• 23 Novembre 2024

Decido di fare l’ intervista in un book bar, dove l’odore di carta stampata, il frusciare delle pagine e il profumo di caffè arabico o tisane dal sapore orientale si uniscono come onde del mare sulla battigia, dove ogni granello di sabbia accoglie e  abbraccia la dolce schiuma bianca del mare. I divanetti in velluto tolti al passato sui quali le persone si abbandonano alle parole di libri che  accompagnano i loro pomeriggi in un nuovo viaggio, danno il testimone a tavolini di metallo dove donne, uomini e ragazzi con i loro computer o con amici , parlando di scrittori e poeti alienano il tempo come fermo immagine nelle loro vite .

In questo contesto fantastico incontro Carlo Prozzo, un giovane sceneggiatore e regista di Benevento.

Laureatosi in giurisprudenza all’università degli Studi di Milano Bicocca , ha  esercitato successivamente per un breve periodo la professione di avvocato, abbandonandola per dedicarsi definitivamente ai suoi interessi. Infatti Prozzo essendo un grande appassionato di letteratura, musica e cinema, di ispirazione felliniana, amante dei registi come  Vigo e Godard, ha improntato la sua giovane vita nel raggiungimento di grandi traguardi per realizzare a pieno questo progetto di vita. Dopo aver studiato sceneggiatura presso la scuola Holden di Torino si diploma presso l’Accademia del Cinema e delle Televisione di Benevento.

Da qui tutto in ascesa. Come sceneggiatore e regista riceve molti premi per i suoi cortometraggi: premio “Animart” per “Disuniti e Lumen”, ”La Lotteria della Vita”, il Premio Internazionale Flaiano. 

”La Stanza del Mare” è stato selezionato come corto di apertura per l’Artict International Film Festival, senza parlare di altri cortometraggi andati in finale in tanti importanti concorsi cinematografici quali Fellini Film Festival, il Theta, Silver Screen di New York, il Kalakari in India e il Lift Off di Londra.

Davanti a una tisana di zenzero e limone accompagnati da biscottini dalla fragranza vanigliata e a un bicchiere di thè ghiacciato gli chiedo da  dove nasca a  questa sua passione per la scrittura?

Dalla musica! Da questo amore sconsiderato che ho per cantautori e per i loro testi. In tutto ciò devo ringraziare la mia avversione per il professore G. e la fortuna di avere incontrato il mio professore universitario Massimiliano Verga.

Mi puoi spiegare in che modo questi due professori hanno influenzat

questo tuo cammino verso il cinema?

Effettivamente tutto è successo come nel film “Sliding Door”, dove il caso, il caos e la successione di eventi mi hanno portato a scoprire di me una qualità che non credevo di avere: saper scrivere. Il professore G., “ l’innominato”, (con occhi sorridenti continua il suo racconto, n.d.r.) annoiava con le sue lezioni lente gli studenti e me in particolare creandosi così una antipatia nei suoi riguardi; ecco che decisi di cambiare e cominciai a leggere il libro sul punk capitalismo e il copyright attraverso l’evoluzione musicale ed è per questo che subentro’ il professore Verga (autore di “ Zigulí ” e “ Gettone di Libertà “)al quale chiesi se potevo scrivere del cantautore  Rino Gaetano nella sezione punk italiano. Da qui ho scritto nella mia tesi “Libertà di Espressione e Accesso alla Comunicazione: una riflessione a partire dai testi di Rino Gaetano”, 13 storie ispirate alle canzoni e personaggi del cantautore con analisi giuridiche e sociali.

Quando il professore Verga lesse la mia tesi scritta non nel classico linguaggio ma usando una scrittura in prima persona con considerazioni personali e con personaggi che interagiscono con chi scrive mi disse: “ Tu devi scrivere” .

È qui che mi si aprì un’ altra porta che fino ad allora non avevo considerato. Mai mi sono soffermato sul come scrivo, forse l’unica che mi diceva che sapevo farlo fino ad allora era mia sorella. Ecco questo Sliding door, ecco questa trasposizione di un’ altra dimensione nella mia vita. Da lì ho cominciato a studiare sceneggiatura e cinema ed eccomi qua.

Quali caratteristiche di Fellini, Vigo e Godard riconosci in te?

Sai, non ci sono delle caratteristiche nello specifico che amo in questi registi è una connessione intima che si crea tra me e questi grandi del cinema. Come l’amore a prima vista, c’è, arriva ma non sai il perché, succede e basta.

Quale appassionato di letteratura e scrittura, sei docente infatti di

scrittura creativa presso la libreria Ubik Liberi Tutti, deduco che preferisci 

scrivere tu le sceneggiature dei tuoi film oltre che esserne il regista, riesci 

ad utilizzare anche una scritta da mano diversa dalla tua?

