• 22 Gennaio 2025
La mente, il corpo

La resilienza psicologica è un fenomeno che consiste nella capacità di far fronte mentalmente o emotivamente a una crisi o un trauma e di riprendersi da uno stato di stress post-traumatico; esiste nelle persone che sviluppano capacità psicologiche e comportamentali che consentono loro di mantenere la calma durante le crisi e di superare l’incidente senza conseguenze negative a lungo termine.

Questo concetto indica non solo il saper affrontare in maniera positiva eventi traumatici, ma anche di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà e di stare aperti alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. La parola “resilienza” deriva dalla parola latina “resilire”, che letteralmente significa “saltare indietro”.

Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti; in altri termini la capacità di autoripararsi dopo un danno, di far fronte, resistere, ma anche costruire e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante situazioni difficili che fanno pensare a un esito negativo. Essereresilienti non significa infatti solo saper opporsi alle pressioni dell’ambiente, ma implica una dinamica positiva, una capacità di andare avanti, nonostante le crisi, e permette la costruzione, anzi la ricostruzione, di un percorso di vita. Si tratta di un dono inestimabile, che permette di superare le difficoltà, ma che non rende invincibili, e non è neppure presente sempre e comunque: possono infatti verificarsi momenti in cui le situazioni sono troppo pesanti da sopportare, generando un’instabilità più o meno duratura e pervasiva. Tuttavia è indubbio che la forza delle battaglie superate predispone l’individuo a lottare con maggior consapevolezza .La letteratura scientifica dimostra che la resilienza e’ un fenomeno ordinario nell’essere umano e non straordinario. Le persone comunemente e generalmente si dimostrano resilienti. Generalmente, col il trascorrere del tempo, le persone trovano il modo di adattarsi bene a situazioni oggettivamente drammatiche come incidenti, lutti, calamità naturali ed eventi traumatici in generale. In tal senso, il costrutto di resilienza evidenzia l’importanza delle risorse di un individuo rispetto alle proprie capacità di autoriparazione per la sopravvivenza. Essere resilienti non significa che la persona non si senta in difficoltà o non esperisca una certa quota di distress; il dolore emotivo, la tristezza e altre emozioni negative sono frequenti e comuni in coloro che vivono delle avversità o delle situazioni traumatiche. Essa non è un tratto stabile e immodificabile della personalità, ma viceversa implica una serie di comportamenti, pensieri e atteggiamenti che possono essere appresi, migliorati e sviluppati in ciascun individuo. Tra i fattori di rischio che espongono a una maggiore vulnerabilità agli eventi stressanti, diminuendo la resilienza,  troviamo tanto i fattori emozionali (abuso, bassa autostima, scarso controllo emozionale), interpersonali (rifiuto dei pari, isolamento, chiusura);quanto quelli familiari (bassa classe sociale, conflitti, scarso legame con i genitori, disturbi nella comunicazione),che i fattori di sviluppo (ritardo mentale, disabilità nella lettura, deficit attentivi, incompetenza sociale). Mentre fattori che ne stimolano lo sviluppo sono senza dubbio quelli protettivi familiari, che comprendono l’elevata attenzione riservata al bambino nel primo anno di vita, la qualità delle relazioni tra genitori, il sostegno alla madre nell’accudimento del piccolo, la coerenza nelle regole, il supporto di parenti e vicini di casa, o comunque di figure di riferimento affettivo . Questi strumenti accrescono:

1) L’Ottimismo. La disposizione a cogliere il lato buono delle cose, è un’importantissima caratteristica umana che promuove il benessere individuale e preserva dal disagio e dalla sofferenza fisica e psicologica.

2) L’autostima si accoppia all’ottimismo. Avere una bassa considerazione di sé ed essere molto autocritici, infatti, conduce a una minore tolleranza delle critiche altrui, cui si associa una quota maggiore di dolore e amarezza, aumentando la possibilità di sviluppare sintomi depressivi.

3) Le emozioni positive, ovvero il focalizzarsi su quello che si possiede invece che su ciò che ci manca.

4) Il supporto sociale, definito come l’informazione, proveniente da altri, di essere oggetto di amore e di cure, di essere stimati e apprezzati. E’ importante sottolineare come la presenza di persone disponibili all’ascolto sia efficace poichè mobilita il racconto delle proprie sventure. Raccontare è liberarsi dal peso della sofferenza, e l’accoglienza gentile e senza rifiuti o condanne da parte degli altri segnerà il passaggio da un racconto tutto interiore, penoso e solitario. La speranza invece è un processo, anch’esso avente una funzione autoregolatoria, che include il pensare ai propri obiettivi, la motivazione e i modi per raggiungerli .La differenza è che la speranza implica un pensiero orientato al futuro, mentre la resilienza si concentra sul presente. La speranza alimenta una mentalità positiva nonostante le avversità della vita e facilita così la resilienza, l’impegno.

Autore

Laureata in Giurisprudenza e pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano. Proprietaria e direttrice resposanbile della Testata giornalistica “Sannio Matese Magazine”, registrata presso il tribunale di Benevento, che ha come obiettivo informare, formare e valorizzare il territorio a cui è particolarmente legata del Sannio e del Matese. Presidente dell’Associazione Incanto, da lei stessa fondata, volta alla realizzazione di eventi culturali, sociali, editoriali, mirante principamente a collaborare con le scuole trattando temi socialmente delicati tramite la sensibilizzazione, attraverso il suo format da lei stesso idealizzato “Love Life”.