• 4 Luglio 2024
La mente, il corpo

Durante le vacanze natalizie, chi non ha letto o sentito la notizia dell’“affaire pandoro Balocco” che ha travolto e diremo ancora di più “stravolto” la vita della famosa imprenditrice digitale Chiara Ferragni?

Una notizia che sembra ancora più importante per i frequentatori della rete rispetto allo stesso scandalo la si legge nel “Messaggero”.  “Caso Pandoro, Ferragni perde 10 mila follower e scompare dai social per 4 giorni, poi le scuse. È davvero finita l’era Ferragnez?, non so perché ma ho subito pensato al film del 2021 visto su Netflix “He’s all that”, quando la protagonista perde in un attimo la sua popolarità e gli sponsor.

Perdere follower, credibilità… per i personaggi influenti in rete vuole dire crollo inesorabile della propria immagine.

Questo Incipit vuole essere solo di spunto per una riflessione: il mondo dei Social, degli influencer che mondo è? Perché vogliamo fare a tutti i costi un reportage online della nostra vita offline? Perché siamo tutti lì pronti a documentare ogni istante della nostra vita? Sicuramente molti pensano ad una ricaduta economica “followers può voler dire soldi… sponsor…” in una parola un vero e proprio Business redditizio.

Ma è solo una questione di soldi? Apparentemente sì… soldi facili sforzo minimo, sforzo che consiste solo a trovare quella formula magica che riesce ad attrare nella rete una moltitudine di seguaci, per avere una visibilità ed un impatto forte seppur superficiale sulla società tutta.  

Ma quanti di noi, pur non ricevendo alcun compenso, continua a mettere in vetrina la propria vita? Se scaviamo sotto la superficie di un tale comportamento, sicuramente questo fenomeno dipende dal fatto che siamo tutti, riprendo qui il titolo di un libro di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini, “Morti di fama”. Vorremmo tutti essere una “Chiara Ferragni”, un influencer rilevante, avere una casa da sogno, abiti griffati, poter essere oggi a Milano, domani a Parigi, Londra per rappresentare qualche marchio famoso. Sembra quasi che solo così esistiamo.  

Riflettiamo ancora un minuto: non sembra anche che ci sia un certo narcisismo, oserei dire, alquanto patologico, in ciascuno di noi che ci spinge a spiattellare sui social le  nostre vite, la convinzione di poter meritare un trattamento speciale, di avere talenti unici o di essere brillanti o attraenti?

E allora è tempo forse di riprendere il controllo delle nostre esistenze, basta con queste immagini  fuorvianti che ci fanno apparire tutti perfetti e felici in Rete, basta con quei comportamenti che adottiamo ogni giorno sui social che sono bene lontani da essere i comportamenti che adottiamo nella nostra vita reale.

Autore

Nata in Francia, vive a Solopaca. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, esaminatrice e correttrice delle certificazioni DELF A1-B2, insegna Lingua e Cultura francese all’I.I. S. “E. Fermi” di Montesarchio. Cerca di trasmettere negli studenti il suo amore per la lingua francese. È impegnata in diverse attività di volontariato. Una delle sue passioni: i viaggi.