• 3 Dicembre 2024
Cultura

Nel lontano passato, la donna viveva in un clima di emarginazione e di indifferenza sociale, politica, culturale. L’uomo occupava importanti ruoli culturali all’interno della società e ,in ambito familiare, era considerato il capofamiglia.

Negli anni , poi, le donne si sono aggregate per contestare la loro marginalità, emancipandosi e scrollandosi di dosso pregiudizi insulsi.

Così facendo, si sono liberate di quel “difetto” obsoleto, ovvero l’esclusione, e hanno cercato di percorrere la strada del successo, accompagnata dalla possibilità di rinascere, di riscoprirsi nel loro carattere determinato e tenace.

Inoltre, hanno preso parte attivamente alla vita culturale e letteraria.

La letteratura femminile ha permesso di adombrare quel silenzio che, per secoli, ha impedito la lettura e la conoscenza delle opere femminili, esercitando un lavoro salvifico e modificando il canone letterario. Nella letteratura italiana novecentesca, a differenza dei secoli precedenti, si scorgere la presenza di scrittrici e poetesse che ci hanno consegnato interessanti opere femminili.

Sibilla Aleramo (1876-1960), nome d’arte di Maria Felicina Faccio, poetessa e scrittrice del primo Novecento , è stata una donna dal carattere “sovversivo”.

La ricordiamo, in particolar modo, come una femminista prima, socialista poi, quindi comunista per approdare, attraverso la letteratura e l’attività pubblicistica, al fascismo pur avendo firmato nel 1925 il manifesto degli intellettuali antifascisti. Donna dalle molte sfaccettature e certamente incurante della coerenza politica.A partire dalla seconda metà del ‘900, apportò una rivoluzione ideologica nell’ambito delle tradizionali immagini del mondo femminile, opponendosi ai consueti ruoli femminili.

Nel corso della sua vita ebbe una relazione omosessuale con Lina Poletti. Prezzolini la definì come un “lavatoio sessuale della cultura italiana”. Per un certo periodo si avvicinò ai futuristi e , in seguito, ebbe relazioni sentimentali con gli intellettuali più in vista del tempo, come: Cardarelli, Papini, Boine, Rebora, Boccioni , Quasimodo. Interessante è la sua breve, ma intensa relazione sentimentale ed erotica con Julius Evola.

Sibilla Aleramo è particolarmente ricordata per il romanzo autobiografico “Una donna”, in cui traccia l’immagine femminile di un soggetto determinato che, dopo aver vissuto molte sofferenze, riesce a scorgere dentro di sé la forza per ricominciare a vivere.

La sua esperienza letteraria si colloca vicino all’ambiente della rivista prezzoliniana “La Voce”, a cui appartengono scrittori che nelle loro opere analizzano le  problematiche che attanagliano l’uomo contemporaneo. Instaura un rapporto sentimentale con Dino Campana, un “vociano”. I due sono legati da una storia d’amore travagliata, documentata dal loro frequente scambio epistolare. Questa atmosfera sentimentale ritorna nel film “Un viaggio chiamato amore”( 2002), diretto da Michele Placido.

Il romanzo  “Una donna”, è stato pubblicato nel 1904 ,riscuotendo  una fortuna immediata , in quanto tratta del femminismo:una delle prime opere in Italia sul tema. Da esso ne scaturì un vivace dibattito sulla condizione femminile nell’Italia primonovecentesca. L’autrice, infatti, nel romanzo dipana la condizione femminile nell’Italia tra il XIX e XX secolo, sulla base della sua esperienza personale. Si tratta, dunque, di un romanzo autobiografico, in cui si esplica, attraverso un impianto letterario, la vita dell’autrice.

In linea generale, nella prima parte del romanzo è rappresentato il suo rapporto sereno con il padre. Sibilla, in seguito ,scopre una sua relazione extraconiugale e quel rapporto affettivo si sgretola, mutandosi in un rapporto conflittuale. Il trasferimento a Milano permette a Sibilla di conoscere un giovane impiegato di fabbrica che ne abusa sessualmente. Questi eventi  aprono il suo ingresso al mondo adulto: si confronta con una realtà arida e brusca. Giovanissima sposa comunque  quest’uomo, ma il matrimonio si rivela un’esperienza negativa. Il marito le mostra il suo “volto” meschino, violento. Ma Sibilla è una giovane ragazza convinta che deve sposare obbligatoriamente l’uomo da cui ha subito violenza sessuale.

