La casa è intesa come domus, come rifugio, nido, riparo sicuro, protezione. Eppure, in questo momento caotico dove il Sannio è sotto la morsa dei furti la gente urla esausta, scalpita come fanno i cavalli selvaggi inseguiti dai lupi per difendere i puledri. I paesi che sono segnati da questa piaga, come Solopaca, Guardia Sanframondi, Frasso Telesino, Melizzano, Telese e molti altri, si trovano nella faticosa ricerca di una soluzione che porti ad una quiete che pare tardare ad arrivare.
Non si esce più di casa, non si dorme più, sono tutti in allerta, tutti impegnati a controllare, a passare la parola per attenzionare ogni zona. Sono stati intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia di Stato setacciano le strade accorrendo ad ogni segnalazione.
Anche il Corpo della Finanza si è attivato controllando tutte le zone.
Si parla tanto di furti dunque, si chiedono rinforzi, si raccontano episodi e paure. Ognuno si propone come meglio può per lenire questa piaga, la gente dei paesi interessati sono coesi, legati dalla forza della paura che porta ad un coraggio che fa sentire più forti.
Chi ci protegge, sotto l’uniforme, sono anime pulite che dispongono per la pace dove c’è guerra a difendere popoli e territori come la storia del mondo insegna. Sotto quell’uniforme nascondono un cuore, che appartiene a uomini e donne, che sono padri e madri, a ragazzi che hanno appena giurato fedeltà alla patria e che sono figli di genitori sì orgogliosi, ma preoccupati di saperli allo scoperto, sotto un cielo a volte minaccioso.
Questi uomini e donne, si ritrovano a rincorrere i malviventi in piena campagna, fra rovi e spine, si fanno male e non si fermano, sanguinano ma proseguono nella corsa. Si lanciano contro uomini freddi e crudi che non si lasciano intimorire e che sembra si divertono a giocare al gatto con il topo. Dopo i tanti inseguimenti avvenuti in questi giorni nella valle telesina, i carabinieri pur rimanendo senza respiro, hanno mostrato dopo la cattura lo spirito di volontà nel nascondere ogni fatica, per dare coraggio alle vittime interessate troppo impaurite, bloccate, senza il coraggio di dire o fare nulla, davanti alle loro abitazioni violate. Hanno una uniforme ma sono persone umane, i Carabinieri, i Poliziotti, coadiuvati da altro personale degli altri corpi di polizia, ognuno appartenente ad un corpo, prima di tutto appartiene al proprio corpo, “umano”, fatto di carne, di cuore, di emozioni, anche di paura ma che hanno giurato di mettersi al servizio della giustizia per proteggere i cittadini a costo di mettere in pericolo la loro stessa vita. Qualcuno sostiene che è semplicemente il lavoro che hanno scelto di fare e che sono pagati per ciò che fanno, ma il modestissimo stipendio percepito non può essere paragonato all’immenso costo di ciò che fanno perché la loro vita non ha prezzo! Loro, tutti loro, sono gli angeli della terra che non hanno ali per volare ma gambe per correre, cervello per agire con pronta riflessione e accortezza. Eppure, ad oggi, nella nostra Italia, sono gli esseri meno tutelati, proprio coloro che lavorano per la nostra sicurezza e per tutelarci. Ad ogni giuramento assistiamo all’emozione forte dei neo allievi, prossimi agenti, alle loro lacrime, alla gioia, al guardare ad un futuro fatto di sacrificio e determinazione.
Sia questo un ringraziamento a tutti gli uomini e le donne che indossano una uniforme, sia un levarsi il cappello inchinandosi dinanzi alla loro tenacia, alla scelta professionale di vita che non potrebbe essere tale se non partita da certi valori morali e civili. Bisognerebbe apprezzare molto di più il loro impegno, spesso si trovano dalla parte del torto, dopo aver agito per difenderci, dove il ladro, il più delle volte, viene giudicato come innocente.