
I due comuni del Matese, San Potito Sannitico e Castello del Matese, sono distanti tra loro e geograficamente parlando anche poco a che fare tra di loro. Separati da Piedimonte Matese con le comunicazioni viarie ma confinanti con le loro spettacolari montagne. I due paesi in realtà hanno una storia comune, quella di essere stati entrambi frazioni di Piedimonte Matese.
San Potito ottenne la propria indipendenza comunale nel 1749, quando il centro si espanse e iniziarono a nascere nuovi edifici di famiglie ricche del paese. Il toponimo Sannitico fu aggiunto nel 1862 per ricordare la stretta connotazione con il Sannio storico. Il nome San Potito, invece, deriva dal santo del II secolo le cui reliquie vennero portate a Benevento da dove si sviluppò il culto. Il territorio è stato abitato sin dall’antichità come hanno testimoniato alcuni ritrovamenti archeologici. In epoca medievale si formò il piccolo borgo che possedeva anche una chiesetta parrocchiale che, nel 1417, a causa dello spopolamento causato da una profonda povertà, fu soppressa e incorporata a Piedimonte. Fu ripristinata solo nel 1601 con la ripresa del borgo. Il centro storico è caratterizzato dalla presenza di diversi piccoli palazzi del settecento e ottocento.
Qui troviamo il palazzo più importante del paese, Palazzo Filangieri de Candida Gonzaga, costruito nel secolo XVII dai Sannillo, ricchi possidenti dotati di notevole cultura, nell’ampliare e arredare la loro dimora si ispirarono alla Reggia di Caserta, fu poi dei Conti Gaetani che lo abitarono fino all’800. In seguito fu ereditato dai Conti Filangieri de Candida Gonzaga. Costruito sulla struttura di una villa romana, della quale si conservano le antiche tubazioni, che fino a non molto tempo addietro alimentavano le vasche e le fontane del giardino. Il palazzo racchiude un cortile pavimentato con mattoni a formare un disegno radiale. Ai piani terreni vi sono locali destinati alla vita agricola, dalle stalle ai magazzini per il grano. Per mezzo di una bella scala si sale all’appartamento nobiliare. Questo è costituito da una infilata di eleganti ambienti che contornano il cortile. Interessanti sono i pavimenti in cotto dipinto a simulare il marmo, i soffitti affrescati, i bei parati dai colori originalissimi, le porte dipinte a finto legno. Nella parte settecentesca del palazzo, che conserva anche una tipica cucina rustica, dotata di camino e di una grande cappa, i soffitti presentano travi a vista o rivestite di carte antiche. Mobili d’epoca e una ricca collezione d‘oggetti degli Indios dell’Amazzonia e del Mato Grosso, raccolti dal Conte Antonio Filangieri di Candida Gonzaga, padre dell’attrice Christiane Filangieri.
Castello del Matese, Castello d’Alife fino al 1970, è un comune situato a 476 metri sul livello del mare, su una terrazza fra le valli del Rivo e del Torano. Dal terrazzino del paese si può intravedere un panorama unico sututta la Valle del Volturno e non solo. A differenza di San Potito Sannitico, Castello del Matese ha avuto un’autonomia più travagliata. Ottenne l’autonomia amministrativa per la prima volta nel 1752, ma il piccolo centro, a causa della mancanza di risorse economiche, richiese nuovamente l’unione con Piedimonte nel 1762. Tornò indipendente nel 1803 chiamandosi Castello di Piedimonte. La denominazione mutò in Castello d’Alife nel 1862 e in Castello del Matese il 13 agosto 1970. Il paese ha origini sannite, ed è sempre stato usato come roccaforte difensiva. Sotto i normanni, come quasi tutti i castelli del sud, fu fortificato a scopo difensivo.
Di notevole interesse sono i resti dell’antico Castello medievale, realizzato con l’uso di pietra locale ai tempi della dominazione normanna. Si possono ancora ammirare alcune torri circolari con base a scarpa e dei tratti di mura della fortezza. La torre principale, oltre che per scopi difensivi, un tempo è stata utilizzata anche come cisterna d’acqua, viste le sue notevoli dimensioni. Molto affascinante anche la Chiesa della Santa Croce, risalente al X secolo, ma ricostruita dopo il violento terremoto del 1688. Proprio per questa sua ricostruzione, oggi si presenta ricca di elementi instile Barocco. Spettacolare è il sentiero di Dante, un percorso multisensoriale guidato, tracciato con la riqualificazione di antichi sentieri e la creazione di una passerella in acciaio sulla rupe della valle del Rivo. Questo sentiero rispecchia una suggestiva rievocazione del viaggio compiuto da Dante attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, dalla Valle dell’Inferno alla Cappella del Purgatorio, per arrivare al terrazzo di Castello.