• 11 Dicembre 2024
Cultura

Viviamo in un mondo che spiega la ragione di ogni cosa: come funziona la mente dell’essere umano, cos’è Dio, esistono altri esseri nell’Universo , oltre noi? forse è proprio tutto questo sapere a portata di mano che ci lascia quell’irresistibile voglia di mistero.Nel 2006 un artista inglese di nome John Newling  disse che il mistero è una predisposizione a creare, serve per potersi sorprendere e tutte queste possibilità si perdono quando controlliamo tutto.Convinto del suo pensiero anti controllo, Newling inventò il Preston Market Mystery Project, un’esposizione itinerante creata per raccogliere i misteri personali delle persone nel mondo. “Perdere il senso del mistero equivale a vivere una vita completamente prevedibile e, pertanto, noiosa”. In poco tempo l’artista ha raccolto 281 pezzi di mistero che lui definisce “un estratto dell’essere umano e del bisogno che abbiamo di capire cose che non riusciamo a spiegarci”. Nonostante la curiosità suscitata dal progetto dell’artista, viviamo nell’era dell’informazione costante e accessibile a tutti e attraverso Google riusciamo ad essere soddisfatti nelle nostre curiosità più nascoste.I fisici stanno lavorando alla “teoria di tutto”, studiando la teoria della relatività di Einstein e combinandola con i risultati della fisica quantistica moderna per cercare di spiegare il tutto, ma se fosse possibile, non credete che possa essere  una vita banale e monotona? Il fascino del mistero rimane, nonostante la contemporanea realtà che ci circonda, una sensazione innata e profonda, che probabilmente non scomparirà mai.

Sicuramente abbiamo bisogno di un continuo senso di mistero e meraviglia: non è forse l’inconoscibile che ci rende interessati alla vita? Non è la voglia di scoprire qualcosa di nuovo che ci mantiene vivi?  Kierkegaard aveva ragione nel sostenere che “la vita non è un problema da risolvere, ma piuttosto un mistero da vivere”.A confermare che l’interesse verso le questioni misteriose sia innato è il professore di psicologia transpersonale John Moores, insegnante all’Università di Psicologia di Liverpool: “Il senso del mistero è intrinseco nella mente umana, è la nostra eredità evolutiva, ci sprona a usare l’immaginazione per colmare le nostre lacune”.

Tutti gli studi di sociologia e psicologia indicano che ci sentiamo più felici quando apparteniamo a qualcosa più grande di noi. “Esistono due tipi di appartenenza”, spiega Lancaster su Psychologies, “Uno è l’inclusione sociale – i club di calcio o tutti i gruppi sociali che ci possiamo creare attorno – l’altro appartiene al senso di essere parte di qualcosa di più grande”. Il mistero ci ricorda, quindi, e non siamo i padroni del nostro destino, ma pedoni in mano al destino; dissipa l’arroganza di credere di sapere dove siamo diretti e mantiene le nostre vite aperte e interessanti”. Perché i fantasmi appaiono alle persone? Ci sono diversi motivi: ai pagani, per esempio, i fantasmi chiedevano una degna sepoltura; ai cristiani, apparivano in sonno, per chiedere delle messe a loro favore. L’epoca, caratterizzata maggiormente dalla presenza, nella letteratura, di fantasmi è l’Ottocento. I fantasmi diventano, sempre più inquietanti, e sempre meno spettacolari. La tipologia dei fantasmi: vengono classificati in vari modi. I fantasmi possono essere: di defunti, o di viventi; fantasmi diurni o notturni; fantasmi d’ombra o di luce; fantasmi fedeli e innamorati; fantasmi vendicativi; fantasmi giustizieri; fantasmi timidi, impacciati o anche burloni. L’Italia, come tanti altri paesi, è un territorio ricco di mistero, leggende, tradizioni, legati al paranormale. Il regista Napoletano Roberto Bontà Polito, sta facendo del suo lavoro, una continua ricerca legata al tema del mistero, valorizzando le tradizioni e leggende del nostro bel territorio, già in nel lungometraggio “Janara”,  il cui approccio nelle terre Sannite è stato orientato verso storie intrinseche di magie. Sabato scorso, presso il Cinema modernissimo di Napoli, è stata proiettata la prima puntata di una sua serie, chiamata “Ombre”, ambientata nel cuore del centro storico di Napoli, che intreccia la magia del folklore locale con avventure moderne, prodotto dalla Midnight film e dal produttore esecutivo Silvestro Marino. Bravissimi i giovani protagonisti, Francesco Miele, Marika D’Angelo ed Emanuele Pezzella. Nella prima puntata interessante la storia del “teschio con le orecchie”, custodito nella chiesa di Santa Lucilla ai Librai di Napoli, che secondo gli studiosi, il cranio risalirebbe al Seicento. La leggenda del teschio è legata al culto delle anime pezzentelle, ovvero quelle anime sconosciute, anonime, abbandonate e senza una degna sepoltura, i cui scheletri venivano dimenticati nelle fosse comuni. Attraverso l’adozione di un teschio, il fedele poteva alleviare la pena dell’anima pezzentella, ricevendo grazie in cambio.

L’essere umano é un mistero, costruito su delle basi sensibili, biofisiologiche e psicologiche e per quanto cerchiamo di abbracciare tutto con la ragione, ci sono cose,  dinanzi alle quali, non resta che classificarle nella categoria dell’irrazionale e pertanto del mistero, credere o non credere è una scelta, accettare che non tutto può essere controllato o spiegato, è una consapevolezza.

Autore

Laureata in Giurisprudenza e pubblicista iscritta all’albo dei giornalisti. Ha lavorato presso casa editrice e collaborato in 4 testate giornalistiche sia nel Casertano che nel Beneventano. Proprietaria e direttrice resposanbile della Testata giornalistica “Sannio Matese Magazine”, registrata presso il tribunale di Benevento, che ha come obiettivo informare, formare e valorizzare il territorio a cui è particolarmente legata del Sannio e del Matese. Presidente dell’Associazione Incanto, da lei stessa fondata, volta alla realizzazione di eventi culturali, sociali, editoriali, mirante principamente a collaborare con le scuole trattando temi socialmente delicati tramite la sensibilizzazione, attraverso il suo format da lei stesso idealizzato “Love Life”.