Beh, sicuramente preferisco scrivere io le sceneggiature e lavoro in questo senso. Cercare di portare l’insieme e non solo il parziale. Un film scritto e diretto da una stessa persona è come la nascita di figlio solo che un neonato ha il cinquanta per cento del patrimonio genetico dell’uno e dell’altro genitore, il film avrebbe il cento per cento del mio patrimonio genetico, è qualcosa di meraviglioso, di potente. Ovvio che lavorare anche con una grande sceneggiatura sarebbe sicuramente un grande valore aggiunto a tutto il mio lavoro.

Un regista oltre ad avere rapporti con macchinisti, truccatori, scenografi

etc,  ha rapporti soprattutto con gli attori. Tu personalmente che tipo di 

rapporto instauri con i tuoi attori, cioè pensi che vadano lasciati liberi di 

esprimere le proprie potenzialità o sei convinto che vadano seguiti in ogni 

singolo aspetto?

Di solito mi accompagno con  professionisti di cui mi fido molto e conosco già le loro potenzialità e le loro caratteristiche e loro conoscono me e a quale scopo voglio arrivare. Una simbiotica collaborazione potrei definirla. Ovvio che per alcuni aspetti un regista deve dare delle direttive precise e puntuali.

Dato che dai molto spazio alla creatività dei tuoi interpreti ti chiedo allora, quando sei sul set, dai dunque un certo  peso alla improvvisazione ?

Si, ovviamente nei limiti, e che non snaturi la scrittura e lo scopo del film,  bisogna comunque avere una base solida di idee chiare e pianificate.

Nel tuo lavoro, ti limiti a dare la tua impronta stilistica oppure cerchi di

comunicare delle verità a cui credi o degli stati d’animo che vorresti

trasmettere ?

Diciamo che non ho un messaggio universale, penso che ogni cosa abbia un messaggio differente; dipende dal momento e da quale bisogno nasce quel tipo di comunicazione.

È faticoso fare questo mestiere? Hai una tua vita?

È faticosissimo! Si lavora tanto soprattutto agli inizi e per questo è difficile avere una vita propria non si ha tempo, si lavora notte e giorno e lo studio ti accompagna sempre.

La realtà di Benevento aiuta un ragazzo come te che ha intrapreso questo lavoro?

– Purtroppo non ci sono tante associazioni culturali che aiutano chi ama questo mestiere, ma vanno ringraziate quelle poche realtà che  credono ancora nell’arte come il BCT Festival del Cinema e della Televisione di Benevento, il  Teatro Eidos in San Giorgio Del Sannio, Gruppo teatrale Red Rogers di Benevento e la casa di produzione 88 Miglia.

Vuoi ringraziare qualcun altro in particolare?

Come ti ho detto in precedenza cerco sempre di collaborare e di lavorare con persone di fiducia e tra queste spiccano alcuni nomi che sono colleghi e amici: Nico Girolamo, Antonio Frascadore, Vincenzo De Matteo e il docente di storia del cinema Michele Moccia.

Siamo all’ultima battuta e per questo ti voglio ringraziare per avermi dato la possibilità di intervistare un ragazzo di sorprendente talento, espressione di quella gioventù che sa sacrificarsi per raggiungere i propri sogni, dove studio, fatica e perseveranza diventano punti cardini per costruirsi il futuro che si vuole. Dunque ti rivolgo l’ultima domanda: in base alla tua esperienza personale, alla tua caparbietà e al coraggio che ti contraddistingue anche nel fare scelte forti pur di proseguire nei tuoi intenti, quale consiglio ti senti di rivolgere ai bambini di oggi che vorrebbero lavorare nel cinema da grandi?

Questo lavoro è difficile, consuma tante energie e tempo, incorniciato il tutto da tanto tanto sacrificio. Nulla è certo in questo lavoro, ti può andare bene come ti può andare male. Ma se hai il fuoco della passione devi rischiare e provarci e accettare davvero tutto quello che ne può derivare: il buono e il cattivo. E poi la cosa che può  sembrare banale ma il primo consiglio che darei è leggere, leggere tanti libri e andare al cinema.

Si può concludere questa intervista con una citazione di Paulo Coelho che racchiude nelle sue parole il desiderio  di tanti ragazzi di toccare con un dito quella stella lontana chiamata sogno: “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”.

Autore

Nata a Solopaca in provincia di Benevento. Da sempre impegnata nel sociale a 360 gradi, appassionata di cinema e di teatro, ha fondato il gruppo teatrale "Ad Majora" per il quale ha scritto nove commedie, di cui sei portate in scena. Ha collaborato con varie associazioni culturali locali come "Associazione non solo anziani" e "Koinè".