• 13 Aprile 2025
Editoriale

Dal 1971, si riunisce annualmente a Davos, cittadina sciistica della Svizzera, il World Economic Forum (WEF), una community fondata dall’economista tedesco Klaus Schwab che è fondatore e direttore esecutivo, caratterizzata– si legge sulla quarta di copertina del libro – «dalla cooperazione ai massimi livelli tra colossi industriali e finanziari, importanti leader politici mondiali, realtà sovranazionali, banche centrali, […] accademie, media e influencer globali». l World Economic Forum di Davos è spesso oggetto di grande confusione. Maurizio Milano, con il suo libro, “Il Pifferaio di Davos. Il Great Reset del capitalismo: protagonisti, programmi e obiettivi”, pubblicato da D’Ettoris Editore (Crotone, 2024; Pag. 336; e. 23,90), offre una prospettiva basata su affermazioni e documentazioni tratte dai libri del Prof. Klaus Schwab, in particolare da “The Great Resert”, un libro da leggere, che contiene un programma da attuare. Il testo di Milano paradossalmente raccoglie una serie di fatti, che sembrano “complotti”, ma non lo sono. Già nella Premessa si pone la domanda:il Great Reset del Forum di Davos è un complotto o è la realtà? Nel libro di Schwab c’è scritto tutto, quindi è un programma alla luce del sole. Il Pifferaio di Davos, basa su un’accurata consultazione delle fonti ufficiali del Forum e include citazioni dello stesso Schwab presenti nei suoi numerosi scritti. “Nessun complottismo, quindi: non si sente proprio la necessità di aggiungere ipotesi o forzature fantasiose e indimostrabili alla narrazione pubblica”. Si tratta, scrive Milano di “dichiarazioni scritte nero su bianco dal WEF ed enunciate nei moltissimi video ufficiali, facilmente reperibili in rete, appaiono a volte già così inquietanti da far nascere il sospetto che non siano state davvero espresse, o che siano travisate o forzate”. Milano ha fatto un lavoro monumentale e certosino nello stesso tempo, ha raccolto e approfondito tutte queste fonti che si possono rintracciare tranquillamente. Sforzandosi il più possibile di eliminare una certa soggettività, lasciando parlare i fatti, le dichiarazioni dei protagonisti.

Maurizio Milano, analista e consulente finanziario attivo nell’apostolato culturale di Alleanza Cattolica, ricostruisce i programmi e gli obiettivi del WEF attingendo a quanto pubblicato dai suoi principali esponenti. Il «Grande Reset» è il nome assegnato dallo stesso Schwab alla «missione» del WEF: «agevolare la transizione verso un mondo nuovo, sostenibile, inclusivo e resiliente, superando il modello economico basato sul libero mercato, sulla micro, piccola e media impresa e sul governo nazionale, verso una governance mondiale, sia a livello di pianificazione economica sia a livello di decisioni politiche e di controllo»; un’agenda globalista che va attuata aggirando le eventuali resistenze dei corpi elettorali e, per ammissione dello stesso Schwab, infiltrando i governi”.

Il pifferaio di Davos è diviso in due parti: nella prima si delinea il Grande Reset nelle sue linee generali, si dimostra la contiguità di impostazione e di intenti dell’Agenda ONU 2030 con gli imperativi di Davos e si elencano i molti partner associati stabilmente al WEF: grandi realtà industriali del settore automobilistico, energetico, farmaceutico; gruppi finanziari; colossi mondiali come Amazon, Apple, Google, Meta (Facebook) e Microsoft, e fondazioni quali la Bill & Melinda Gates Foundation e le Open Society Foundations di George Soros. Un capitolo di questa parte è dedicato all’epidemia CoVID-19, salutata da Schwab come «un’opportunità per ripensare, reimmaginare e resettare il nostro mondo», che ha favorito la crescita del consenso verso «l’attuazione di straordinarie misure di confinamento e restrizioni dei diritti individuali».

