Primavera di montagne che si colorano le vesti, di alberi alla loro prima fioritura di chioma, di fresie e violette che ospitano le timide api per nutrirsi del nettare prelibato. Il Sannio appare come un dipinto che inebria con i suoi profumi freschi l’alba del nuovo giorno. La rugiada mattutina dona freschezza alla terra e il tiepido sole scioglie la nebbiolina che vela la bellezza del risveglio della natura. Dal Taburno al Matese gemme di vita, che esaltano le miriadi di sensazioni che emozionano, nell’ammirare il volo allegro delle rondini ed il suono armonioso degli usignoli. I contadini sono tutti impegnati a riordinare i campi liberandoli dalle erbacce e arando con cura per prepararli alla semina che produrrà i migliori prodotti della nostra terra. Intanto a solcare i terreni ci sono anche grosse ruspe e macchine a trivellare montagne, colline. per creare gallerie e percorsi destinati all’Alta velocità Ferroviaria della” Napoli-Bari” che sarà necessaria per aumentare e migliorare i collegamenti del Sud Italia.
Ed è proprio grazie a questi lavori di escavo che stanno ritornando alla luce antichi reperti archeologici databili per lo più a partire dall’età protostorica fino al periodo ellenistico-romano. Grazie ad un protocollo d’intesa fra comuni, Ministero della cultura e Ferrovie dello Stato interessate per l’Alta Capacità, è stato messo in primo piano la tutela dei reperti rinvenuti e la realizzazione di musei appunto nei paesi interessati ai ritrovamenti. Antichi villaggi, strade lastricate, stanze, monili, ma anche tombe, anfore, corpi. Tanta storia che è destinata a diventare bellezza da esporre con vanto dai comuni che si adopereranno a realizzare dei bellissimi musei.
Il comune di Solopaca ha la fortuna di possedere il Palazzo Ducale appartenuto in passato dalla Nobile stirpe dei Ceva Grimaldi e che attualmente. ad eccezione di due stanze usate come sede della Pro Loco Solopaca, è totalmente in disuso e in uno stato tale da non poterlo usare per nessuno scopo. Il Palazzo Ducale è un bene culturale che potrebbe rappresentare un canale prezioso a livello artistico/storico/turistico per il nostro paese. Se provate ad entrare sul sito del Catalogo dei beni culturali, inserendo il nome Solopaca in ricerca, scoprirete che ci sono ben 478 risultati, reperti che ci appartengono da moltissimi secoli, che ci rappresentano e di molti purtroppo non se ne ha più traccia. Il parroco di Solopaca, Don Antonio Raccio, autorizzato dalla Curia fortunatamente ha recuperato da privati, che ne avevano in custodia da generazioni, diverse reliquie, immagini sacre, quadri, di valore inestimabile. In occasione della Pasqua è stata presentata alla Comunità la reliquia della “Santa Croce di Gesù” nella Chiesa del SS. Corpo di Cristo. Il Dott. Antonio Iadonisi esperto di arte, a proposito della Sacra Croce scrisse in un suo articolo: “Elena era la madre dell’imperatore Costantino che si era convertito al Cristianesimo in seguito ad un sogno in cui gli era apparsa la Santa Croce che avrebbe dovuto utilizzare come vessillo nella battaglia di Ponte Milvio contro il suo rivale Massenzio.
Dopo la vittoria in battaglia e dopo l’editto di Milano del 313 d.C. in cui si concedeva libertà di culto ai Cristiani sua madre Elena, anch’essa convertitasi al Cristianesimo, fece una spedizione in terra santa per trovare la vera Croce. Un miracolo, rappresentato da Piero della Francesca, permise il ritrovamento. Infatti, furono ritrovate tre croci sepolte a Gerusalemme, ma quale era quella che aveva sorretto Cristo negli ultimi attimi di vita? Elena decise di appoggiare un giovane appena deceduto sulle croci. Quando questo giovane entrò in contatto con la vera Croce ritornò in vita. Allora l’imperatrice riportò la Croce a Roma dove fu frantumata in tantissimi frammenti che furono poi distribuiti in tutta Italia come reliquie. Uno dei frammenti della vera Croce fu acquistato dai Duchi Ceva Grimaldi che portarono a Solopaca. Dopo un breve periodo in cui fu custodita nella parrocchia di San Mauro, la reliquia fu trasferita per volere della Contessa Maria Maddalena Albertina d’Hornes nella Chiesa del SS. Corpo di Cristo dove fu costruita una grande cappella ornata da una tela rappresentante la Crocifissione dipinta dal pittore solopachese Decio Frascadore. Fu conservata in seguito da privati”.
Il nostro territorio ha Chiese meravigliose, il Santuario Diocesano Mariano del Roseto, il Ponte Maria Cristina, il vecchio Fontanile, il castello di San Martino, l’antichissima strada lastricata di Via Iannone, i palazzi con affreschi settecenteschi, dipinti, tele, arazzi, ritrovamenti di molti anni fa di grosse anfore in zona ” Casa delle Fate” delle quali non si hanno più notizie. La Proloco Solopaca ha riprodotto i costumi appartenenti ai Ceva Grimaldi e agli antichi Casati storici ed ogni anno ci ripropone il rinomato Corteo storico in occasione della tradizionale Festa dell’uva. Immaginiamo un museo storico nel Palazzo Ducale con esposte le nostre ricchezze, i reperti archeologici, le opere, una biblioteca, una sala costumi, ed ogni tipo di tesoro del nostro Sannio. Il tempo riporta tutto alla luce, noi abbiamo il dovere di garantire che quella luce illumini in modo costante tali risorse affinché tutte le generazioni future possano diventare custodi e promotori del passato nel futuro. Il Sannio siamo noi, nostra è la terra che ci vede nascere e crescere, a noi il compito di dare ad ogni cosa il giusto valore e non una nuova sepoltura.