Ella viene maltrattata, stuprata, dileggiata, chiusa in casa per un lungo periodo di tempo. Neanche la nascita del figlio muta il rapporto tra i coniugi. In lei si acuisce  la depressione , fino al giorno in cui tenta un suicidio.

Ma la svolta avviene: Sibilla inizia una collaborazione giornalistica con una rivista femminile. A tal punto, è cosciente che una donna debba avere una propria identità, unica e vera, da mostrare anche all’esterno, e una vita indipendente. L’emulazione della madre che ha taciuto dinanzi ai tradimenti del marito e ha “coltivato” un’ esistenza infelice con un uomo “patriarcale”, la mette in guardia. Sibilla, dunque , deve attivarsi per cambiare la sua condizione attuale. Lo fa. Si confida con un uomo e questo evento rende scettico il marito, che sospetta un suo presunto tradimento; per questo motivo, continua a maltrattarla. La donna matura l’idea, dopo un doloroso dissidio interiore, di lasciare il marito e il figlio.

Sibilla , dunque, si ribella al suo ruolo di moglie , madre e, con spirito ribelle, riesce a voltare pagina , a rinascere, a ricominciare. È proprio la figura del marito che le permette di ricominciare.

È proprio grazie a questo uomo molto dispotico e violento , che ella trova la forza interiore per riprendere a vivere.

Notiamo che l’aspetto autobiografico è strutturato con un impianto letterario. Maria Corti, filologa , scrittrice , critica letteraria e semiologa italiana, considera “Una donna” un vero e proprio romanzo che fu tradotto in francese, in inglese, tedesco, spagnolo, danese, olandese.

Sibilla, nel corso della sua carriera letteraria, si è dedicata sia alla poesia , che alla prosa. Tra gli scritti in poesia ricordiamo opere come: “Momenti”(1921); Endimione (1923): un poema drammatico dedicato a D’Annunzio. L’opera riscontrò grande successo nei teatri parigini, ma non in quello torinese. Si racconta, infatti, che al teatro Carignano di Torino, ricevette tanti fischi.

Pur avendo firmato, come si diceva,  il Manifesto degli intellettuali antifascisti, da economicamente indigente si avvicinò al regime  e, per le sue doti letterarie che le vennero riconosciute dal fascismo, con l’approvazione di Mussolini,  nel 1929, venne ammessa all’Accademia d’Italia. Cominciò ad elogiare il regime sui giornali ed anche le sue finanze ne risentirono positivamente.  Nel 1933 entra a far parte dell’ “Associazione nazionale fascista donne e artiste e laureate”.

Il rapporto con il figlio Walter fu molto particolare, perché egli rifiutava di incontrarla. Si videro nel 1933, ma l’incontro non si concluse bene: fu carico di amarezza, come Sibilla dichiarò nel “Diario di una donna”.

Il 13 gennaio 1960 morì a Roma.

Nel romanzo ‘Una donna’, vi ritroviamo alcune tematiche letterarie e artistiche tipiche del Novecento, come il conflitto padre-figlio, la disgregazione dell’io; ma sicuramente, vi è anche una buona dose di elementi di spunti critici e riflessivi, inerenti la subordinata condizione femminile nel passato.

Sibilla ci consegna, infine, con la sua opera e con la sua esperienza biografica, un esempio di ribellione e di rinascita femminile. Dunque, un esempio e, insieme , una speranza per tutte quelle donne che desiderano rinascere.

Autore

Originaria di San Salvatore Telesino,laureanda in Lettere e Filosofia presso l'Università di Napoli, Federico II, sin dall'adolescenza si è dimostrata attenta alle tematiche sociali e di attualità. Ha collaborato , per alcuni anni, con il gruppo "Spazio Giovani". Inizia a suonare il pianoforte durante l'infanzia, in seguito, decide di interrompere questo percorso per cimentarsi in altre passioni, come la scrittura. Nel 2021 scrive il romanzo introspettivo intitolato "Scaffali di ricordi", pubblicato nel 2022 dalla casa editrice 2000diciassette. Ha partecipato a diverse presentazioni di libri-soprattutto romanzi- in qualità di relatrice. Si dimostra, inoltre, particolarmente interessata alla Letteratura Italiana novecentesca e ai fatti culturali della sua località d'origine: a ciò dedica alcuni articoli di stampo culturale. Collabora, infatti,con più testate giornalistiche. È impegnata, attualmente, nella stesura di articoli culturali e di cronaca per svariate e note testate giornalistiche.