L’elezione di Ely Schlen alla segreteria del Pd per chi in politica vuole combattere la “buona battaglia” dei cosiddetti principi non negoziabili (vita, famiglia, libertà di educazione) è una buona notizia. Intanto perché dopo le dichiarazioni infuocate sui problemi etici della Schlein si è fatta una certa chiarezza all’interno del partito, le “foglie di fico”, rappresentati dai cattolici democratici, hanno avuto il colpo di grazia, sono stati costretti ad abbandonare il partito (potevano farlo anche prima). Infine per il Centrodestra la battaglia politica sui cosiddetti valori è più chiara. Per certi versi le perentorie sollecitazioni della Schlein sui temi etici (aborto, eutanasia, droga libera, nuovi diritti etc) costringono il Centrodestra ad accettare la sfida. In buona sostanza il Pd della Schlein costringe il Centrodestra a fare il Centrodestra. E’ una tesi sostenuta recentemente dal quotidiano online Atlantico Quotidiano commentando la delibera regionale veneta su mandato del governatore Luca Zaia, che propone di concentrare nell’Azienda Ospedale-Università di Padova la presa in carico degli assistiti con disturbi di identità di genere, (il cambio di sesso). Il governatore del Veneto ha definito “un fatto di civiltà” il centro regionale per il cambio del sesso di Padova.“In pochi giorni il centrodestra ci ha regalato delle perle che ci inducono a pensare: sta giocando a perdere? Ho letto che un noto veneto ha affermato “bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all’inclusività, al rispetto umano”. Sembrerebbero parole del padovano Alessandro Zan, invece no, è stato il leghista Luca Zaia ad averle pronunciate in un’intervista rilasciata qualche giorno fa”. (Umberto Camillo Iacoviello, Complesso di inferiorità a destra: piegarsi all’agenda progressista non paga.13.3.23, atlanticoquotidiano.it)
L’entusiasmo di Zaia non nasconde le criticità. Il cambio di sesso non è così lineare: “sono un uomo nel corpo di una donna, inizio un percorso di transizione”. Il giornalista di Atlantico cerca di spiegare cosa significa cambiare sesso sulle persone – soprattutto più giovani – agiscono una serie di impulsi esterni (bombardamenti dei modelli culturali alla moda) che in casi sempre più numerosi condizionano una scelta che non è affatto spontanea.
Iacoviello scrive che, “Cambiare sesso non è come farsi un tatuaggio. Chi inizia un percorso di transizione non torna più indietro, a volte si ritrova in un corpo a metà tra maschio e femmina, irrimediabilmente rovinato, per non parlare dei danni psicologici”. Il giornalista fa riferimento al caso dei due gemelli Reimer, raccontata da John Colapinto nel libro “Bruce, Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza” (San Paolo, 2014). Peraltro commentando la delibera della Regione Veneto, il coordinatore regionale del Partito della Famiglia (PdF), suggerisce a Zaia di leggersi proprio questo libro. David Reimer nato maschio, in seguito ad una circoncisione errata a due anni fu ribattezzato Brenda, dopo che dei folli medici (in particolare lo psicologo John Money) proposero di reindirizzarlo verso un’esistenza da femmina mediante la chirurgia, i farmaci e l’educazione. Brenda ben lontana da sentirsi femmina, si ribellò sempre in quella scelta sperimentale dal risultato devastante fino a morire suicida nel 2004.
Un’altra questione legata alla delibera del cambio di sesso, c’è la dichiarazione del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega) ha recentemente aperto al matrimonio egualitario: “il centrodestra valuterà la proposta e poi deciderà. Non la destra, ma il centrodestra. Nel 2016 feci le barricate contro le unioni civili, ma penso che la società vada avanti. Scalfarotto ha ragione: forse su determinate cose andrebbe tolta l’ideologia”.
In poche parole, la destra non deve fare più la destra, ma sdoganare l’agenda progressista in quanto al di là dell’ideologia. Mentre con Elly Schlein il Pd si radicalizza, il centrodestra si annacqua e diventa una sinistra più moderata. In pratica il problema della destra è sempre lo stesso: è tormentata da un complesso di inferiorità e per questo cerca “l’approvazione etica e politica della sinistra”. In ultima analisi sentono il “dovere di dimostrare che loro non sono “fascisti”. Un’approvazione che non arriverà mai – secondo Iacoviello – perché non conta quanto sei moderato e diluisci le tue idee, per i progressisti sarai sempre un nemico da abbattere. Piuttosto, “il centrodestra deve riappropriarsi di una dimensione del conflitto (politico) e portare avanti con coraggio la sua agenda senza la smania di dimostrare alcunché a chi ti reputa un “fascista”.
E’ probabile che andando avanti lo scontro politico si polarizza e non bisogna cedere terreno. “Se il centrodestra non mantiene la barra dritta rischia di perdere consensi in poco tempo. Dopotutto, perché votare un centrodestra che porta avanti politiche di sinistra? Il rischio è quello di spingere gli italiani – che mediamente hanno idee di centrodestra – verso l’astensionismo e favorire i progressisti”.
L’altra perla che ci ha regalato il centrodestra, secondo Iacoviello, riguarda l’immigrazione legale proposta dal ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che ha ricordato che in Italia ci sono tra i “300.000 e i 500.000 posti di lavoro disponibili”. Tale abbondanza di lavoro potrebbe dar vita a un’immigrazione legale, per così dire“selezionata”: entra solo chi è professionalmente adatto. Potrebbe essere una proposta ragionevole.
“Ricordiamo al ministro che questo approccio può rivelarsi relativamente efficace nel breve periodo, ma nel medio-lungo periodo porta più svantaggi che vantaggi. Un esempio su tutti quello della Francia, che oggi si ritrova a dover gestire scioperi di operai musulmani che si rifiutano di produrre materiali destinati a Israele, lavoratori che si rifiutano di trattare carne di maiale e alcool, donne musulmane che operano nella sanità a cui viene impedito di curare gli uomini e tanto altro ancora”. Pertanto per l giornalista di Atlantico è più utile per far fronte all’inverno demografico dell’Italia, un’immigrazione controllata, che “può essere messa in atto stringendo accordi con i Paesi del Sud America, in cui vivono decine di milioni di oriundi d’Italia, molti dei quali sono cattolici e hanno un legame spirituale con la patria d’origine. Se abbiamo bisogno di immigrati, facciamolo in modo intelligente e non autodistruttivo, attuando una sorta di Legge del Ritorno come fa Israele”. Una proposta che mi ricorda molto quella del cardinale Giacomo Biffi di Bologna.Pertanto attenzione all’autogol che potrebbe fare il nuovo governo su questo tema. “L’immigrazione è un tema sensibilissimo che può portare a un drastico calo dei consensi. Gli italiani hanno scelto Fratelli d’Italia anche per una stretta sull’immigrazione e il rimpatrio dei clandestini (come in tutti i Paesi civili)”. Collegato al tema dell’immigrazione, c’è quello del lavoro e del reddito di cittadinanza. A fine dicembre 2022, risultano in Italia, “più di 600 mila disoccupati tra i 35 e i 49 anni, sarebbe il caso di schiodare queste persone in età lavorativa dall’apatia e dal reddito di cittadinanza con lo strumento migliore: abbassare le tasse per favorire le assunzioni e mettere in moto un circolo virtuoso (che tra le altre cose, può portare ad un incremento della natalità). Dopotutto, se una persona preferisce il sussidio statale al lavoro, è anche perché l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui negli ultimi 30 anni i salari sono diminuiti. La priorità dovrebbe essere questa”.