La seconda parte del libro individua tredici fronti distinti su cui il WEF esercita la sua influenza, dedicando un capitolo a ciascuna tessera del mosaico. Alcuni fronti sono attinenti specificamente all’economia come, per esempio, la limitazione dell’uso del contante e l’attribuzione alle imprese di «pagelle di sostenibilità», utili a valutarne l’allineamento tanto ai diktat dell’ideologia climatista quanto a quelli dell’ideologia woke e LGBTQIA+. Altre tessere del mosaico riguardano più direttamente l’uomo e le sue abitudini, l’alimentazione, i mezzi di trasporto, nonché l’auspicio di una decrescita demografica. il libro di Milano si chiude con delle indicazioni operative per chi intende a opporsi a questo Reset del mondo promosso dalle élites tecnocratiche. Per esempio, si sottolinea l’urgenza di «promuovere, innanzitutto sul piano culturale e quindi anche sul piano pratico, anche fiscale, la natalità, ridando centralità alla famiglia»; rivendicando «il principio di sussidiarietà e il ruolo primario dei corpi intermedi, con la difesa della proprietà privata, della libertà e dell’autonomia della famiglia» e recuperando «le radici cristiane che hanno creato la nostra cultura, e con la fede ritrovare anche la ragione e il semplice buon senso». Per l’autore del libro, “urge una contro-narrazione per rompere l’incantesimo, mostrare che il Re è nudo e scendere finalmente dalla Montagna Incantata di Davos. Per un salutare ritorno al reale, prima che il reale ci presenti il conto”.

Forse è utile precisare che Il pifferaio di Davos è stato pubblicato prima della rielezione di Donald John Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Pertanto sembra che la politica di Trump tende a scardinare le conquiste di Davos, anche quanto ha sostenuto recentemente Maurizio Milano nei suoi interventi presentando il suo libro. Il saggio è per tutti, una lettura facile, per comprendere quello che l’ideologia climatista, il socialismo verde, ci sta preparando. Il libro ha una struttura molto efficace. È diviso in capitoletti non troppo lunghi e alla fine di ognuno di essi l’autore propone una sintesi riassuntiva di quanto detto. All’inizio c’è una doverosa informazione su cosa sia il Forum di Davos. “Qui il lettore che non sia addentro al problema rimane stupito dalla enorme concentrazione di potere concentrata nella Community di Davos che, alla fine, rimane un ente, diciamo così, del privato-sociale, ma che costituisce una “rete” globale di società e di persone capaci di esercitare una enorme influenza sulla politica, l’economia, la finanza e la cultura. Si tratta senz’altro di una espressione del Deep State, perché questa influenza sulla politica globale, avviene spesso sotterraneamente mediante la rete dei contatti, ma nello stesso tempo i dati della potenza di Davos si possono desumere semplicemente dal suo sito internet”. (Stefano Fontana, Il pifferaio di Davos. L’analisi di Maurizio Milano sul Great Reset del capitalismo 30.5.24, Osservatorio Vant Thuan). Il libro fa i nomi (I Protagonisti) di chi guida il Great Resert, a parte Schwab, ci sono finanziari, imprenditori, leader politici. Sono tanti i temi esplorati da Maurizio Milano, nella Prima Parte, ripercorre il perseguimento del Great Reset durante il biennio Covid, che Schwab considerava nei suoi scritti come la grande occasione per la svolta e la radicale ristrutturazione del mondo. Illustra quindi la “grande narrazione” che è stata predisposta, massicciamente diffusa e sostanzialmente imposta come nuovo Verbo, per arrivare a mostrare la coincidenza di tutto ciò con gli obiettivi ONU del 2030 sullo sviluppo sostenibile. “L’autore sottopone tutto questo processo a sostanziale critica, mostrando come dietro vi sia prima di tutto una errata concezione dell’uomo ed evidenziando poi la singolare convergenza di liberalismo e capitalismo in tutti questi passi compiuti”. Milano parla di un “socialismo liberale” e, quando entra nel campo specifico di sua competenza, ossia nell’economia, parla di “socialismo finanziario”, come un sottoprodotto del socialismo liberale. Non c’è nessuna dietrologia e nessun complottismo nell’analisi di Milano, ma la spiegazione precisa e sobria di quanto è avvenuto e del perché è avvenuto, come monito verso quello che potrebbe venire.

