• 29 Gennaio 2025

La pubblicità pervade totalmente le nostre vite. Anche se a volte potremmo non rendercene conto, è davvero ovunque. Per strada, in televisione, accendendo il cellulare, e, in quel caso, sembra proprio “esserci cucita addosso”… ma è solo un’impressione o è la verità? È possibile che gli inserzionisti riescano a captare informazioni personali e interessi dei possibili acquirenti così da riuscire a proporre gli annunci più interessanti e indurre dunque all’acquisto del prodotto?

Con l’avvento di Internet e dei social media, le aziende hanno sviluppato tecniche sempre più sofisticate per personalizzare gli annunci pubblicitari, rendendoli non solo ubiqui ma anche estremamente mirati.

La risposta è dunque sì, ed è allora opportuno capire come questo sia possibile al fine di attuare un’adeguata strategia di autotutela. Ma i dibattiti sul tema sono stati sempre molto accesi in età contemporanea e sono molti gli intellettuali del Novecento che hanno espresso i loro pareri critici circa l’argomento. Mi pare dunque opportuno citare le opinioni di due fra i tanti pensatori che hanno vivacemente animato l’Italia del secolo scorso: Pasolini ed Eco.

Pasolini, poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore e drammaturgo, considerato tra i maggiori intellettuali italiani del Novecento, era particolarmente preoccupato per il potere manipolativo che esercitava la pubblicità, in particolare sui giovani. Egli credeva che questa agisse come uno strumento di controllo sociale, omologando le menti e i desideri delle persone. In un’intervista del 1975 con Furio Colombo, Pasolini affermò che la pubblicità e i mass media stavano creando una nuova forma di dittatura, più subdola e pervasiva di quella politica, poiché agiva direttamente sulle coscienze delle persone.

Un altro aspetto della critica pasoliniana alla pubblicità riguarda la distruzione dei valori tradizionali. Pasolini sosteneva che la pubblicità promuoveva un modello di vita superficiale e materialista, che andava a scapito dei valori spirituali, culturali e umani. Egli vedeva in questo un pericolo per la società, in quanto la perdita dei valori tradizionali avrebbe portato a una crisi morale e culturale.

Umberto Eco, celebre semiologo, filosofo e scrittore italiano, ha espresso opinioni articolate sulla pubblicità, considerandola un fenomeno complesso e multiforme. La sua visione, meno radicale di quella di Pasolini, offre una prospettiva critica ma anche analitica del ruolo della pubblicità nella società contemporanea. Eco, attraverso i suoi studi di semiotica, ha analizzato la pubblicità come un sistema di segni e significati. Secondo Eco, la pubblicità non è solo un mezzo per vendere prodotti, ma anche una forma di comunicazione che riflette e costruisce la cultura e la società. In questo senso, la pubblicità è un testo che può essere decodificato e interpretato per comprendere meglio i valori, i desideri e le ideologie della nostra epoca. Eco non è stato immune alla critica della cultura di massa e del consumismo. Egli ha riconosciuto che la pubblicità può contribuire all’omologazione culturale e alla diffusione di valori superficiali e materialisti. Tuttavia, Eco ha anche evidenziato che la pubblicità, come ogni forma di comunicazione di massa, deve essere analizzata con attenzione per comprenderne i meccanismi e le implicazioni. La sua analisi semiotica e critica della pubblicità ci invita a riflettere su come i messaggi pubblicitari influenzino le nostre vite e su come possiamo decodificarli per comprendere meglio la realtà sociale in cui viviamo.

La pubblicità ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia di mercato, intervenendo in aiuto delle aziende che hanno l’obbiettivo di raggiungere i consumatori e a promuovere i loro prodotti e servizi e suscitando perciò accesi dibattiti. Tuttavia, la situazione è cambiata drasticamente con l’avvento della tecnologia digitale. Oggi, pare essere bombardati da annunci pubblicitari in ogni momento della giornata. Un recente studio ha stimato che una persona media è esposta a circa 4.000-10.000 annunci pubblicitari ogni giorno, un numero impressionante, che continua a crescere con l’aumento delle piattaforme digitali.

L’invasione costante di pubblicità può avere un impatto significativo sulla salute mentale delle persone. L’esposizione continua a messaggi pubblicitari può causare stress, ansia e una sensazione di sovraccarico informativo. Inoltre, la pubblicità mirata può rafforzare insicurezze personali e sociali, promuovendo un’immagine di perfezione irraggiungibile, in particolare per tutti quei settori che attirano l’attenzione di giovani e giovanissimi: la moda, il make-up, il fitness, che propongono abitualmente modelli impossibili da raggiungere, che possono essere fuorvianti per deboli menti in formazione. Sempre con riferimento all’ influenza della pubblicità sulle menti è doveroso notare come quelle online, in particolare, sono progettate per catturare l’attenzione degli utenti e mantenerla attiva il più a lungo possibile, portando a una riduzione della produttività, sia sul lavoro che nella vita quotidiana, poiché le persone sono costantemente distratte da notifiche e annunci che appaiono sui loro dispositivi.

