• 21 Novembre 2024
La mente, il corpo

L’estate è finita, anche se il caldo persiste, e ce ne accorgiamo dal traffico che è aumentato se non peggiorato. I guidatori nell’ abitacolo della loro auto vivono in un mondo proprio, immersi nei loro pensieri, isolati dal resto degli umani, e con un comportamento di guida personale. E così grazie al traffico, si sono potuti individuare gli stili di guida adattivi e disadattivi, visibili sulle strade. Lo stile di guida è influenzato dalla capacità di autoregolazione emotiva dell’individuo. La gestione delle emozioni influenza la percezione e la elaborazione delle informazioni ambientali, incidendo sulla guida.

La comunità scientifica ha individuato degli stili di guida: il guidatore spericolato e negligente che viola deliberatamente le norme di guida ed è alla ricerca di forte emozioni e di velocità elevata; il guidatore ansioso che sperimenta tensione, stress e iper-vigilanza alla guida; colui che tende ad assumere un comportamento aggressivo e violento al volante; e infine il guidatore paziente attento, calmo, rispettoso del codice della strada, in grado di anticipare le condizioni del traffico.  Quando le caratteristiche psicologiche sono marcate evidenti e patologiche, lo stile di guida viene influenzato e aumenta il rischio. L’aggressività, l’insicurezza e la negligenza sono stili disadattivi e si connettono ad una guida non sicura e pericolosa, mentre l’unico comportamento di guida sano è lo stile attento e paziente. Lo stile di guida spericolato e negligente si associa con le caratteristiche psicologiche come impulsività, scarsa tolleranza alla frustrazione, alla ricerca di sensazioni forti. Coloro che hanno uno stile arrabbiato entrano in competizione con gli altri guidatori, hanno più probabilità di mettere in atto comportamenti violenti alla guida. I conducenti con uno stile di guida ansioso sono più propensi ad avere una bassa fiducia nelle proprie abilità di guida e considerano gli altri guidatori una fonte di stress. Lo stile di guida paziente adattivo è proprio di individui empatici, attenti e rispettosi delle regole. Hanno un controllo degli impulsi, sono bravi nelle pianificazioni nelle organizzazioni e lavorano rispettando regole e comandi. Non bisogna però dimenticare che per ridurre i rischi e aumentare la sicurezza dobbiamo considerare anche le capacità di guida non solo il comportamento di guida. Le abilità di guida non bastano per rendere un guidatore più sicuro, anzi nella sovrastima delle abilità, il considerarsi un guidatore esperto risulta essere più pericoloso. I giovani e gli anziani sottostimano il livello di rischio e sovrastimano le proprie abilità alla guida. Sarebbe importante invece accettare la propria vulnerabilità. Uscire indenni da una manovra azzardata, non significa saper guidare bene. Tra i conducenti giovani, i maschi non rispettano le regole del traffico e non percepiscono i rischi connessi a questo; le giovani guidatrici femmine possono essere più ansiosi e timorose ma percepiscono la possibilità del rischio. Nei guidatori rabbia e ricerca di emozioni forti aumentano la velocità alla guida al contrario comportamenti altruistici la riducono. Tra le emozioni che influenzano o che influiscono lo stile di guida, oltre la rabbia troviamo la paura, la tristezza, l’imbarazzo e la noia. Nell’era del digitale potremmo, individuare un altro stile di guida, altrettanto disadattivo e pericoloso che è lo stile del guidatore on line, distratto dallo smartphone, colui che è sempre connesso per inviare messaggi, che guida messaggiando. Per ridurre i rischi si deve non utilizzare il cellulare alla guida. Da qualche giorno, sono entrati in vigore i deterrenti introdotti dal nuovo codice della strada molto restrittivi e punitivi. Per migliorare la sicurezza non rimane che costruire, fin da piccoli, una educazione stradale, prima come pedoni, poi come guidatori, in modo da crescere, individui più rispettosi della vita propria e altrui. Così che guidatori possano restare nel proprio mondo, rispettando quello altrui. Vi auguro un buon viaggio e chiedo: voi che guidatori siete?

Autore

Psicologa clinica della persona dell'organizzazione e della comunità Psicogeriatra e docente dello stesso Master - La Sapienza. Coach cognitivo Criminologa minorile Dipendente Regione Lazio