• 4 Luglio 2024
La mente, il corpo

Lo iodio è un micronutriente fondamentale per l’organismo umano.  E’ principalmente concentrato nella ghiandola tiroide, dove viene utilizzato per produrre i principali ormoni tiroidei ovvero: tetraiodiotironina (T4) e la sua forma attiva la triiodiotironina (T3). Questi ormoni regolano numerosi processi metabolici nella maggior parte delle cellule e svolgono un ruolo importantissimo nelle prime fasi della crescita e nello sviluppo di diversi organi. Nonostante il suo fabbisogno per l’organismo umano sia estremamente basso (150 mcg al giorno nell’adulto sano), è un minerale frequentemente carente nella popolazione, infatti In Italia, si stima che circa il 10% della popolazione soffra di carenza di iodio.

Il sintomo più comune della carenza di Iodio è lo sviluppo del gozzo, ovvero un rigonfiamento (più o meno marcato a seconda della gravità della patologia e da quanto tempo si protrae la carenza) della tiroide a causa di una incapacità a produrre ormoni tiroidei.

Lo iodio in natura si trova soprattutto in alcuni tipi di terreni, nel mare e quindi anche in misura variabile nei prodotti ittici (pesci, crostacei, molluschi, alghe). Poiché la quantità di Iodio contenuta negli alimenti, sia vegetali che animali, dipende molto dal suolo, è difficile stilare una lista completa degli alimenti ricchi di iodio.

Per quanto riguarda il sale, in Italia è disponibile trovare in tutto il territorio il sale iodato, ovvero del sale bianco fortificato con Iodio. 

Un cucchiaino di sale iodato è in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero di Iodio.
Consumare sale iodato non è un obbligo e la legislazione attuale non obbliga i produttori a vendere solo sale iodato. Il suo consumo viene “consigliato” poiché in Italia la carenza di Iodio è endemica in alcune zone (ad esempio quelle montane).
Esistono alimenti che possono ostacolare l’assorbimento di Iodio?
Talvolta la carenza di iodio è associata, oltre che ad un suo basso consumo,  anche ad un eccessiva assunzione di sostanze gozzigene, ovvero che interferiscono con l’assorbimento o l’utilizzazione nell’organismo dello iodio.

Autore

Laureato in scienze della nutrizione umana presso università Federico II, biologo nutrizionista dal 2017, tutor M-EDF/01 presso Unifortunato di Benevento e docente di scienze della Terra e biologia presso MIUR