Conoscere, ammirare e custodire i beni culturali del proprio territorio consente di acquisire la consapevolezza del suo sviluppo culturale e artistico, attraverso un dialogo tra passato, presente e futuro. Diversi paesi, attraverso la loro cultura figurativa e materiale, sono ricchi di preziose testimonianze che, per noi contemporanei e per i posteri, sono motivo di orgoglio. Creare una connessione interculturale tra le svariate tradizioni storiche, permette di sentirsi parte , complessivamente, della storia, arricchendo il proprio bagaglio culturale. La conoscenza del passato , inoltre, crea coesione sociale in una cittadinanza che condivide la sensibilità e godibilità dei beni culturali, perché solo grazie alla piena consapevolezza del passato, il futuro può attingere dalla storia.
Sono tantissime le scoperte avvenute nel nostro Paese durante i lavori di scavo. Il territorio Beneventano, infatti , è ricco di rinvenute testimonianze storiche. A tale proposito l’attenzione si cala su Amorosi, un paese di origine tardomedievale, in provincia di Benevento, che si estende sulla sponda sinistra del fiume Volturno e sulla destra del fiume Calore Irpino. Nelle vicinanze del fiume Volturno, in località Ranzano, è stata scoperta, nell’ambito di indagini preventive nell’area dove sorgerà la futura stazione elettrica di Terna, una necropoli di epoca preromana, di origine etrusca, caratterizzata da preziosi corredi funebri.Questi ritrovamenti testimoniano, infatti , che nell’antichità le tribù utilizzavano il fiume Volturno come strada di passaggio e collegamento. L’area funeraria risale tra la fine dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante (terzo quarto del VIII-seconda metà/fine del VII sec. a.C.). I contesti funerari si riferiscono alla “Cultura delle tombe a fossa” , che contraddistingue la Campania prima dell’emergere dei Sanniti. È stato notato, dunque, che nelle tombe maschili vi erano armi e fibule ,mentre, quelle femminili erano ricche di oggetti ornamentali in bronzo, ambra tra cui fibule, bracciali, pendagli. Le tombe femminili, quindi, erano composte da più oggetti. Ai piedi del defunto, in uno spazio riservato, erano deposti molti vasi di forme diverse.
Alcune sepolture , invece, contenevano oggetti di prestigio, come cinturone in bronzo decorato, che richiamavano le sepolture di rango principesco attestate in Campania in epoca orientalizzante. Due grandi sepolture a tumulo , inoltre, riguardavano esponenti dell’élite della società dell’epoca.
Si tratta di una scoperta importantissima, tant’è che la Sorprintendenza ABAP ha chiesto il sostegno di Terna Spa per avviare un lavoro di studio, attraverso un team di esperti, tra cui archeologi, antropologi che hanno restaurato i materiali rinvenuti e analizzato i resti ossei.
Sono state svolte anche analisi archeobotaniche dei terreni in locali messi a disposizione dal Comune di Amorosi.
Riguardo la seconda fase dello scavo, i materiali sono molto meno attestati all’interno delle tombe, perché Amorosi non ebbe più il controllo dei traffici fluviali, venne soppiantata, e la vita della comunità continuò lenta.
Quali sono le origini degli Etruschi? Gli Etruschi hanno influenzato la cultura romana?
È importante ricordare che gli Etruschi, dunque, sono un popolo dell’Italia vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. , provenienti dell’Etruria, cioè un’area corrispondente all’attuale Toscana, Umbria e Lazio. Noti ai Greci con il nome di <<Tirreni>> è incerto come essi chiamassero se stessi. Ci si pongono molti interrogativi riguardo alle origini di questo popolo, per molti aspetti molto misterioso. Per Erotodo, che scriveva nel V secolo a.C. si trattava di un gruppo di Lidi, provenienti dall’Asia Minore e guidati da Tirreno, navigarono verso l’Italia. Dionigi di Alicarnasso, storico di età augustea, li considerava genti autoctone, indigene , della penisola italica. Altri li pensavano provenienti dal lontano nord per via di terra. La ricerca archeologica e linguistica moderna spiega l’origine etnica degli Etruschi, che si colloca attorno all’ VII secolo a.C. come il punto d’incontro di due processi: da un lato un’evoluzione della struttura interna della società e delle economie locali; dall’altro, si riconosce l’importanza che su queste ebbero i rapporti con le colonie greche presenti nell’Italia meridionale.
