Gli ultimi fatti di cronaca riempiono i giornali e la rete e hanno dato vita ad un circo mediatico su argomenti che sono molto delicati. Le emozioni, le sensazioni, il giudizio ed il pregiudizio hanno un peso sul pensiero collettivo. Non ne parlerò, di parole spese ce ne sono state tante, anche inopportune e tra le tante spiccano quelle piene di insulti. Se un padre o una madre arriva ad uccidere i propri figli non ha bisogno di giudizi e pregiudizi, ha bisogno di aiuto, ma non per questo, sia ben chiaro, bisogna giustificare un certo tipo di azioni.
Le parole che, a mio avviso, più rappresentano l’oscura dimensione della mente adulta nei confronti dei bambini sono: “Predatori e Prede”. Sembra una descrizione del mondo animale, quella che si lega alla catena alimentare in cui il predatore detta le regole del gioco di morte per la sopravvivenza, la propria. Uno insegue e l’altra scappa, per salvarsi. Niente di strano ed abominevole, è natura, scienza, evoluzione a cui siamo tutti preparati e ne rispettiamo da sempre le dinamiche.
E se proviamo a traslare la descrizione in un altro ambito, quello umano, le dinamiche cambiano producendo una morte lenta e dolorosa dell’animo di chi subisce un certo tipo di abusi: i bambini. Si pensa erroneamente che molti “Orchi” vivano solo, in strada, nel web, a scuola, in chiesa, nel ritrovo sportivo, ma davvero non è così. Il quadro che rappresenta i bambini come prede e gli adulti predatori spesso è “dipinto” tra le pareti di casa. Genitori, senza distinzione di sesso, zii, cugini più grandi, sono gli “Orchi”, quei soggetti nei quali si ripone la fiducia totale, quelli a cui i bambini si affidano senza fare domande e senza cogliere nessuna malizia in alcune azioni. Persone che dovrebbero proteggere alle quali la “preda” non darà la colpa perché non comprende cosa significhi l’amore, figuriamoci l’atto sessuale, ma colpevolizzerà sé stesso, perché l’unico amore che conosce è un comportamento sbagliato che confonde con l’amore, ed è quella è l’unica verità in cui crede. Fino al momento in cui la consapevolezza dell’adulto che diventerà finirà per togliergli quella piccola parte di fiducia e di dignità che ancora possiede in un angolo remoto della sua testa e del suo cuore.
Siamo consapevoli che i “predatori” siano disposti a tutto pur di raggiungere l’oggetto dei loro desideri, dei loro bisogni più oscuri lontano dalle nostre case, eppure spesso quel bisogno che scaturisce da molte cause e a casa diventa più facile, senza che il bambino sia una vittima ideale, ma perché è sempre disponibile al momento opportuno. Senza se e senza ma, la realtà supera sempre la fantasia e alcune descrizioni danno la nausea solo a pensarci e le reazioni sono molto più inquietanti: a volte gli adulti girano la testa dall’altra parte.
Perché? Forse esiste un ricatto morale, una ragione economica, una dinamica che non si riesce a cambiare, un attaccamento patologico che impedisce di cercare aiuto nelle Istituzioni, nelle Forze dell’Ordine, rimanendo vittime di chiacchiericci di quartiere dove tutti sanno e nessuno parla. Dobbiamo ricordarci di quanto futuro distorto sarà frutto dell’indifferenza e della mancanza di supporto alle vittime inconsapevoli che saranno gli adulti di domani e che stupratori, molestatori di bambini, autori di violenza domestica e scolastica e altri del genere, terrorizzano non solo le singole vittime: la loro presenza nella comunità mette in pericolo tutti noi a cominciare dalla nostra morale.
Certo lo spazio di questo articolo è veramente troppo piccolo per descrivere e discutere l’argomento in maniera esaustiva, ma almeno il messaggio spero che arrivi. La cronaca, il web, le chiacchiere della comunità hanno molto da raccontare, tanto quanto la presunzione di sapere tutto e l’indifferenza che uccide ogni piccolo essere che inconsapevolmente vedrà il suo futuro di adulto segnato e il nostro silenzio ci renderà complici, sempre.