
Dall’intervento del vicepresidente Usa J.D. Vance alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza del 14-16 febbraio scorso i convenuti europei si aspettavano una strigliata sulle spese militari. Qualche dettaglio in più sul piano di pace per l’Ucraina. Qualcuno forse temeva anche la minaccia del ritiro delle forze Usa dal Vecchio Continente. Niente di tutto ciò e proprio per questo sono rimasti spiazzati e scioccati. E’ il commento di Federico Punzi, su atlanticoquotidiano. (Il discorso “MEGA” di Vance: per riprendersi l’Europa, non abbandonarla, 15.2.25) Punzi evidenzia un paradosso, mentre i leader europei si riempiono la bocca di valori e le mani di bandierine colorate, Vance ha pronunciato un discorso sui “valori condivisi”. Sostenendo, con argomenti fondati, che è l’Europa che si sta allontanando dai valori condivisi, non gli Stati Uniti dell’odiato Donald Trump. L’Europa che impartisce lezioni morali, e che sa fare praticamente solo quello, si è vista impartire una lezione morale da quelli che considera alla stregua di barbari d’oltreoceano”.
Del discorso di J.D. Vance se ne è occupato anche Il Sussidario.net (Marco Zacchera, JD VANCE/ Così il vicepresidente Usa che cita Wojtyła ha spiazzato i notabili Ue, 17.2.25) Attenzione scrive Zacchera, siete tutti presi dalle quotidiane polemiche innescate da Trump, ma si parla poco del suo vice, James David Vance, che probabilmente è destinato a far parlare di sé e andrebbe seguito con maggiore attenzione. Innanzitutto, perché – pur oggi solo quarantenne – potrebbe essere proprio lui il prossimo 48esimo presidente degli Stati Uniti dopo Trump, ma – soprattutto – perché è un personaggio molto interessante e controverso. Intanto Vance si dichiara “un conservatore nazionale”, ovvero “populista di destra” per i suoi avversari. Convertitosi al cattolicesimo, battezzato e cresimato nel 2019, Vance ci tiene a tenere come suo esempio sant’Agostino “che mi ha dato modo di comprendere la fede cristiana in modo fortemente intellettuale”. Vance ha una moglie indù, tre figli e ha spopolato tra i “colletti blu” raccogliendo molti consensi nella classe media americana conservatrice.
Vance come prima uscita ufficiale in Europa ha parlato a Monaco per la Conferenza sulla Sicurezza, reduce da una visita a Dachau, non è stato certo a guardare e, fedele al suo stile, ha detto subito chiaro e tondo e senza giri di parole ai freddi alleati europei cosa la nuova amministrazione USA pensa di loro, con un discorso di rottura che “in Italia non è stato (volutamente?) quasi notato, ma che invece era denso di contenuti”. Ha parlato di democrazia senza peli sulla lingua ricordando “che il maggior nemico dell’Europa non sono la Cina o la Russia, ma è all’interno stesso di voi”, facendo riferimento al recente annullamento delle elezioni in Romania, solo perché aveva vinto un candidato cosiddetto filo–russo. “La libertà di espressione è in ritirata in Europa e Gran Bretagna – ha sostenuto Vance – perché si fanno “muri di fuoco” (in tedesco “cordone sanitario”) contro la crescita di quei partiti che non sono in linea con la politica di Bruxelles”. “Per salvare la democrazia – ha insistito Vance – dovete abbracciare e capire quello che la gente vi dice, anche se lo trovate sorprendente e anche se non siete d’accordo”. Inoltre, Vance ha spiegato in una intervista al Wall Street Journal, perché ha avuto contatti diretti con l’estrema destra tedesca dell’AfD, incontro molto criticato da Berlino, che lo ha bollato come “ingerenza negli affari interni tedeschi”. In questa occasione, Vance ha citato Giovanni Paolo II con il suo “Non abbiate paura” definendo Wojtyła “Uno dei più straordinari campioni della democrazia in questo continente come in qualsiasi altro”. Musica per le mie orecchie, sono in buona compagnia.
Entrando più nel dettaglio del discorso, Federico Punzi (per chi è interessato si trovano versioni integrali nella rete) è convinto che più che alle elites riunite a Monaco potrebbe essere rivolto alle opinioni pubbliche europee. Così si spiegano l’esortazione a far cadere il “muro”, il firewall nei confronti di AfD e l’incontro con la leader Alice Weidel, che hanno fortemente irritato i partiti di establishment tedeschi.
