Che Giovanni Gentile sia stato il più grande filosofo italiano del Novecento è ormai scontato anche per chi a lungo lo ha avversato. Allo stesso tempo nessuno gli nega più il merito di intelligente ed operoso organizzatore di cultura. Molti sono stati i campi d’azione che Gentile ha proficuamente arato, ma uno in particolare è destinato a restare nella memoria degli italiani (perfino i più distratti) come il suo capolavoro scientifico volto alla edificazione di un monumentale compendio di conoscenze non inficiato dall’ideologia, ma plurale il senso pieno e classico: l’Enciclopedia italiana, altrimenti detta Treccani dal nome del mecenate che Gentile incontrò sulla sua strada, or sono cento anni che compirà il mese prossimo, e che con lui progettò l’opera che avrebbe mutato l’approccio ai saperi.

Il 18 febbraio 1925, infatti, venne alla luce l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana dalla quale sarebbe gemmata l’opera la cui prima edizione avrebbe visto la luce nel 1929. Quattro anni di duro lavoro al quale si ingegnarono per volontà dello stesso Gentile studiosi di tutte le discipline, senza riguardo ai loro orientamenti ideologici, e dunque liberi di potersi esprimere sia pure in un quadro di riferimenti nazionali; quattro anni che  fruttarono un’opera magnifica che sta ad altre analoghe  – l’Enciclopedia britannica innanzitutto – per ampiezza di argomenti e profondità scientifica.

Scrisse Gioacchino Volpe che, “venuta al mondo in un momento in cui il mondo guardava con molto interesse l’Italia, l’Enciclopedia è andata incontro a questo interesse, lo ha alimentato, ha fatto la sua parte per attirar il mondo verso l’Italia »

Il fondatore, Giovanni Treccani e l’ “anima” dell’impresa, Gentile, furono immediatamente d’accordo nel coinvolgere nella redazione dell’Enciclopedia larga parte dell’intellettualità italiana che, come ha scritto Alessandra Cavaterra nel saggio La rivoluzione culturale,di Giovanni Gentile (Cantagalli) – “in tal modo poteva accreditarsi agli occhi del pubblico come una realizzazione non solo di solida scienza, ma anche come uno dei tentativi oiù riusciti di creare uno strumento di confronto tra diverse scuole di pensiero in tutti i campi, confronto comunque sempre ricondotto nell’alveo dell’antieclettismo”.

Con Gentile che ne era il  direttore scientifico, collaborarono fin da subito Calogero Tumminelli quale direttore editoriale, Gian Alberto Blanc, Pietro Bonfante,  Luigi Cadorna, Alberto De Stefani, Gaetano De Sanctis, Luigi Einaudi, iVittorio Grassi, Ettore Marchiafava, Silvio Longhi, Ferdinando Martini, Ugo Ojetti, Francesco Salata, Vittorio Scialoja, Angelo Sraffa, Paolo Thaon di Revel, Tommaso Tittoni; redattore capo dell’opera fu il filosofo del linguaggio Antonino Pagliaro.

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