• 30 Giugno 2024

Syd Barrett (Cambridge, 6 gennaio 1946 – Cambridge, 7 luglio 2006), fondatore e primo leader dei Pink Floyd, immagine visionaria della corrente psichedelica, esprime la grandezza dell’artista e il vortice oscuro nel quale precipita. Leggendario in vita, eterno nella morte, perdura a scintillare attraverso la luce del suo diamante.

Dentro l’amore per l’arte nasce e muore la parabola infelice di un’epica leggenda della musica. Un riflesso che trascende quello sguardo profondo alternando malinconia a dispersione. Gli altri si turbano nei suoi occhi, lui si perde dentro se stesso. Una mente eccessivamente onusta per contenere una creatura debordante e priva di sponde: Syd Barrett. Fiabe e miti si avvicendano intorno alla sua figura. E ancora oggi, a un palpito a diciassette anni  della sua morte, qualcuno lo va cercando, qualcun altro lo va imitando, tutto nella mancata accettazione di una storia triste. 

Il suo spirito disegna quello dionisiaco, del tutto descritto da Nietzsche proprio ne La nascita della tragedia dallo spirito della musica. Dioniso, divinità greca, diviene nel filosofo la forza dionisiaca: ebbrezza, delirio orgiastico e musica, l’elemento antitetico allo spirito apollineo. Nel dionisiaco, Nietzsche assimila la fonte originaria del pessimismo greco non decadente. Vieppiù  l’autore afferma che nella tragedia, la forza si esterna anche nel “lanciare lo sguardo nell’abisso”. Quel baratro che il diamante pazzo spadroneggia con così tanta veemenza da farne infine una infausta dimora, la voragine che il Dioniso di The Madcap Laughs non riesce a governare. Una complessità oscura si appropria del suo corpo e della sua mente. Impietosa segreta che lo espone a molteplici mutamenti nell’aspetto e nel pensiero.

Con il medesimo furore, l’impulso alla vita di dionisiaca appartenenza, rappresenta in Barrett, l’inchino alla morte. La fragilità del diamante pazzo, come ne La Tragedia, disegna lo spirito che individua e riconosce la fuggevolezza dell’esistenza. E la caducità in Syd, sottolinea il suo erculeo segno  di riconoscimento all’interno di una eccezionale sequela: la fulgente apparizione, la creazione di un forziere musicale straordinario e un allontanamento che non troverà più recupero poiché il primo strappo è quello da se stesso. Una natura artistica lo muove alla pittura, una inclinazione fortemente creativa lo traina nel verso musicale. A quattordici anni riceve in regalo una chitarra dai suoi genitori e, da quel preciso momento, il suo componimento sovrano nell’accadere del vivere si volgerà in tragedia. Pochi anni e lo stesso Barrett è nella decisione del nome del gruppo musicale: Pink Floyd. Appellativo erroneamente considerato sinonimo di Lisergic Acid Diethylamide, ovvero LSD. Al Pink contrario il moto creativo è nei nomi di due bluesmen: Anderson e Floyd Council. Tra pittura e musica, tra fiori e diamanti, si incunea all’interno del gruppo il primo movimento di esondazione della sua imprevedibile creatività.

Aveva addirittura troppo talento, se possibile. E anche uno strano carisma. Ma non c’erano avvisaglie in lui di quello che sarebbe successo in seguito. Era incredibilmente dotato per la pittura e sembrava esservi più interessato. Col senno di poi, era quella che non doveva mollare. Il music business è così pieno di imbroglioni e di sfruttatori che un vero artista è sempre vulnerabile.

I diversi amplificatori che adopera nelle indagini musicali sono l’avvilente metafora dell’estensione di una pena, una deriva di quel grondante lato oscuro che si dilaterà all’interno dei suoi contorti meandri mentali.

La vita dell’artista è nelle trame di una tragedia musicale poco incline alla fama e troppo favorevole a sconfinare quel flebile limite tra lucidità e follia.

Il diamante pazzo è nel ricordo di un giorno di giugno nello Studio 3 di Abbey Road, dove la band che non lo vede da anni, nota un tizio in sala registrazione, in sovrappeso e con il capo rasato: è Syd.

Barrett è nelle spire di Wish you were here e in quelle di Shine on you crazy diamond. Syd è nel ricordo indelebile di chi lo ha vissuto, nella mestizia di chi lo ha perso molto prima della morte, nella storia della musica e negli annali di una tragedia.Roger Keith Barrett è nel caos, incastonato nell’animo di un pittore, in una No man’s land: tutto nel ventre oscuro di un diamante che continua a brillare.

Autore

Autrice, critica e saggista. Si è laureata in Lettere moderne presso l’Università La Sapienza di Roma. Si è specializzata con una triennale in Pedagogia Clinica presso ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) di Firenze. Nel 2017, insieme a Luigi Iannone, ha pubblicato il saggio Il cinema delle stanze vuote per La scuola di Pitagora editrice. Nel 2018 ha pubblicato il libro ANIME INQUIETE – 23 storie per mancare la vittoria per Auditorium edizioni. Nel 2019 ha pubblicato il libro EDIFICIO FELLINI – Anime e corpi di Federico per Les Flâneurs Edizioni. Nel 2021 ha pubblicato il libro CON LA PAROLA VENGO AL MONDO – Bellezza e scrittura di Clarice Lispector per Tuga Edizioni. Ha scritto per le pagine culturali de Il Giornale/IlGiornaleOFF e l’Intellettuale Dissidente occupandosi di critica letteraria e cinematografica.