• 23 Febbraio 2025
La mente, il corpo

Nella società di oggi , lo stress e il distacco relazionale, accentua molte patologie, tra quelle in sviluppo e più preoccupanti nei confronti di chi le subisce, non di chi le possiede, indubbiamente rientra quella dello “stalker”.

Ma chi è lo stalker e come riconoscerlo? Sicuramente può essere tanto un uomo quanto una donna, di qualunque età, che metta in atto comportamenti persecutori nei confronti di una seconda persona, alla quale sia stato legato o meno da una relazione affettiva o professionale, e che abbia fatto parte o meno del nucleo familiare per un certo periodo di tempo. Nella maggior parte dei casi, lo stalker è un ex partner che non riesce ad accettare la fine della relazione e vuole cercare di riavvicinarsi alla vittima oppure vendicarsi di qualche torto subito, vero o presunto. Non di rado, tuttavia, lo stalker è un semplice conoscente, un collega o addirittura un estraneo che desidera stabilire con la vittima un qualche tipo di rapporto, generalmente di natura affettiva o sessuale. In quest’ultimo caso, di solito, si tratta di persone che hanno serie difficoltà di comunicazione e interazione, risultando incapaci di avviare rapporti interpersonali sereni in modo convenzionale. Gli ex partner che assumono comportamenti persecutori aggressivi e violenti dopo la separazione, di solito, avevano già dato segni di una tendenza all’iper-reattività e alla rabbia durante la relazione di coppia e/o in situazioni stressanti della vita quotidiana.

A volte, il comportamento persecutorio è messo in atto da persone affette da disturbi mentali associati a una qualche forma di distorsione della realtà (principalmente, psicosi, disturbi di personalità, disturbi ossessivi, schizofrenia; meno frequentemente, depressione, ansia o disturbo bipolare), che li induce a credere, erroneamente , fermamente nell’esistenza di una relazione affettiva con la vittima o nella possibilità di stabilirne una. In questa categoria di stalker rientrano, per esempio, i pazienti di psicoterapeuti o le persone assistite da operatori psicosociali che travisano la relazione di supporto e cura, interpretando l’attenzione ai bisogni e l’aiuto fornito come una dimostrazione di interesse affettivo, anziché come un rapporto umano empatico nell’ambito di un’attività di natura professionale.

Lo stalking è un fenomeno persecutorio complesso, definito come «un insieme di condotte oppressive, sotto forma di minacce, molestie, atti lesivi continuati che inducono nella persona che le subisce un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore», che può essere innescato dalle ragioni più diverse e che può assumere le forme più disparate. Tuttavia, lo stalking non può essere riferito a un disturbo psichiatrico specifico e, d’altro canto, in un’ampia quota di stalker non si possono riconoscere problematiche clinicamente rilevanti a questo livello.

Dal 2009 lo stalking è riconosciuto in Italia come un crimine e si può parlare di reato di stalking, perseguibile dalla legge grazie al D.L. del 23 febbraio 2009, n. 11 che ha introdotto il reato di atti persecutori,  secondo il quale è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio Nazionale Stalking il 70% delle vittime di stalking in Italia, risulta appartenere al genere femminile.  Cosa fare? Innanzitutto mai sottovalutare uno stalker. Non possiamo sapere fin dove può condurlo l’ossessione.

Inoltre bisogna denunciare subire …denunciare senza paura. Questi individui vanno fermati prima possibile, altrimenti la fissazione si aggrava e si sviluppa una spirale molto complessa e pericolosa. Gli stalker devono capire che il loro comportamento è contro la legge: la legislazione ci tutela, le pene ci sono . La maggior parte di loro quando capisce che la vittima non ha paura, in seguito a denuncia, essendo fondamentalmente persone vigliacche, si ritirano e interrompono il loro processo tossico.

Autore

Laureata in Giurisprudenza e pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano. Proprietaria e direttrice resposanbile della Testata giornalistica “Sannio Matese Magazine”, registrata presso il tribunale di Benevento, che ha come obiettivo informare, formare e valorizzare il territorio a cui è particolarmente legata del Sannio e del Matese. Presidente dell’Associazione Incanto, da lei stessa fondata, volta alla realizzazione di eventi culturali, sociali, editoriali, mirante principamente a collaborare con le scuole trattando temi socialmente delicati tramite la sensibilizzazione, attraverso il suo format da lei stesso idealizzato “Love Life”.