• 4 Luglio 2024
La mente, il corpo

Il fenomeno delle baby miss o mini-miss, è una vera e propria negazione dell’infanzia, e oscilla tra la violenza fisica e psicologica. Già in tenera età, mettono da parte i giocattoli per giocare con la propria bellezza, messa davanti a tutto. Un valore che permette di avere successo, ed essere viste. Sono bambine che diventeranno l’esempio per tutte le classi e per tutte le bambine.  Le bambine vengono istruite e agghindate come delle vere modelle in passerella. 

Il fenomeno si sviluppa soprattutto in America. Non esistono regolamentazioni legislative per questi concorsi di bellezza, e quindi i danni che queste bambine subiscono rimangono nell’ombra insieme a sfruttamento minorile o l’esposizione alla pedo-pornografia. È un giro d’affari milionario. Per raggiungere il successo ogni mezzo e strategia è lecito. Nel mondo delle mini-miss, le vere protagoniste sono le mamme. Acquistano un ruolo centrale. Si esibiscono e accrescono la loro autostima. 

Le mamme attraverso le loro figlie tentano una seconda possibilità, posticipano il proprio declino fisico, si nutrono delle vittorie delle figlie, e soddisfano il desiderio di apparire. Il profilo della maggior parte delle mamme è un disturbo narcisistico confermato dalla loro incapacità di distinguere il proprio sé da quello delle figlie.  Gli adulti sono spinti da vantaggi personali, sociali ed economici che il successo del bambino porta con sé. L’adulto è incapace di scindere tra il proprio bisogno da quello del figlio. Quest’ultimo diviene il mezzo tramite il quale l’adulto può soddisfare il proprio desiderio. C’è la perdita totale della capacità di distinguere sé stessi dal figlio. 

I look da proporre al concorso di bellezza sono due: uno stile naturale, che esalta la naturalezza e le doti della bambina; oppure lo stile costruito, nel quale si stravolge l’aspetto fisico delle bambine. Negli ultimi anni le mini-miss incoronate hanno un look costruito. Le bambine sono sottoposte a trattamenti estetici o chirurgici per rendere idonee al concorso parti del loro piccolo corpo. Le bambine dai 5 ai 12 anni fanno ricorso al corsetto, per creare il punto vita, la forma a clessidra o la vitina da vespa, deformando le ossa toraciche. 

Le bambine vengono sottoposte a lampade abbronzanti, all’uso di creme autoabbronzanti, sedute di trucco e parrucco, a diete ferree, interventi dimagranti. Ogni difetto eliminato o migliorato. Prendono lezioni di portamento o movenze sensuali, ballo, canto e recitazione. Utilizzano unghie ricostruite, ciglia finte, denti finti che servono per riempire il vuoto dei denti da latte caduti. In alcuni casi tollerano iniezioni di botox. Non si indaga degli effetti psico-fisici dell’immagine distorta del corpo. Vengono deprivate dei sonnellini pomeridiani, e per tenerle sveglie le mamme somministrano bevande eccitanti a base di caffeina. Le mamme faticano molto per presentare le proprie figlie perfette. Molti sostengono che partecipare alle gare aumenti l’autostima; altri che si realizzano bambine costruite, da sfruttare. 

La spensieratezza infantile è inficiata. Le bambine crescono in fretta, non godendosi l’infanzia. Arrivano ad un punto di confusione tra la realtà e la finzione. L’importanza dell’apparenza si riverbera sulla quotidianità. In apparenza sembrano soddisfatte ma molto spesso scoppiano in lacrime, sono frustrate, oppositive, capricciose, avvilite, con sensi di colpa se deludono le loro mamme. La loro piccola mente subisce effetti negativi nell’associare fisicità ed esteriorità a guadagni economici. Vi è una relazione simbiotica con la madre. E sorge spontanea una domanda: i papà dove sono?

Autore

Psicologa clinica della persona dell'organizzazione e della comunità Psicogeriatra e docente dello stesso Master - La Sapienza. Coach cognitivo Criminologa minorile Dipendente Regione Lazio