Questa prima parte è “di quadro” ed è la più importante per la comprensione dell’ideologia che anima il Great Reset. La seconda parte è analitica ed esamina come il Nuovo Inizio viene attuato nei diversi ambiti, dalla finanza all’energia, dall’auto alla casa, dal cibo ai consumi … Importantissime le analisi di tre ambiti particolari e decisivi: Il Grande Reset della famiglia, quello della società e quello dell’uomo. Perché il progetto Davos non riguarda solo l’economia o la politica. Si tratta di un progetto molto più ambizioso: la riplasmazione della realtà secondo intenti e metodologie gnostiche, la creazione di un “nuovo Adamo” dai connotati transumani. E comunque secondo Fontana, “quello che emerge dal libro è inquietante. Una “grande  narrazione” ci induce tutti a pensare nello stesso modo e occulta il vero volto della realtà, si va verso un sistema dirigistico e di controllo pianificato e pervasivo, si crea un clima costante di paura, si riduce l’umano al piano orizzontale, si crea una società palliativa deresponsabilizzante in cui tutti sia considerati “malati”. Sarebbe interessante presentare qualche tema in particolare, ma poi il mio intervento diventa troppo esteso. In qualche recensione si è puntata l’attenzione sul “grande reset dell’identità”, destinato a limitare ulteriormente la nostra libertà. Si potrebbe presentare il grande reset dell’auto, dove Milano pone diverse domande fondamentali, per esempio sulle batterie elettriche. Il grande reset delle città da 15 minuti, delle abitazioni, del cibo. Il WEF sta orchestrando un colpo di stato globale per instaurare un nuovo ordine mondiale guidato da un élite tecnocratica? Un “Great Reset”, che porterebbe a: perdita di libertà individuale e sovranità nazionale; aumento delle disuguaglianze sociali; maggiore sorveglianza e controllo governativo? Occorrerà che gli Stati diventino Stati di Polizia, con un modello di Security preso dagli Stati totalitari come la Cina? Milano critica duramente il WEF, definendolo un’organizzazione antidemocratica e pericolosa per la libertà e la prosperità. Il suo libro ha generato un vivace dibattito, suscitando pareri contrastanti tra lettori e critici. Indipendentemente dalle opinioni che si possono generare sul WEF e sul “Great Reset”, il libro di Milano è senza dubbio un’opera stimolante, che provoca su temi attualissimi, e che incoraggia il lettore a formarsi una propria opinione.

Autore

Nato a RODI MILICI (ME) nel 1955 è stato insegnante di Scuola Primaria nel messinese jonico e nell’hinterland Milanese. Militante di Alleanza Cattolica da lungo tempo. Appassionato cultore di storia, studioso e ricercatore possiede una biblioteca di 2100 volumi.Fin da giovane è stato protagonista animatore e redattore del periodico IL CAMPANILE, della Parrocchia "S. Bartolomeo" di Rodì negli anni 1972-74. Collabora con diversi giornali online, tra questi Il Corriere del Sud, Imgpress.it, Ilsudonline.it, Culturelite.it, Destra.it, Il Cattolico.it, Corrierejonico.it, Civico20news.it. Inoltre collabora con Sugarcoedizioni e EdizioniCantagalli per lo studio e le recensioni di libri. Da 1991 al 2000 ha collaborato con Raj Stereo Sound di S. Alessio (ME) conducendo e animando trasmissioni quotidiane socio-culturali e politiche, ha curato rassegne stampa cartacee collaborando con l'associazione "Tradizione Ambiente e Turismo" Da qualche anno cura un blog personale online di studio e di ricerca