L’origine della civiltà estrusca sembra dunque riconducibile a uno sviluppo autonomo realizzatosi nelle regioni grosso modo corrispondenti alle attuali Toscana, Umbria e Lazio settentrionale. Nella fase della loro massima espansione (VII-VI secolo a.C.), essi competevano con i Greci e i Cartaginesi per il controllo delle vie marittime. In questa fase, gli Etruschi non diedero mai vita a uno stato unitario, bensì si organizzarono in città indipendenti governate da sovrani <<lucumoni>>, sostituiti , poi, da magistrati eletti annualmente, gli <<zilath>>. L’unica forma di aggregazione delle comunità Etrusche è quella della lega delle 12 città principali ( Veio, Cere, Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Volterra, Chiusi, Cortona, Perugia, Arezzo e Fiesole). La società etrusca, inoltre, ebbe un carattere aristocratico, poiché il governo delle città era nelle mani di un gruppo ristretto di proprietari terrieri e ricchi commercianti. Il processo di espansione subì diverse battute d’arresto. Nel corso del III secolo l’Etruria passò in mano romana.
In perfetta concordanza con i ritrovamenti archeologici di Amorosi è quanto si sa degli Etruschi sulla concezione dell’aldilà. Nella religiosità etrusca ha un’importanza particolare la concezione dell’aldilà. Il defunto, infatti, era immaginato continuare la propria esistenza nella tomba , nella quale -ci raccontano gli storici-dovevano trovar posto cibi, bevande e i simboli dello status sociale. I Romani erano consapevoli di quanto la loro vita sociale e le loro istituzioni dovessero agli Etruschi. I simboli del potere supremo , gli “Insignia imperii” erano considerati di derivazione etrusca. Soprattutto, i Romani erano debitori nei confronti degli Etruschi in campo religioso e, lo storico Livio, afferma che gli Etruschi erano, tra tutti i popoli, quello più legato alla religione. La fase più antica della civiltà è quella villanoviana, attestata dal IX secolo a.C.. Poi, la civiltà etrusca si fuse con la civiltà romana, in un processo di assimilazione culturale, a partire dalla conquista di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e terminò il primo anno del principato di Ottaviano nel 27 a.C..
Il ritrovamento della necropoli in Amorosi arricchisce la nostra conoscenza storica, confermandoci i loro usi e le loro tradizioni, soprattutto, in ambito religioso.
Al termine delle operazioni di scavo , la Soprintendenza ABAP ha presentato, durante una conferenza stampa presso il comune di Amorosi, questo grandioso rinvenimento archeologico.
In tale occasione è intervenuto l’ing. Carmine Cacchillo sindaco di Amorosi che ha, così ,sottolineato << questa è una giornata di festa, perché si sta riscrivendo una nuova pagina di storia. Questo lavoro è iniziato nel 2019, con dei sondaggi preventivi ed è venuto fuori un patrimonio eccezionale.
Il risultato di oggi, infatti , è un lavoro di sinergie messe in campo a cui rivolgo i miei ringraziamenti>>. Il sindaco, inoltre, ha sottolineato che <<questa scoperta archeologica riveste un’importanza decisiva per la storia della nostra cultura e l’esplorazione sistematica del territorio ha permesso di recuperare una quantità rilevante di materiali ,affinché potessero essere delineate le fasi di sviluppo, gli stili e i protagonisti dell’opera. Possiamo così rafforzare ciò che conosciamo della storia , aggiungendo nuove preziose informazioni negli archivi e valorizzando come meritano le usanze dei nostri avi>>.
Nel corso della conferenza stampa è intervenuto, inoltre, l’archeologo Gennaro Leva , il quale ha detto :<<sono contento di presenziare alla presentazione di questo importante rinvenimento. Il nostro Paese è ad altissimo potenziale archeologico, ovunque si scavi è possibile imbattersi nelle tracce materiali dei popoli che hanno vissuto il territorio prima di noi, dagli Etruschi ai Romani, dalla Preistoria al Medioevo e oltre>>.
Infine, l’ultimo intervento è stato svolto dall’onorevole Francesco Maria Rubano.<<Questa giornata-ha commentato – è frutto di un’intensa collaborazione istituzionale che mi ha visto presente , nelle mie funzioni istituzionali al fianco del Comune di Amorosi e della Soprintendenza. È il primo passo propedeutico all’apertura, nel comune di Amorosi, di una struttura museale che possa arricchire il nostro territorio>>.
Viviamo in un territorio ricco di beni culturali, testimonianza che siamo “figli” di un passato da ricordare e da tramandare ai nostri posteri. In Amorosi, infine, è stato portato alla luce la necropoli etrusca che rivaleggia la sua eccezionale importanza storica. Essa, da oggi, ha un altro prezioso bene culturale , motivo, sicuramente, di vanto e di orgoglio del proprio patrimonio storico -culturale.