• 4 Luglio 2024

Durante un viaggio d’istruzione, Mario De Luise, un professore di lettere dell’istituto “Marini Gioia” di Amalfi ed appassionato d’arte, ha fatto un’importante scoperta.

Durante la visita alla Galleria nazionale di Urbino, il docente ha riconosciuto in un dipinto, La deposizione di Angelo Solimena, esponente importante della pittura napoletana seicentesca, trafugato dalla chiesa di San Matteo Apostolo di Nocera Inferiore (SA) dopo il terremoto del 1980. Incredula ma allo stesso tempo contenta, la comunità nocerina ha potuto assistere alla restituzione dell’opera d’arte dopo tanti anni di assenza nella suddetta chiesa.  Ovviamente i carabinieri cercheranno di ricostruire le dinamiche del furto che ha portato il dipinto fino ad Urbino e da chi è stato gestito.

Questa notizia del 30 maggio scorso è rimbalzata sui diversi mezzi di comunicazione ed ha riportato alla ribalta il problema delle opere d’arte rubate o sottratte illegalmente da collezioni private, dalle chiese o da siti archeologici di varie regioni italiane ma anche da paesi stranieri per poi essere vendute. Reperti d’arte di valore storico, artistico, religioso, archeologico e culturale inestimabile strappati dal loro luogo di origine.

Anche il Sannio ha avuto un caso di restituzione nel 2005 dopo ben 31 anni: un cratere a calice con figure rosse, conosciuto come il cratere di Assteas, famoso vasaio di Paestum. Il vaso col ratto di Europa del IV secolo a. C., definito come il più bello al mondo, fu trafugato negli anni ’70 da una tomba di Sant’Agata dei Goti per approdare, non subito ovviamente, negli Stati Uniti, al Getty Museum di Los Angeles che lo aveva acquistato per 380 mila dollari.

Tutto ebbe inizio quando un operaio, in seguito a scavi effettuati per la rete fognaria rinvenne il vaso che vendette per un milione di lire e un maiale a due mercanti di arte antica del posto. L’operaio prima di disfarsene scattò alcune foto-ricordo, una delle quali, per un caso fortuito, ha permesso di mettere in moto l’operazione di restituzione del Cratere alla sua terra di origine.  Per chi volesse ammirare Il meraviglioso Cratere di Assteas, può recarsi al museo Archeologico nazionale del Sannio Caudino sito in Montesarchio (BN), ma è sempre bene informarsi prima, in quanto tante sono le richieste di prestito all’estero.

Esiste anche un bellissimo fumetto “Il ratto dEuropa. Lindagine che riportò a casa il magnifico vaso Assteas” che ripercorre la storia del vaso e che può essere letto gratuitamente copiando il seguente link https://www.journalchc.com/wp-content/uploads/2021/04/Il-Ratto-dEuropa-fumetto-LAI-TOMASSI.pdf di Roberto Lai e Filippo Tomassi, entrambi arruolati nell’Arma dei Carabinieri con anni di servizio nel reparto Tutela Patrimonio Culturale. Roberto Lai è anche autore di Saggi nella rivista on-line JCHC, The Journal of cultural Heritage Crime. Filippo Tomassi, in arte Toma, ha una pagina Facebook “la penna di Toma” dove si possono leggere fumetti satirici su vari temi.

Se questa restituzione, così come tante altre, è stata possibile, lo si deve al Comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio artistico (CC TPC), degli esperti a livello internazionale, che cercano di ritrovare opere d’arte scomparse. Questo nucleo speciale, operante dal 1969, rappresenta il fiore all’occhiello dell’Italia. Ogni anno questo reparto pubblica il bollettino delle ricerche “Arte in ostaggio” – ad oggi il numero 45 riferito all’anno 2023- in cui c’è una sezione con fotografie ed informazioni dedicate a tutte le opere più importanti trafugate in Italia e all’estero, consultabile on line da tutti digitando: https://tpcweb.carabinieri.it/SitoPubblico/home.

Sulla home page del sito si legge: “naviga allinterno del database dedicato ai beni culturali illecitamente sottratti più grande del mondo. Esplora i bollettini e le pubblicazioni realizzate da Comando CC TPC”

Curiosando sul sito, si può notare come siano migliaia le opere d’arte rubate e non ancora restituite, veri e propri “corpi di reato” non ancora ritrovati purtroppo.

Quindi ognuno, appassionato d’arte e/o cultore della materia, può dare il proprio contributo così come ha fatto il professore di lettere nello scovare un reperto trafugato.

Su scala internazionale, siamo tutti consapevoli che nei musei di tutto il mondo, ci sono moltissime opere che dovrebbero essere restituite ai propri paesi d’origine in quanto, il patrimonio culturale di un paese racconta le sue radici storiche oltre a fornire un prezioso supporto alla sua ricostruzione identitaria, per cui il rimpatrio di qualsiasi opera trafugata permetterebbe alle nuove generazioni di ricucire un’identità culturale strappata nel corso degli anni.

Autore

Nata in Francia, vive a Solopaca. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, esaminatrice e correttrice delle certificazioni DELF A1-B2, insegna Lingua e Cultura francese all’I.I. S. “E. Fermi” di Montesarchio. Cerca di trasmettere negli studenti il suo amore per la lingua francese. È impegnata in diverse attività di volontariato. Una delle sue passioni: i viaggi.