Gli Stati Uniti di Trump non sono venuti a Monaco per abbandonare l’Europa, ma per liberarla. Di nuovo. Stavolta, da élites autoreferenziali che si sono arroccate in totale disprezzo della voce dei propri concittadini. “Una presidenza così isolazionista che sembra intenzionata ad esportare la rivoluzione trumpiana del buon senso in Europa, dalla difesa alla libertà di parola, passando per l’economia.
Un’Europa ridotta com’è ridotta, dove fa breccia la censura, incapace di aumentare la sua spesa per la difesa nonostante a parole riconosca la minaccia russa, che non riesce a fermare la deindustrializzazione, accelerata dalle follie green che la consegnano all’influenza cinese, non è solo inutile: è dannosa per l’Alleanza Atlantica”. Ecco perché questi temi c’entrano eccome con la sicurezza comune di cui si parla a Monaco. E’ stato chiaro Vance: La minaccia che mi preoccupa di più è l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti.
Elezioni annullate. L’annullamento delle elezioni presidenziali in Romania con debolissimi appigli giuridici, sono un segnale pericoloso. Ha definito “scioccanti per le orecchie degli americani” le affermazioni disinvolte di un ex commissario europeo che si è “rallegrato” dell’annullamento del voto in Romania avvertendo che “se le cose non dovessero andare come previsto, la stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania”. A questo punto Vance critica lo stato della democrazia in Europa.“Dobbiamo fare di più che parlare di valori democratici, dobbiamo viverli”. Vance sottolinea, “Ma se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da un Paese straniero, allora non era molto forte in partenza”.
Libertà di parola in ritirata. Qui Il vice presidente Usa fa riferimento alla minaccia di Bruxelles di bloccare i social media, e gli arresti in Germania, Svezia e Regno Unito, per i cosiddetti “discorsi d’odio“, nuovi “crimini di pensiero”. Commenti online anti-femministi, roghi del Corano, o semplicemente una preghiera davanti ad una clinica per l’aborto senza ostacolare o infastidire nessuno. Anche se Vance ammette che i pericoli contro la libertà di parola è in ripiegamento, e purtroppo la censura di certe idee è partita dall’America, dall’amministrazione precedente.
Paura degli elettori. “non c’è sicurezza se si ha paura delle voci, delle opinioni e delle coscienze che guidano il proprio popolo. L’Europa deve affrontare molte sfide, Se avete paura dei vostri elettori, l’America non può fare nulla per voi”.
Per esempio, “nessun elettore di questo Continente si è recato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati non controllati”, ha sottolineato.
Liquidare le persone, ignorare le loro preoccupazioni o, peggio ancora, chiudere i media, annullare le elezioni o escludere le persone dal processo politico non protegge nulla. Anzi, è il modo più sicuro per distruggere la democrazia (che) si basa sul sacro principio che la voce del popolo conta.
Infine, Vance ironizza con gli europei sul loro disappunto per Elon Musk: “Parlare ed esprimere opinioni non è un’interferenza elettorale, anche quando le persone le esprimono al di fuori del tuo Paese, e anche quando queste persone sono molto influenti. Se la democrazia americana può sopravvivere a 10 anni di rimproveri di Greta Thunberg, voi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk“.
Infine l’editoriale di Atlantico si occupa degli argomenti della deindustrializzazione, delle pressioni sulla Russia, del nuovo approccio dell’amministrazione Trump nei negoziati appena avviati per porre fine alla guerra in Ucraina.
Dell’importante discorso del vicepresidente Vance c’è un interessante commento del professore Eugenio Capozzi su Lanuovabussola, (Il Discorso di Monaco. L’attacco di Vance mette a nudo un’Europa che tradisce se stessa, 17.2.25) Le élite politiche europee si sono scandalizzate per lo storico discorso alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, ma il vice-presidente americano ha messo il dito nella piaga di un’Europa che tende pericolosamente all’autoritarismo e che, se non inverte la rotta, va verso il suicidio. Mi fermo ma le importanti riflessioni di Capozzi meritano essere ripresef in un prossimo intervento.