politica, amministrativa ed elettorale dell’Ottocento e del Novecento, Pacifici ha pubblicato decine di saggi e volumi sull’astensionismo nelle consultazioni politiche e sulla normativa relativa all’ambito elettorale, sui politici dell’800, come Francesco Crispi, sull’organizzazione e la  funzione degli enti locali (Comuni e Province) nello Stato liberale, sull’azione e sulla presenza dei prefetti scrivendo la biografia di Angelo Anarratone (1844-1924).

Si è inoltre interessato alle vicende siciliane postunitarie, ha collaborato con prestigiose riviste italiane, specialistiche e di opinione, e con testate cartacee e online.

Le sue vaste ed approfondite competenze hanno propiziato la nomina a Membro e Collaboratore del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Studi Risorgimentali Garibaldini di Marsala dal 2016 e Socio effettivo della Società Romana di Storia Patria dal 2 dicembre 2021.

Ha sposato la Prof. Cinzia Meucci , che lo ha seguito con dedizione ed amore  sia nella vita pubblica che nella lunga malattia, dandogli due figli Guglielmo e Carlo, rispettivamente nel 1988 e 1990, oggi custode amorevole della sua memoria cui si deve, grazie alle gentili ed appassionate insistenze, l’uscita di questo volumetto.

I contributi di Pacifici alla conoscenza di Tivoli e della Valle Tiburtina, pubblicati come monografie, saggi e contributi antologici, con la “Società Tiburtina di Storia e d’Arte”, di cui è stato Presidente dal 2002, sono notevoli, come è stata notevole la sua attività pubblicistica quale collaboratore di giornali e riviste.

Dai familiari apprendiamo che il suo impegno religioso, sulle orme dello zio Prof. Vincenzo e del padre Dott. Guglielmo , lo aveva portato ad   una lunga militanza nella Nobile e Venerabile Arciconfraternita del “SS. Salvatore e Sacramento”, antica istituzione tiburtina, di cui è stato Priore, Vicepriore (nel 2001) e segretario.

Vincenzo Pacifici ha pubblicato libri di interesse scientifico , numerose monografie, ed ha partecipato a numerosi convegni sia nazionali che internazionali proponendo validi contributi. Gli interessi storiografici locali non lo hanno distolto dalla cura per la grande storia, tra le varie monografie il ricordato saggio su Francesco Crispi e l’ultimo che ha potuto curare, una biografia di Antonio Salandra, edita da Fergen nel 2019, oltre al saggio su Francesco Ercole.

Autore

Giornalista, saggista e poeta. Ha diretto i quotidiani “Secolo d’Italia” e “L’Indipendente”. Ha pubblicato circa trenta volumi e migliaia di articoli. Ha collaborato con oltre settanta testate giornalistiche. Ha fondato e diretto la rivista di cultura politica “Percorsi”. Ha ottenuto diversi premi per la sua attività culturale. Per tre legislature è stato deputato al Parlamento, presidente del Comitato per i diritti umani e per oltre dieci anni ha fatto parte di organizzazioni parlamentari internazionali, tra le quali il Consiglio d’Europa e l’Assemblea parlamentare per l’Unione del Mediterraneo della quale ha presieduto la Commissione cultura. È stato membro del Consiglio d’amministrazione della Rai. Attualmente scrive per giornali, riviste e siti on line.