• 4 Luglio 2024
Alimentazione

Che da un errore possa nascere qualcosa di straordinariamente gustoso ce lo dimostra la torta  Caprese. Che questo errore poi sia da attribuire a Maria Carolina, consorte di Ferdinando IV                  di Borbone o alla paura suscitata dai guappi di Al Capone, non è mai stato dimostrato. E mai, come in questo caso, errare è umano e perseverare è delizioso.

Unica cosa certa sono le origini del suo nome. L’isola di Capri.

Maria Carolina sposò a 16 anni, con un matrimonio combinato, Ferdinando IV di Borbone detto anche Re Nasone e la sua prima impressione del Re fu traumatica. “Mio marito è ripugnante” scriveva a Vienna. Non si riferiva solo all’aspetto fisico. I due Sovrani erano completamente diversi. Lei bella, aristocratica, colta ed elegante, Lui, cresciuto tra gli scugnizzi, a stento capiva la consorte che gli parlava in italiano e i suoi modi non rispecchiavano affatto l’etichetta regale. Per questo, un po’ per l’età, un po’ per il rapporto coniugale, la Regina soffriva molto per la mancanza del suo paese d’origine. Così chiese alle cucine che le venisse preparata una torta Sacher, dolce austriaco per eccellenza, ma i cuochi erano tutti di origine francese e non conoscendo la torta chiesero a Maria Carolina di descriverne l’aspetto e di ricordarne il sapore. Sulla base di quei ricordi cercarono di risalire alla ricetta della Sacher. Non ci riuscirono, ma l’errore nella preparazione portò ad una torta molto apprezzata dalla Regina. Diventò il suo dolce preferito, e  le volle dare il nome di Caprese, dall’isola da Lei molto amata.

Dalla Regina di Napoli la storia di questa torta morbidissima all’interno e croccante fuori, ci porta al re della malavita di Chicago, Al Capone.

Nel 1920, Al Capone, detto Scarface, fattosi un nome nella mondo dei gangster grazie alla sua alleanza con la mafia italiana, irlandese e con i politici dell’Illinois, per rinsaldare il suo potere con la camorra newyorkese, manda a Napoli due suoi fidati collaboratori. Questi, accompagnati da “colleghi” napoletani, per godersi la trasferta in Italia vollero fare una gita a Capri. L’isola azzurra. Dove, naturalmente, non poteva mancare una visita alla pasticceria di Carmine Di Fiore, pasticcere molto noto a quei tempi per il suo laboratorio all’avanguardia. Chiedono, quindi, al pasticcere di realizzare una sua torta, dando il meglio della sua arte culinaria. Di Fiore riconoscendo i malavitosi partenopei e avvisandone atteggiamenti spacconi, si spaventa e, nel realizzare la sua torta di cioccolato e mandorle, dimentica di mettere nell’impasto la farina. Ancora più impaurito per aver commesso questo errore, decide nonostante tutto di far assaggiare ai suoi ospiti la torta, che, grazie al delicato sapore del cioccolato e alla morbidezza delle mandorle, venne apprezzata  a tal punto da richiederne la ricetta da portare ad Al Capone per farla realizzare. Grazie a questo apprezzamento il pasticcere decide di proporre la “Caprese” (così la volle chiamare per omaggiare la sua isola)  ai suoi clienti abituali. Il successo fu inevitabile e proprio per quel delizioso “errore” questa torta possiamo portarla in tavola grazie alla ricetta di facile realizzazione. 

Eccola.

 Buon lavoro e buon appetito.

TORTA CAPRESE

Ingredienti ( stampo da 24 cm. )

350 gr. di mandorle

200 gr. di zucchero

250 gr. di cioccolato fondente

150 gr. di burro

Una tazzina di latte

6 uova

½ cucchiaino di bicarbonato

Zucchero a velo

Passare 300 gr. di mandorle nel mixer in modo da tritarle finemente. I restanti 50 gr. tritarli grossolanamente per aggiungere contrasto all’impasto.

Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, aggiungendovi 50 gr. di burro e il latte, e mescolare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.

Montare a lungo il burro restante, dopo averlo ammorbidito con una frusta, con lo zucchero. Aggiungere, quindi, uno alla volta i tuorli delle uova.

Unire alla cioccolata precedentemente sciolta le mandorle tritate. Amalgamare bene.

Montare gli albumi a neve fermissima, aggiungerli delicatamente avendo cura di mescolare dal basso verso l’alto e, per ultimo, il bicarbonato.

Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata, scuotendo il fondo per eliminare la farina in eccesso.

Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa un’ora.

Far raffreddare, quindi sformare delicatamente su un piatto da portata.

Infine cospargere di zucchero a velo.

Autore

Babette è una studiosa di cultura materiale ed in particolare di alimentazione. Si dedica a sperimentare soprattutto piatti d'epoca rivisitandoli senza alterarne la natura. Sta per pubblicare un libro di storia culinaria corredato da ricette