Si ritorna alla normalità della quotidiana vita, quella fatta di sveglie che suonano presto, di colazioni da preparare fra grembiulini da abbottonare e cappelli e sciarpe da sistemare per bene, prima di avviarsi verso scuola. Strade di nebbia e traffico mattutino, uffici lenti e file agli sportelli. I soliti che parcheggiano male e quelli che girano e rigirano per cercare un posto senza ricevere multe. I pendolari si abbandonano al cullarsi su treni che rischiano di far perdere il next stop alla stazione successiva, conciliando il sonno dei mattinieri. Il pane viene consegnato regolarmente senza ordini eccessivi come per le feste e gli scaffali sono occupati dai panettoni e pandoro, di quelli superstiti all’assalto dell’appena trascorso Natale.Risuona nell’atmosfera l’ingenua creatività di sempre, che spinge un tantino alla monotonia ma che subito si spegne nella voglia di fare sempre nuove cose per realizzare, per condividere. I profumi dei camini riportano a momenti di pace dove nel silenzio dei pomeriggi gli anziani si appisolano in poltrona con uno sguardo alla nuova puntata della fiction del momento, quella con i personaggi turchi che tratta di amore, tradimenti e guerre di potere, mentre i genitori affannati corrono dietro a figli ribelli per fargli finire i compiti assegnati da portare il giorno seguente a scuola. L’albero di Natale ormai riposto in cantina e nei soppalchi ha lasciato il posto al vecchio tavolino dove adesso troneggia il lume che illumina la finestra al posto delle lucine ad intermittenza. Il vassoio è pieno di torroncini del Sannio che sono sempre i preferiti, specie quelli al cioccolato fondente, di solito non durano tantissimo ma quelli con la carta blu anonima restano fino a Pasqua! È ufficialmente iniziato il periodo delle diete dopo le scorpacciate, è ora di pagare gli abbonamenti alle palestre e ai nutrizionisti con la prerogativa di vincere la sfida con la bilancia. Si ritorna alla vita normale, che per molti significa anche dare fine all’attesa di restare in fila per quel ricovero o per un intervento importante, per avere le risposte a quell’esame fatto prima delle feste, dove si è stati con l’ansia di chi non si è goduto appieno un periodo che doveva essere festoso. L’altalena del tempo spinge avanti la vita e poi si ritrae, portando indietro un pezzo di sé, per poi rispingersi in alto per cercare di raggiungere il sole. La vita che spiega in modo razionale ciò che è logico ma che non raggiunge i cervelli di coloro che non riescono a capire, convinti che si possa eludere dal significato vero della storia di ognuno. Finite le feste si rientra nel quadro della routine, c’è chi lavora, chi studia, chi ruba, chi prega e chi sogna. Il registro del professore ritorna a tenere in vibrazione la tensione di quello studente che sa già di prendere due all’interrogazione di fisica, consapevole di non aver aperto il libro durante tutte le vacanze e che si nasconde dietro alle spalle del compagno che gli siede dinanzi e che non contento, chiede di andare in bagno per sviare certe tempistiche ma rientrando poi in classe trova il professore pronto a interrogare proprio lui. Tutto, proprio tutto si colora di passato nel presente, ogni cosa si ripete negli anni esattamente con lo stesso timbro, sono i corsi e i ricorsi storici che accompagnano da sempre l’umanità. Si penserà presto alla settimana bianca, alle vacanze di Pasqua e a quelle estive da prenotare per assicurarsi il prezzo più conveniente. I bimbi crescono e le scarpe comprate prima di Natale al piccolino di casa, sembra impossibile, ma sono già strette. E così ci si rende conto del tempo che muta ogni cosa in un breve lasso di tempo.
Al telegiornale le notizie si avvicendano ma sono tutte negative, ultimamente fra aerei che cadono e persone disperse fra la neve in montagna, uomini divorati dagli squali, giornalisti prigionieri come ostaggi, bimbi che muoiono di freddo e di fame grazie all’idiozia che spinge ad uccidere per la fame di potere è un bollettino di guerra! È iniziato l’anno del Giubileo e le porte Sante sono state aperte dal Pontefice per coloro che attraverso un cammino di fede e di comunione chiedono l’indulgenza plenaria ma in molti non hanno ancora appreso le giuste e reali modalità e le varcano come se fossero dei portali che conducono alla remissione dei peccati, in modalità automatica, senza neppure crederci.
Il nuovo anno che ha appena aperto le sue prime pagine si presta ad essere come un pettine che potrà proseguire in modo fluido o potrà incontrare dei nodi, l’importante è sentirsi pronti a districarli. Ogni anno è la fine di un giorno chiamato ieri che lascia il posto all’oggi e al domani. E proprio come le tempeste si imbattono improvvisamente anche se il cielo un attimo prima era sereno, non bisogna mai scoraggiarsi perché anche dopo la più grande bufera, le nuvole nere lasciano spazio al sole.
Siamo rumore e silenzio, siamo vita e morte, dubbi, incertezze e speranza. Siamo il singolare di uomini e cerchiamo di arrampicarci su montagne di parole per giustificare azioni che non possono essere motivate in modo logico. Cadiamo scaraventati da un volere errato ma che ci porta a spingerci oltre la resilienza per affermarci in ciò che probabilmente siamo i soli a credere giusto. Ciò che conta è di non arrendersi mai perché la vita con tutti i suoi difetti è un privilegio da apprezzare!