
Il caso Almasri ha dimostrano realmente il vuoto politico delle sinistre. Avrebbero potuto cogliere l’occasione per fare una discussione alta. Ma non hanno la capacità. Sanno solo urlare con arroganza. Ma è finito il tempo in cui la gente credeva alla l’ora ignoranza. Non hanno una idea chiara. È come se la presenza in Parlamento di Giorgia Meloni sarebbe necessaria per spiegare cosa? Capricciosi e banali. La questione è già stata ampiamente discusso da due Ministri con capacità tecniche giuridiche. Il resto è una indicibile rappresentazione di un teatro del nulla. Vuol dire che la sinistra si identifica appunto nel nulla. Non ha argomenti tranne quando si tratta di imbastire una “solfa” sul luogo comune di un antifascismo senza senso o di parlare di Lgtb+ altro.
Ho assistito a quasi tutto il dibattito di oggi in Parlamento. In presa diretta. Credo si abbia una sensazione diversa essere dentro che assistere in TV a una scena da circo. Da una parte l’eleganza della parola o meglio del linguaggio. Dall’altra l’arroganza, la scostumatezza, la mancata conoscenza reale dei fatti. È questione di stile.
Il Governo che doveva essere messo alla gogna da una sinistra (senza idee, senza progettualità, senza una politica) ne è uscito a testa alta con la volontà e la potenza delle idee.
Invece questa sinistra, incapace persino di rispettare la rigorosa eredità ideologica social – comunista, ha reso testimonianza di vacuità, capacità urlante priva di opinioni serie puntuali nella rappresentazione logica.
L’esplosione della rabbia e dell’ira, come le intende anche Vittorino Andreoli nel suo recente splendido libro, nasce dal fatto che non si è competitivi in nulla. Perché chi non ha idee, come questa sinistra, non può essere competitiva in nessun argomento. La sinistra lo sa bene.
C’è un altro aspetto. Da una parte non solo politica fondata da dati e conoscenza, ma anche formazione sul piano giuridico (forse qualcuno dimentica che sono uomini di giurisprudenza personalità come Nordio, Piantedosi e Mantovano). Dall’altra parte ci sono scolaretti ai primi studi o alle prime pagine o studentelli che vogliono dimostrare di aver letto professionalmente libri di diritto. Gli interventi lo hanno dimostrato. Interventi interamente vuoti di contenuti in analogia ad una campagna elettorale bassa.
Qui si aprirebbe un’altra questione che è quella di una destra che ha una funzione anche culturale e una sinistra che naviga a vista proprio in termini culturali. Non entro nel merito del fattore immigrazione soprattutto dopo gli scheletri dell’armadio della sinistra.
Questa farsa la sinistra poteva risparmiarsela dando in Parlamento il peggio di sé. Era prevedibile. Ancora non riesce a metabolizzare la sconfitta, una sconfitta “democratica”, che la dice lunga su come il popolo italiano si è espresso. Sul fatto che non abbiano idee, non nasce da oggi. Il ritorno in scena, proprio di questi giorni, del “prode” Prodi è una ulteriore sconfitta di tutti i sinistrati scolaretti.
La sinistra dovrebbe prendere lezioni dei rudimenti del fare politica in una società come la nostra ma pure dovrebbe leggere alcuni testi di Hegel e prima ancora di Voltaire, Rousseau (autori che non fanno parte della mia formazione ma li leggo) e Burke, per cominciare a comprendere la politica come senso di orizzonti e dialettica vera.
La sinistra esce da una situazione regressiva proprio sul piano culturale, sul piano dello stile, sul piano di assenze di proposte. E poi pensiamo che i ragazzi di oggi dovrebbero approcciarsi alla politica? La sinistra, ripeto, ha dato il peggio di sé. Sono un fallimento.