Alla vigilia della partita di Champions Napoli-Barcellona, il guru Aurelio De Laurentiis decide di esonerare l’allenatore Walter Mazzari. Una decisione, credo, presa per dare “tranquillità” (si fa per dire) alla squadra , già gravata da problemi che durano da quasi un anno.
Ci siamo lasciati a dicembre, con l’analisi in cui affrontavo la crisi del Napoli dovuta alla mancanza di giocatori, di interi reparti della squadra che bisognava assestare con acquisti urgenti ed oculati. Dunque, a gennaio questi ingaggi e cessioni sono stati effettuati. eccoli. Acquisti: NGONGE (dal Verona), TRAORE’ (dal Bournemouth), MAZZOCCHI (dalla Salernitana), DENDONCHER (dall’Aston Villa). Cessioni: ZANOLI (alla Salernitana), ELMAS (ceduto a titolo definitivo al Lipsia), ZERBIN (al Monza), GAETANO (al Cagliari).
Questo restyling della squadra doveva servire, sempre secondo ADL, a far ripartire in modo dignitoso la squadra nella seconda metà di campionato, anche in vista delle partite di Champions che da lì a poche settimane il Napoli doveva affrontare.
Ricordando che in questo momento la squadra campana è collocata al nono posto in classifica con 37 punti, si può dedurre quindi, che la crisi non sia assolutamente superata.
Dopo la vittoria dello scudetto e dopo che Spalletti ha lasciato il Napoli, il club partenopeo è caduto in una crisi preoccupante.
Tutto viene un po’ da lontano.
Verso la fine dello scorso campionato, siamo stati spettatori del crollo dei giocatori chiave. Infatti, sia Osimhen che K’Vara hanno subito un tracollo repentino, faticando a trovare la rete, inoltre, ci sono stati interi comparti della squadra che non sono riusciti ad amalgamarsi come se si fosse perso quel collante che aveva caratterizzato il Napoli travolgente all’inizio del campionato 2022/2023.
Durante il periodo di Garcia ci sono stati momenti di confusioni su scelte tattiche e mancanza di equilibri nello spogliatoio, una rottura che ha tirato giù in una crisi inarrestabile la squadra napoletana. Ecco allora la decisione di De Laurentiis di esonerare Garcia e far ritornare dopo dieci anni sulla panchina del Napoli, Walter Mazzarri. Durante il suo mandato, l’allenatore ha dovuto affrontare innumerevoli infortuni; l’assenza di Osimhen e di Anguissa per la loro partecipazione alla coppa d’Africa. La squadra spesso ha mostrato una mancanza di motivazioni e prestazioni al di sotto delle aspettative. Mazzarri, dunque, ha dovuto affrontare problematiche legate alla gestione della squadra, dei giocatori e alla necessità di rinnovare alcune posizioni in settori importanti, quali difesa, centrocampo e attacco.
Per tutta risposta ADL, cosa fa?
La grande genialata! Esonera Mazzarri due giorni prima della partita di Champions Napoli-Barcellona, ingaggiando l’ex braccio destro di Sarri, Calzona.
Ovviamente non si possono pretendere miracoli dal nuovo allenatore. Infatti, con la sua prima partita di campionato alla guida del Napoli, il nuovo mister porta a casa un pareggio con la il Cagliari. Ciò che salta subito agli occhi dei tifosi è che il modulo ritorna al 4 3 3, con principi di sarriana memoria. Come ben sappiamo, questa tipologia di schema protende movimenti senza palla, velocità nelle gambe e passaggi corti e veloci. Purtroppo, tutto ciò in questa partita non si è visto. Cosa ho visto allora? Ho notato giocatori fermi in campo, nessuno azzardo in tiri fuori area ed errori di singoli. La novità è la scesa in campo di Zielinski, messo in panchina dal presidente, perché futuro giocatore dell’Inter -decisione, secondo me assurda in quanto è tutt’ora un calciatore di proprietà della squadra partenopea-. Un gruppo scollegato, in cui il collettivo non esiste più e la sindrome di prima donna ha preso come virus i giocatori della squadra ammalando il gioco. Ripeto non ha nessuna responsabilità Calzona e dunque, credo, che qualche considerazione vada fatta sul nostro caro presidente.
Ribadisco il concetto che De Laurentiis è una figura complessa con molti punti di forza e su questo togliamo ogni dubbio residuo. Infatti, il suo impatto sul Napoli è stato innegabile, ma spesso le sue scelte e il suo “stile” di gestione sono davvero contraddittori e molto discutibili. È noto, infatti, per la sua politica di mercato per così dire prudente. Ricordiamo che alla fine dello scorso campionato, quando tutti erano consapevoli che quei giocatori vincitori dello scudetto erano ormai limoni spremuti, il nostro presidente ha volutamente tralasciare gli acquisti portando avanti una decisione strabordante di presunzione saccente.
Ora con l’esonero di Walter Mazzarri ha prolungato l’agonia del Napoli in una perpetua instabilità psicologica, un gioco alla roulette russa che trascina i giocatori ad una continua tensione.
Ciò che probabilmente il presidente del Napoli non accetta è la scarsa qualità di gioco in campo. Ciò che non riesce ad ammettere il nostro caro De Laurentiis è che purtroppo nel gioco del calcio, si vince se si tira quel pallone facendolo arrivare dentro la rete; quindi, il tutto, si riduce ad una regola molto semplice: si vince se si fanno gol. E per fare ciò, c’è necessità di affrontare un mercato adeguato alle esigenze della squadra, di fare passi indietro sulla gestione di mercato, lasciando spazio a professionisti del campo e soprattutto di mettere le manine nel portafogli per gli ingaggi da programmare a fine campionato.
Ma forse Aurelio De Laurentiis vuole gestire una squadra di giocatori del “tre sette a perdere”?
Ai posteri l’ardua sentenza!