“Le radici profonde non gelano” è uno degli aforismi più celebri del professore inglese JRR Tolkien. Ed è una frase estremamente significativa, per i singoli esseri umani ed ancor più per le comunità nazionali e continentali. Sotto quest’ultimo aspetto, in particolare per quanto attiene all’Europa, diventa culturalmente importantissimo, specie in un periodo almeno apparentemente sterile e omologato come quello attuale, riscoprire ed alimentare appunto le radici che fanno del Vecchio Continente un caposaldo della civiltà umana tutta.
In quest’ottica iniziative editoriali come Guerrieri d’Europa di Francesco Cappellini (con prefazione di Nicola Sgueo), recentemente pubblicato dalla casa editrice fiorentina Passaggio al Bosco, acquista uno spessore di assoluto rilievo. Anche perché il libro, a metà tra il saggio e il romanzo e completato da due interessanti (ed inusuali) appendici dedicate rispettivamente ai consigli cinematografici attinenti ai temi trattati e a “Note ribelli che raccontano la storia” (da ascoltare magari in sottofondo mentre si legge), rappresenta un intenso percorso, drammatico ed eroico, attraverso episodi e personaggi che costituiscono non solo il fondamento storico della nostra Europa ma anche e forse soprattutto lo spunto per rilanciare l’impegno di tutti per una sua auspicata rinascita, come emerge anche dalla dedica dell’autore: “A coloro che ci hanno preceduto, perché attraverso il loro esempio si possa non dimenticare mai chi siamo”.
Come è efficacemente sottolineato nella quarta di copertina, “dimentica delle proprie origini e colpevolizzata per le proprie conquiste, l’Europa è oggi uno spazio geografico che sembra aver smarrito la propria identità, cedendo alle debolezze del pensiero unico politicamente corretto” che, come già accennato, tende ad omologare culture e atteggiamenti. E a far dimenticare da dove veniamo.
Ecco allora che i secoli nei quali l’Europa si è forgiata, edificandosi nel sangue come civiltà, meritano di essere ripercorsi. E Francesco Cappellini, appassionato di storia e tradizione europea, lo fa tracciando le tappe di “una storia densa, tragica e coinvolgente”. Una storia fatta di guerra certo, ma anche di spiritualità, amore e poesia. Una storia che emerge potente dalle pagine dell’autore, che ci riportano alla mente quel che accadde alle Termopili, le falangi di Alessandro Magno, la gloria di Roma, le crociate in Terra Santa, le imprese dello Stupor Mundi. E ancora l’assedio di Vienna, la Vandea controrivoluzionaria, le trincee della Grande Guerra e l’epopea della RSI.“Guerrieri d’Europa” insomma è un libro che consente di entrare in qualche modo nuovamente in contatto con le nostre radici, viaggiando attraverso “l’eroismo dei nostri antenati negli slanci impersonali della nostra stirpe e nel cuore pulsante della fortezza Europa, dove il coraggio del singolo si accompagna alla bellezza del gesto volontario, partecipando alla comune difesa di un destino immortale”. Ed è fondamentale perché, scrive in conclusione Cappellini, gli europei oggi si trovano di fronte ad “una prova decisiva, rispetto alla quale occorrono coraggio, lucidità e fermezza. Non tutto è perduto”.