I Sanniti furono un popolo di origine osca, che abitò le regioni montuose del centro-sud Italia, tra il VI e il II secolo a.C., e che fu uno dei principali nemici e alleati di Roma. I Sanniti erano organizzati in una federazione di quattro tribù: i Pentri, i Carricini, i Caudini e gli Irpini, che si univano per difendere i loro interessi e la loro libertà, e che avevano una cultura basata sulla guerra, sull’agricoltura, sull’artigianato e sul culto della natura.
I Sanniti lasciarono numerose testimonianze della loro cultura, sia materiali che immateriali. Tra le prime, si possono citare i resti archeologici, come le necropoli, le fortificazioni, i santuari e le statue, che si trovano in diverse località del Sannio, come Pietrabbondante, Saepinum, Alfedena e Benevento. Si possono anche citare i monumenti, come l’Arco di Traiano, che fu eretto a Benevento in onore dell’imperatore romano che concesse la cittadinanza ai Sanniti, o il Ponte di Annibale, che fu costruito dal generale cartaginese che si alleò con i Sanniti contro Roma.
Si possono infine citare i musei, come il Museo del Sannio, che ospita una delle più importanti collezioni di arte sannitica in Italia, o il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino, che conserva opere di arte sannitica e romana.
Tra le testimonianze immateriali, si possono citare la lingua, la letteratura, la religione, la musica, il folclore e le feste.
La lingua sannitica, infatti, era una lingua osca, che faceva parte della famiglia delle lingue indoeuropee, e che si scriveva con un alfabeto derivato da quello etrusco. La lingua sannitica è testimoniata da alcune iscrizioni, come la Tabula Bantina, che è il più lungo testo osco mai ritrovato, e che contiene una legge sulla cittadinanza sannitica.
La letteratura sannitica, poi, è nota solo attraverso le testimonianze di autori romani, come Livio, che raccontò le gesta dei Sanniti nelle sue Storie, o Plinio, che citò alcuni poeti sannitici, come Pacuvio e Accio.
La religione sannitica, inoltre, era politeista, e venerava divinità legate alla natura, come Mefite, la dea dei vapori sulfurei, o Cerere, la dea dei raccolti. La religione sannitica era anche influenzata da quella greca e romana, e adottava divinità come Giove, Giunone e Minerva.
La musica sannitica, poi, era basata su strumenti a fiato, come la zampogna, il flauto e il corno, e su strumenti a percussione, come il tamburo e il cembalo. La musica sannitica era usata per accompagnare le danze, le feste e le cerimonie religiose. Il folclore sannitico, infine, ha conservato alcune usanze e credenze di origine antica, come il culto degli antenati, la divinazione, la magia e la medicina popolare. Le feste sannitiche, poi, hanno mantenuto alcuni elementi di origine antica, come la festa di San Martino, che coincideva con il capodanno sannitico, o la festa di Sant’Antonio, che era legata al fuoco e agli animali.
I Sanniti contribuirono alla storia e alla cultura di Roma, sia come nemici che come alleati. I Sanniti si scontrarono con Roma nelle guerre sannitiche, che furono tra le più dure e cruente della storia romana, e che videro episodi famosi come la battaglia delle Forche Caudine, dove i Romani furono costretti a passare sotto il giogo dei Sanniti, o la leggenda di Ponzio Pilato, il governatore romano che condannò Gesù, e che secondo la tradizione era di origine sannita. I Sanniti si allearono con Roma nella guerra contro Pirro, il re dell’Epiro, e nella guerra contro Annibale, il generale cartaginese, e ottennero la cittadinanza romana e il diritto di far parte del Senato. I Sanniti parteciparono alla formazione della Federazione Italica, che fu il primo tentativo di unificare l’Italia sotto una sola legge e una sola autorità, e che fu il precursore della Repubblica Italiana.
I Sanniti rappresentano quindi un significato e un valore per la storia e per l’identità italiana, e per la Repubblica Italiana di oggi, che può trarre ispirazione e arricchimento dalla loro esperienza millenaria. I Sanniti sono un popolo guerriero e alleato di Roma, che ha saputo conservare e rinnovare il suo patrimonio culturale, e che ha saputo dialogare e integrarsi con le altre culture che l’hanno incontrato e arricchito.