Il Matese è un massiccio montuoso dell’Appennino nella regione storica del Sannio diviso tra quattro provincie, Caserta e Benevento nella Regione Campania e Isernia e Campobasso per la Regione del Molise. Questa area, oltre a regalarci meraviglie naturali come montagne, laghi, fiumi e vegetazione di diverse varietà ci offre anche un meraviglioso percorso storico che parte proprio dal popolo dei sanniti. Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, nel V secolo, in quest’area si diffuse il monachesimo che diede luogo alla nascita anche di diversi centri abitati e, successivamente, si diffuse a partire dal X secolo anche il fenomeno dell’incastellamento con la nascita di castelli e siti fortificati dove si sono sviluppati anche diversi luoghi abitati.
Tra i tanti castelli ricordiamo quello di Gioia Sannitica, costruito intorno al X secolo e situato a circa 560 metri di altezza sul livello del mare e da li si può ammirare tutta la valle del Volturno. Il borgo intorno al castello e circondato dalle mure stesse è tra i meglio conservati della Regione Campania, grazie anche al fatto che dopo l’abbandono avvenuto verso la fine del 1300 dopo un forte terremoto non è stato più rioccupato. In questo castello è famosa anche la leggenda della Janana Erbanina che ha dato per altro anche il suo nome al monte Erbano di fronte al castello stesso. A Gioia Sannita vi è un secondo castello che purtroppo è stato completamente dimenticato anche da una parte dei suoi cittadini stessi, il castello di Carattano che ha avuto anche l’appellativo di Universitas nel 1304 da Carlo II d’Angiò, Re di Napoli.
Raviscanina e Sant’angelo d’Alife si contendono il castello di Rupecanina a circa 530 metri di altezza. Risalente all’epoca normanna fu costruito in un punto strategico per avere il controllo sull’intero territorio. Nel corso della storia, il castello, ha avuto diverse modifiche nella struttura. Oggi quello che si può vedere come struttura che ha resistito più di tutto è il mastio dalla forma quadrangolare e su tre piani. Il castello di Rupecanina, insieme a Isernia, Sant’Angelo Limosano e Sant’Angelo in Grotte, si contiene la nascita di Papa Celestino V tra il 1209 e il 1215.
A quota 1080 metri vi troviamo un altro castello nel comune di Roccamandolfi in provincia di Isernia e rappresenta una delle opere fortificate più importanti del Molise. Il castello fu assalito e distrutto con la conseguenza del suo abbandono nel 1270 su ordine del Re di Napoli Carlo I d’Angiò. Il motivo di questa decisione da parte del Re fu perché qui vi trovarono rifugio un gruppo dichiarati eretici, Carlo I alleato con il papa prese posizione contro di loro e furono fatti prigionieri e poi condannati a morte. A circa 1200 metri di altezza troviamo anche il castello di Letino che dall’alto domina il paese. Fu fondato nel III secolo e serviva a sorvegliare la zona dell’alto Matese. Nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche e all’interno della cinta muraria fu edificato intorno al XVII secolo il Santuario di Santa Maria del Castello. Oggi all’interno il castello ospita anche il cimitero del paese.
Anche il centro storico di Faicchio è dominato dal suo castello costruito nel XII secolo per volere dei conti Sanframondo. Oggi il castello è celebre per i suoi eventi e funziona come ristorante per cerimonie.
Altri comuni del Matese, sia versante campano che molisano, hanno ancora ruderi o torri rimaste in piedi di castelli medievali.
Che il Matese ha una storia medievale di tale importanza lo dimostrano proprio i tanti castelli, torri e centri storici di questo periodo. Purtroppo l’incompetenza di una politica locale costruttiva e soprattutto di cooperazione non hanno dato lustro e non sono riusciti a formare un ente che si occupi integralmente di tutti i Castelli del Matese per poter ottenere fondi e una mole di turismo che possano rimanere per giorni. Riuscire a fare ciò può portare sviluppo e soprattutto rendere l’intera area importante per tutti i comuni che stanno vivendo un profondo spopolamento. Le aziende agricole che trasformano il loro prodotto possono crescere economicamente per non morire e dare lavoro compreso all’indotto.
Possiamo solo sperare che tale incompetenza politica un giorno si svegli.