Personalizzazione degli Annunci: Come Funziona?

La personalizzazione degli annunci è diventata una pratica comune grazie all’avvento di tecnologie avanzate di raccolta dati e analisi. Le aziende utilizzano diverse tecniche per raccogliere informazioni sui consumatori e creare profili dettagliati che permettono di indirizzare gli annunci in modo altamente specifico. Il primo passo di questo processo è la raccolta dati, che le aziende raccolgono attraverso vari metodi, tra cui:

Cookie: Piccoli file di testo che i siti web salvano sui dispositivi degli utenti per tracciare le loro attività online (“introdotti”, per intenderci, da quei fastidiosi banner che ci appaiono in basso alla schermata all’inizio della navigazione su un qualsiasi sito).

Social Media: Le piattaforme di social media raccolgono una vasta gamma di dati sugli utenti, dalle informazioni demografiche ai comportamenti di navigazione.

Acquisti Online: Gli e-commerce tracciano gli acquisti e i prodotti visualizzati per creare profili di consumo dettagliati.

Dispositivi Mobili: Le app sui dispositivi mobili spesso raccolgono dati sulla posizione e sull’uso delle app stesse.

Step 2: Analisi e Profilazione

Una volta raccolti, i dati vengono analizzati utilizzando algoritmi di apprendimento automatico e intelligenza artificiale. Questi strumenti permettono di identificare modelli di comportamento e preferenze individuali, creando profili dettagliati dei consumatori. Questi profili vengono poi utilizzati per personalizzare gli annunci in modo da renderli più rilevanti e attraenti per ogni singolo utente. Un’altra diffusissima tecnica è quella del “Retargeting”:

Il retargeting è una tecnica che consiste nel mostrare annunci a utenti che hanno già interagito con un sito web o un prodotto, ma non hanno completato un’azione desiderata, come un acquisto. Esempio: qualora l’acquirente dovesse aver navigato su uno store di e-commerce visualizzando un particolare articolo senza però concludere con l’acquisto, gli verrà poi continuamente riproposto lo stesso articolo. Èun metodo che aumenta significativamente le probabilità di successo dell’ annuncio, in quanto gli utenti sono quasi certamente già interessati al prodotto o servizio.

La personalizzazione degli annunci solleva non poche preoccupazioni di carattere etico. La raccolta e l’analisi dei dati personali possono violare la privacy degli individui, soprattutto se non sono consapevoli di come i loro dati vengono utilizzati. Inoltre, la manipolazione delle preferenze e dei comportamenti degli utenti attraverso pubblicità mirate può essere vista come una forma di controllo psicologico. Preoccupazioni queste che però, come abbiamo avuto modo di apprezzare dalle parole di Pasolini, sembra essere un tema da molto dibattuto, anche prima dell’ avvento delle tecnologie digitali, sulle quali la nostra analisi pare essere prettamente incentrata

Regolamentazione e Protezione della Privacy

Negli ultimi anni, sono stati introdotti vari regolamenti per proteggere la privacy dei consumatori e limitare l’invadenza della pubblicità personalizzata. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea è uno degli esempi più significativi, imponendo alle aziende di ottenere il consenso esplicito degli utenti per raccogliere e utilizzare i loro dati personali. Stabilisce principi chiave come liceità, correttezza, trasparenza, minimizzazione dei dati e sicurezza. Gli interessati hanno diritti come accesso, rettifica, cancellazione, limitazione, portabilità e opposizione. I titolari e responsabili del trattamento devono garantire conformità, sicurezza e valutazioni d’impatto, nominando un DPO (responsabile della protezione dati) quando necessario. Le violazioni possono comportare sanzioni fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuale globale. L’invasione della pubblicità e la personalizzazione degli annunci sono fenomeni che hanno trasformato radicalmente il panorama del marketing moderno. Sebbene queste tecniche possano offrire vantaggi alle aziende e rendere gli annunci più rilevanti per i consumatori, sollevano anche importanti questioni etiche e di privacy. È essenziale che i consumatori siano consapevoli dei metodi utilizzati per raccogliere e utilizzare i loro dati e che vengano implementate regolamentazioni adeguate per proteggere la loro privacy e il loro benessere mentale.

Autore

Alessandro Ebreo è nato ad Avellino il 30 agosto del 2007. Frequenta il Liceo Classico "Rinaldo d'Aquino" di Montella e il corso di pianoforte al conservatorio "Domenico Cimarosa" di Avellino, esibendosi, in varie occasioni, in ambito accademico. Nel 2023, esordisce come cantante nell'opera lirica "Il barbiere di Siviglia" con l' Orchestra Filarmonica di Benevento. In ambito letterario, un suo componimento poetico, dal titolo "Sacrificio", è stato pubblicato, nel 2023, dalla casa editrice "Delta 3 edizioni", nella raccolta "Parole di legalità". Nel 2024, è risultato secondo classificato al "Premio Ginestra" con un elaborato sul tema della violenza di genere, dal titolo "Il posto che mi spetta".