• 21 Novembre 2024
Itinerari

Miti e leggende caratterizzano da tempi immemori il folclore beneventano e casertano Quando poi la storia si sposa con la mitologia, il risultato sbalorditivo è presto assicurato! Una leggenda che non può lasciare indifferenti è quella che riguarda il comune di Gioia Sannitica, ed il suo meraviglioso castello. Scopriamo insieme cosa si nasconde tra queste antiche mura.

Il castello di Gioia Sannitica e la sua storia

Ogni castello, ovunque si trovi, sembra nascondere reconditi segreti. Il suo aspetto   imponente incanta gli intraprendenti visitatori, ignari spesso di cosa abbia da raccontare. Ebbene, il bellissimo castello di Gioia Sannitica narra una vicenda davvero curiosa e intrigante.

Il maniero, di origine normanna, fu costruito su un’altura allo scopo di difendere gli abitanti, grazie alla sua poderosa cinta muraria. Incombeva all’epoca il pericolo dei barbari e delle loro tremende razzie, per cui un possente castello era la risposta al bisogno di sicurezza della popolazione. Data la sua importanza, il castello viene citato nel Catalogus Baronum, dove si menziona anche di un feudatario che probabilmente si rese fautore della sua realizzazione.

In seguito il maniero fu ristrutturato grazie all’intervento degli Svevi e degli Angioini, i quali rafforzarono la cortina verso l’esterno, e crearono una nuova porta d’accesso con archi gotici. Malauguratamente, nel 1394 un violento terremoto cagionò gravissimi danni alla struttura, danneggiando in maniera permanente la  torre principale. Intorno al XV secolo il borgo si spopolò, proprio a causa della nefasta opera del sisma. Non solo. Un’epidemia di peste sconvolse letteralmente la povera gente del luogo, prostrandola ulteriormente. Nel 1500, il castello fu definitivamente abbandonato. All’epoca era nelle mani di un cavaliere spagnolo, noto col nome Ugo Villalumo. L’uomo ricevette il castello da Re Carlo V come ricompensa del valore dimostrato nella battaglia di Pavia.

La leggenda della janara Erbanina e del suo cavaliere

Entriamo ora nel merito della leggenda. Cosa accadde al prode Ugo Villalumo? La storia comincia proprio nell’istante in cui Ugo incontrò la bellissima Erbanina. La giovane donna, dall’aspetto di una maliarda sirena, riuscì ad incantare l’irreprensibile eroe della corte di Re Carlo. Non fu però solo il fascinoso aspetto che fece innamorare Ugo Villalumo, in quanto la bellissima giovane era famosa per le sue porzioni magiche ed era da tutti conosciuta come una janara.  Erbanina ogni notte percorreva volando il borgo di Gioia Sannitica, spaventando gli abitanti e rendendo inquieto il loro sonno. Per farlo, abitualmente usava ungersi con grasso di cadavere, poiché questo le permetteva di volare e di raggiungere il luogo dove si teneva il Sabba. Il cavaliere Ugo iniziò a nutrire sospetti sulla reale natura della sua sposa, che spesso era oggetto delle chiacchiere del paese.

Preso da mille dubbi, Ugo decise di agire per salvare la sua anima dalle grinfie della temibile janara. La leggenda contempla due diversi finali noti, ed entrambi davvero peculiari. Secondo alcuni, l’uomo sostituì il grasso di cadavere con la sugna, impedendo alla strega Erbanina di volare per unirsi alla tetra cerimonia. Non potendo volare, la creatura esperta di arti magiche cadde dalla torre e morì. Secondo altri, Ugo invocò l’aiuto di San Michele, che gettò personalmente Erbanina dalla torre del castello, uccidendola. L’urlo straziato della strega si sentì per qualche tempo, per poi perdersi nella leggenda. Si dice infatti che il monte Erbano, nei pressi della città, derivi proprio dal nome dell’incantevole ma spietata strega.

Autore

Laureata in Giurisprudenza e pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano. Proprietaria e direttrice resposanbile della Testata giornalistica “Sannio Matese Magazine”, registrata presso il tribunale di Benevento, che ha come obiettivo informare, formare e valorizzare il territorio a cui è particolarmente legata del Sannio e del Matese. Presidente dell’Associazione Incanto, da lei stessa fondata, volta alla realizzazione di eventi culturali, sociali, editoriali, mirante principamente a collaborare con le scuole trattando temi socialmente delicati tramite la sensibilizzazione, attraverso il suo format da lei stesso idealizzato “Love Life”.